Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 12 Giugno 2020

10a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Primo libro dei Re 19,9a.11-16; Salmo 26,7-9.13-14; Vangelo di Matteo 5,27-32

Salmo 26,7-9.13-14

Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi.

7 Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
8 Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!»

Il tuo volto, Signore, io cerco.
9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.

14 Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Vangelo di Matteo 5,27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «27 Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. 28 Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29 Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30 E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31 Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Dove

Dove si ingaggiano le battaglie? Nei campi di battaglia. No. Assolutamente no. Nei campi di battaglia, la battaglia si spegne. Dove si combattono le guerre? Nei campi di guerra. No. Assolutamente no. Nei campi di guerra, la guerra termina. Dove si infiamma la sfida? Nel terreno della sfida. No. Assolutamente no. Nel terreno della sfida, la sfida si esaurisce. Quando si assapora la ritorsione per vendetta? Quando il nemico paga il dovuto con gli interessi. Assolutamente no. Quando la vendetta accade, è già sfiatata e smagliata. Dove si consuma il tradimento dell’amato o dell’amata? Nel giaciglio altrui? No. Assolutamente no. Nel giaciglio altrui il tradimento è già memoria. Dove avviene l’ingiustizia? Dove le grida dei poveri si elevano disperate? No. Assolutamente no. Dove si compie la violenza? Dove il sangue scorre? No. Assolutamente no. Dove si esercitano il dominio, il controllo, la sottomissione? Dove si stringono catene, dove regna l’ispezione, dove si moltiplica la schiavitù. No. Assolutamente no.
Dove si sceglie di essere grati e di vivere di gratitudine? Dove si compie la gratuità ancor prima di realizzare la gratuità del gesto? Dove si sceglie di amare ancor prima di donare affetto? Da dove sgorga l’umile richiesta di perdono e l’offerta di perdono, di compassione, di misericordia?
Dove l’uomo si ammala? Dove l’uomo previene la malattia? Dove l’uomo inizia la guarigione? Qual è il luogo dove nell’uomo tutto accade, da dove tutto trae origine e dove tutto si consuma, si compie, si attua?
Gesù definisce questo luogo kardìa. Kardìa è il “dove” da cui tutto parte e dove tutto si compie della vita dell’uomo. Kardìa è il luogo decisionale, il luogo in cui l’uomo “commette” prima ancora di commettere, giudica prima di giudicare, condanna prima di condannare, agisce prima di agire, si muove prima di muoversi, esegue prima di eseguire, possiede prima di possedere, prende prima di prendere. Kardìa è il centro decisionale dell’uomo, il cuore del pensiero, espressione della vita intellettiva e spirituale: il termine greco deriva dall’accadico karshu, “organo interno”, in particolare, “cuore”, ma anche “intelligenza, animo, mente”. Il cuore, per il mondo semitico, è la sede delle vibrazioni della ragione, mentre le viscere sono la sede delle vibrazioni della misericordia, dell’emozione amante. Il cuore, centro dell’attività spirituale cosciente e volitiva dell’intera persona, è la sede del dialogo interiore, dove si architetta ogni progetto, ogni proposito. È la sede del logos umano, del dia-logos interiore personale da cui il tutto della vita dell’uomo trae origine ed energia. Non sono i muscoli che si muovono, gli occhi che guardano, le orecchie che ascoltano, i piedi che camminano, è il cuore-kardìa che dà loro ordini sotto forma di informazioni ed energia. Kardìa è il cuore che pensa, l’io personale che stabilisce, è il centro decisionale, dove continuamente l’uomo dialoga e decide i grandi e i piccoli sì e no della sua vita.
Ogni immenso orrore e miseria e grande benessere, ogni inenarrabile dolore e meravigliosa gioia che l’umanità ha potuto vivere, è sempre, indiscutibilmente, rigorosamente uscito dal cuore-kardìa dell’uomo. L’umanità non ha trovato le catene con cui è stata incatenata e schiavizzata per millenni nelle carceri dei carcerieri, nelle leggi ingiuste dei potenti, nella prepotenza dei re e degli imperatori, ma nelle pieghe profonde del proprio cuore-kardìa. Non dalle pagine dei libri l’uomo è stato ingannato da ideologie e filosofie malefiche e malsane, da dottrine dissennate, folli, alienanti, ma dai ragionamenti del proprio cuore-kardìa. L’uomo non è stato ridotto a versare, per generazioni e generazioni, nell’ignoranza più angosciante e abbietta, dalla voce suadente e velenosa d’incantatori senza scrupoli, da istrioni legittimati dal potere a compiere ogni sopruso e maleficio nei confronti della conoscenza e della verità, ma dalla voce delle intimità recondite del proprio cuore-kardìa ingannato. L’umanità non potrà liberarsi dei propri aguzzini che la stanno dilaniando nella carne, nell’intelligenza e nello spirito, scendendo in piazza, ma scendendo nel proprio cuore-kardìa, l’unico luogo dove rimettersi in risonanza con l’amore di Dio e la pienezza della vita. L’umanità non troverà la propria evoluzione ascoltando la voce di coloro che si fanno voce dell’evoluzione e del rinnovamento, ma ascoltando la voce di Dio e dell’amore nel proprio cuore-kardìa.
Nella sua prossima venuta intermedia, il Signore Gesù non visiterà la terra partendo da una culla, ma, dopo essersi mostrato in cielo nella sua gloria e potenza divine, visiterà uno per uno il cuore, la kardìa di tutti i suoi figli. In quel momento, contemporaneamente e istantaneamente, farà sentire a tutti, senza filtri e riduzioni, quanto la kardìa di ciascuno stia battendo per amore o per rabbia, stia battendo per Dio o per l’ego. Questo momento di altissima e intensissima consapevolezza farà vibrare una parte di umanità con vibrazioni d’angoscia e un’altra parte con vibrazioni di dolcissima riconoscenza. Questo momento di radiosa e nitidissima rivelazione farà vibrare una parte di umanità con vibrazioni di irrefrenabile fastidio infernale e un’altra parte con le vibrazioni di un canto di lode e benedizione che mai orecchio umano avrà potuto ascoltare prima. Le vibrazioni del cuore-kardìa dell’umanità in questo momento altissimo scuoteranno perfino il cuore-kardìa della terra e del sole.

Signore dolcissimo,
tu che sei la Kardìa stessa dell’amore e della gioia,
della bellezza e della potenza,
tu che stai alla porta della nostra kardìa e bussi, entra,
ti preghiamo, entra e abita in noi.
Quando tu abiti la nostra kardìa
abbiamo la forza, l’umiltà e l’intelligenza
di aprire la porta della nostra kardìa
solo al perdono e mai alla vendetta,
alla comprensione e mai al giudizio,
alla gratitudine e mai al fastidio,
alla gratuità e mai all’avidità,
al sorriso e mai alla rabbia.