La mente-spirito di uno dei capi del popolo riconosce in Gesù la signoria di Dio, si china e si prostra davanti a Gesù. Non è un atto di sottomissione, tanto meno di rassegnazione; è un atto di profonda fede amante, un atto di nuova, totale obbedienza alla sua maestà, alla sua regalità salvifica. Il dialogo interiore di fede totale e amante obbedienza del padre permette ai miliardi di cellule del corpo della figlia, al solo contatto con la mano di Gesù, di obbedire alla Vita per riprendere vita.
La mente-spirito della donna ammalata riconosce in Gesù la signoria di Dio, gli si avvicina e, sfiorandogli il mantello con amore, si mette in unione e contatto con la sua maestà. Non è un atto di magia, tanto meno di superstizione; è un atto di profonda fede amante, un atto di totale unione e obbedienza alla regalità salvifica di Gesù. Il dialogo interiore di fede totale e amante obbedienza della donna permette ai miliardi di cellule del suo corpo, al solo contatto con il lembo del mantello di Gesù, di obbedire alla Vita per riprendere salute, armonia e vita.
La mente-spirito di coloro che Gesù incontra nella casa della fanciulla non riconosce in Gesù nient’altro che qualcuno da deridere, da ridicolizzare. È un atto di totale obbedienza alla propria ignoranza, arroganza, presunzione. È un atto di prostrazione alla propria inconcludente stupidità, prodotto da un dialogo interiore di sottomissione piena ai propri pregiudizi e alle proprie convinzioni. Miliardi di cellule obbediranno in un modo o nell’altro all’energia sviluppata dalla miseria e dalla presunzione di questo dialogo interiore.
Miliardi e miliardi di cellule del nostro corpo, in ogni istante, sono perfettamente attente e concentrate sulla nobiltà o sulla miseria del nostro dialogo interiore per obbedirvi prontamente.