Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 13 Luglio 2020

15a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Isaìa 1,10-17; Salmo 49,8-9.16b-17.21.23; Vangelo di Matteo 10,34 - 11.1

Salmo 49,8-9.16b-17.21.23

A chi cammina per la retta via, mostrerò la salvezza di Dio.

8 Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti.
9 Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili.

16 Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
17 tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?

21 Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
23 Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.

Vangelo di Matteo 10,34 - 11.1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «34 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35 Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36 e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
37
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38 chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39 Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
40
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41 Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42 Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
1
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Sostituti

Gesù non è venuto a portare la pace sulla terra, almeno non quella pace che noi consideriamo pace e che evidentemente davanti agli occhi del Signore pace non è. Gesù non usa mezzi termini e dice: Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada, e aggiunge: sono venuto a separare. Ma questo non è in contraddizione con tutto il suo messaggio di pace e di unità? Evidentemente no. Gesù sa, come nessuno, che nel mondo è in corso una guerra tra le più terribili e sconosciute, tanto più terribile quanto più sconosciuta e invisibile agli occhi della gente. È in atto su tutta la terra uno scempio, una guerra devastante e ignobile, che devasta l’uomo da dentro e lo rende debole e incapace di avere un rapporto maturo e sano con Dio. Ma qual è questa guerra? Dove si combatte? Si combatte nelle case a colpi di relazioni familiari, ricatti, rimorsi, cordoni ombelicali. Ogni bambino che nasce su questa terra non cresce secondo le aspirazioni divine che Dio ha posto nel cuore di ciascuno ma secondo le pressioni, le abitudini, le tradizioni, le convenzioni dei suoi familiari e dell’ambiente che lo circonda. Questa è la guerra. Pur in buona fede, per abitudine, per tradizione, per necessità, la famiglia si sostituisce a Dio e alla sua Parola. Chiunque si sostituisca a Dio è un ladro e un impostore. Qualsiasi sia il motivo che spinge a far crescere una persona secondo le aspettative degli uomini e non secondo i desideri di Dio, tale azione è la più ignobile che si possa compiere sotto il cielo, è plagio dei più perversi, è crimine contro l’umanità, contro la vera libertà e la dignità dell’uomo. Questa è la guerra che Gesù è venuto a combattere e a vincere, altrimenti non ci sarà pace su questa terra e tra gli uomini. La famiglia, i rapporti genitoriali, i cordoni ombelicali si sono sostituiti a Dio e al rapporto con Dio. Questa è idolatria, quella peggiore, la più velenosa e subdola perché circondata da un alone di sacralità e nobiltà che la rende intoccabile. Gesù rivela il cuore di questa pericolosa idolatria: Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Gesù rivela così che è il nostro rapporto con Dio a determinare tutta la vita, non il rapporto con gli uomini, familiari compresi. È la qualità, la forza, l’intimità del nostro rapporto con Dio che determina tutto, assolutamente tutto della nostra vita. L’uomo che avrà un rapporto più forte, intimo e passionale con la famiglia piuttosto che con Dio non riuscirà mai a vivere pienamente la propria vita né a donarsi agli altri per il benessere di tutti. L’uomo che subisce l’autorità dei legami ombelicali, più di quanto senta e viva l’autorevolezza di Dio e della sua Parola, è un uomo che si rende inutile per la vita e per il vivere. L’uomo non conoscerà pace e felicità fino a quando continuerà a vivere in questa guerra di idolatria che costringe le nuove generazioni a crescere secondo le attese, l’autorità, le aspettative delle morali e delle religiosità della famiglia e non secondo la volontà sacra di Dio e i doni che Dio ha posto in ciascuno dei suoi figli. Chiunque si sostituisca a Dio e s’interponga tra l’uomo e Dio è un ladro e un impostore, anche se socialmente è denominato padre, madre, fratello, maestro, guida.