Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 1 Giugno 2020

9a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Seconda lettera di Pietro 1,2-7; Salmo 90,1-2.14-16; Vangelo di Marco 12,1-12

Salmo 90,1-2.14-16

Mio Dio, in te confido.

1 Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
2
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

14 «Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
15
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui.

Lo libererò e lo renderò glorioso.
16
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».

Vangelo di Marco 12,1-12

In quel tempo, Gesù 1 si mise a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
2
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. 3 Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 4 Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. 5 Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
6
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!” 7 Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!” 8 Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
9
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. 10 Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; 11 questo è stato fatto dal Signore 
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?»
12
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Fretta del diavolo

La parabola che racconta Gesù, così evidente nel suo significato, si chiude rivelando la fine che faranno gli intermediari religiosi e politici che si sono messi e si mettono al posto di Dio a gestire l’umanità non per il suo benessere ma per garantirsi i propri interessi: Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Questa conclusione della parabola non lascia scampo: i dirigenti religiosi e politici del popolo saranno fatti sparire e il popolo di Dio, il regno di Dio, sarà affidato ad altri. Ma se il messaggio della parabola è così chiaro, come mai i capi dei sacerdoti, gli scribi e agli anziani del popolo, a cui si stava rivolgendo Gesù, non sono stati così perspicaci e intelligenti da capire che Gesù parlava esattamente di loro, profetizzando la loro fine certa, se non si fossero convertiti a Dio? Come hanno fatto a non capire che proprio l’uccisione di Gesù, che loro stavano organizzando e forzando, avrebbe comportato la loro sparizione e sostituzione per sempre? Come potevano non capire? Il fatto che Gesù era il Messia, il Signore, lo aveva capito la gente, il popolo, l’avevano capito i semplici, i bambini, le donne e gli uomini di strada, come potevano non averlo capito loro che erano esperti delle scritture, conoscitori della storia d’Israele, avvezzi com’erano ai circuiti mentali della teologia e della legge biblica? A che scopo poi erano così dedicati allo studio della bibbia e così esperti delle centinaia di profezie che riguardavano Gesù, se poi proprio loro hanno rifiutato Gesù in modo così deciso e violento?
Sono duemila anni che si racconta che i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo del tempo di Gesù, esperti dei testi biblici, pur essendo in attesa del Messia, hanno rifiutato e ucciso Gesù, perché non l’hanno riconosciuto. Ma la verità è un’altra. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo, in pratica le gerarchie religiose e politiche del popolo, hanno rifiutato e ucciso Gesù proprio perché l’avevano riconosciuto meglio e prima di chiunque altro, e solo loro avevano le carte in regola per farlo dal punto di vista tecnico, storico, teologico. Il compito delle gerarchie era proprio quello di riconoscerlo immediatamente per poterlo immediatamente eliminare, e così hanno fatto. In verità loro avevano capito, avevano capito benissimo e non c’era nulla di più evidente e più chiaro nella loro mente che quell’uomo, quel bellissimo uomo era il Figlio, il Figlio amatissimo dell’Altissimo, fatto carne, in visita alla terra. Loro avevano capito benissimo chi era Gesù e proprio per questo operavano alacremente perché l’eliminazione di Gesù accadesse il prima possibile.
L’atteggiamento ostile dei capi del popolo nei confronti di Gesù denota una paradossale fretta di adempiere le scritture, cioè che Gesù, il Figlio, doveva morire. Quella di uccidere ed eliminare Gesù è una fretta strana, certamente sospetta, assolutamente controproducente anche per i capi stessi del popolo. È una fretta controproducente perché proprio loro, i capi dei sacerdoti, gli scribi, gli anziani del popolo che si erano proposti al popolo per millenni come coloro che, per eccellenza, attendevano il Messia, il Figlio di Dio, ben sapevano che l’uccisione di Gesù avrebbe decretato la fine del loro potere e prestigio, proprio perché così era scritto. Ma allora come si spiega tanta preparazione sui testi biblici, tanto studio ossessivo e fanatico per sapere tutto sulla venuta del Messia? La fretta di uccidere ed eliminare Gesù rivela che i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani non erano quello che si crede o che hanno fatto credere nei secoli. Essi erano gli esperti, preposti a riconoscere il Figlio di Dio, ma non a servirlo con amore, per annunciarlo al popolo con gioia e sacra riverenza e per adorarlo come il Signore, ma proprio per saperlo riconoscere senza errore ed eliminarlo e annientarlo il prima possibile. Dunque, da una parte avevano capito perfettamente come stavano le cose, e avevano compreso che il loro mandato era giunto alla fine, se non avessero aderito al Figlio di Dio con amore e umiltà, dall’altra dovevano dimostrare al popolo che Gesù era un impostore, per screditarlo agli occhi della gente, per creare un nemico del popolo e poterlo così eliminare più facilmente. Ma allora perché tutta questa fretta di realizzare le scritture, uccidere Gesù, anche se questo doveva poi tradursi nella fine del loro potere religioso e politico? Forse per quella forma di demenza intellettuale che accompagna ogni processo legato al fanatismo e all’arroganza? O per paura? Per essere ricordati in tutta la storia dell’umanità come coloro che hanno fatto torturare e uccidere il Figlio dell’Eterno Padre? Perché? Semplicemente perché lo schiavo obbedisce ciecamente a quello che viene chiesto dal suo padrone.
Ora è da capire se la vera natura dei capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani era servire il Padre dei cieli o il satanico principe dei poteri terreni. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo, le gerarchie religiose e politiche erano e sono tuttora a servizio del Signore della Vita o erano e sono tuttora gli impiegati di Satana, il signore della morte? Da dove può derivare tutta questa fretta infernale di calunniare, deridere, umiliare, condannare, torturare, inchiodare in croce Gesù? Da chi può partire l’ordine di colpire, eliminare i profeti di Dio, zittire le voci inedite che hanno offerto la propria vita per risvegliare il popolo di Dio, per ispirarlo in nome di Gesù e del Paraclito Spirito? Dall’obbedienza a un comando di Dio Padre o di Satana?
Tutto questo affaccendarsi per uccidere Gesù e i suoi servi ha una fretta oscura, la fretta del diavolo.