Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 29 Giugno 2020

Santi Pietro e Paolo, apostoli

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 12,1-11; Salmo 33,2-9; Seconda lettera a Timòteo 4,6-8.17-18; Vangelo di Matteo 16,13-19

Salmo 33,2-9

Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

2 Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
3 Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

4 Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
5 Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

6 Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
7 Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

8 L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
9 Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Vangelo di Matteo 16,13-19

In quel tempo, 13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» 14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
15
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?» 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
17
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

‘Etò’-Chiesa

Chiesa, alcuni approfondimenti linguistici.
Il termine chiesa in Peshitta, il testo aramaico dei vangeli, è ‘etò’ – da ‘adt, radice ‘ad, “celebrare, dare una festa” – termine che indica un grande raduno, un’immensa riunione dove si fa musica, c’è cibo in abbondanza, divertimento e tutti e l’universo intero ne possono godere. Il primo segno da cui si riconosce se la chiesa sta seguendo l’ispirazione di Dio e la Parola di Gesù è la sua dimensione di festa e di gioia in tutto il suo muoversi tra gli uomini. Dove non ci sono gioia e festa, lode e banchetto-condivisione non c’è la chiesa di Dio. Chiesa significa trasparenza e condivisione della gioia. La chiesa terrena è racchiusa in un termine che esprime il significato di un gigantesco, festosissimo banchetto, esattamente come viene descritta (in tutta la bibbia) la chiesa celeste: un gigantesco, festosissimo banchetto senza fine. Sono due le parole ebraiche da cui la radice aramaica di ‘etò’ deriva. Il verbo iaad – radice w(e)d – “indicare, stabilire, costruire, fissare”; detto per la donna, “sposare”; significa anche “adunarsi, convenire, andare insieme presso uno”. Poi c’è il sostantivo ‘edàh, che ha due significati fondamentali: il primo è “adunanza, assemblea, congregazione, moltitudine, comunità familiare”, il secondo significato è “testimonianza”.
Quando Kefa/Kepa risponde a Gesù: Tu sei il Figlio del Dio Vivente, Gesù lo chiama Simone figlio di Giona, perché Dio Padre ha rivelato proprio a lui un segreto, gli ha aperto la visione, gli ha dettato la verità. La chiesa però non si fonda su argomenti e riflessioni umane. Infatti Gesù, subito dopo, allo stesso Simone impone il nome Pietro. Qui Gesù fa un gioco di parole con il suo nomignolo Kefa-roccia-pietra.
I semiti per parlare della verità usano la metafora della pietra, kepa; chi, per compiere un paragone, usa la parola pietra o roccia, sta parlando della verità. La verità, come la pietra, è così ferma e dura che non può essere modificata o alterata. È sulla kepa, su questa kepa-pietra, è sulla verità che viene ispirata da Dio, che Gesù costruisce la sua chiesa. Il pronunciamento di Pietro è la verità, ferma e dura come la roccia. Il termine kepa inoltre significa e implica anche l’idea di protezione, rifugio, supporto. Il salmista dice: Dio è la mia roccia, un porto, rifugio, protezione. Gesù ha chiesto quindi a Pietro non solo di essere una roccia ma anche un supporto-rifugio.
Gesù sottolinea che la chiesa è sua, non è di Pietro, non è di Roma, né del Vaticano, né di alcuno degli uomini santi o peccatori di questa terra; la chiesa è di Gesù, è sua proprietà. E non si tratta solo di un atto di proprietà ma di una rivelazione di provenienza. Simone, la roccia di fondamento, è al tempo stesso costituito anche come forza, rifugio per i suoi amici soprattutto dopo la crocifissione e risurrezione di Gesù. Pietro deve essere un aiuto solerte per rinforzare i fratelli nella loro fede e aiutarli a costruire comunità innamorate, generate dalla condivisione, liberate da ogni forma di ambizione, potere, prestigio umano e sete di preda e conquista, piene di uomini e donne felici, comunità gioiose nel Signore Gesù. Questa è la chiesa che le potenze del Maligno non potranno mai, mai conquistare, perché una chiesa che non ha depredato e conquistato non dovrà mai e poi mai temere di essere a sua volta depredata e conquistata.