Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 8 Maggio 2020

4a settimana di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 13,26-33; Salmo 2,6-11; Vangelo di Giovanni 14,1-6

Salmo 2,6-11

Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

6 «Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna».
7
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.

8 Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane.
9
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vaso di argilla le frantumerai».

10 E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
11
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.

Vangelo di Giovanni 14,1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4 E del luogo dove io vado, conoscete la via».
5
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?» 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

No alla paura

Non sia turbato [verbo greco taràsso] il vostro cuore [sostantivo greco kardìa]. Il verbo taràsso, “agito, sommuovo, sconvolgo, turbo, scompiglio, metto in disordine, causo disordine; confondo, inquieto”, descrive non tanto un dubbio provvisorio, un momento di sfiducia e di paura passeggero, ma un vero e proprio stato interiore. Indica quando un breve attimo di non fede diventa ostinazione, rivolta potente, scelta chiara di sviluppare un’energia oscura invece che di luce. È la paura, è lo stato emotivo di quando il cuore entra nel dubbio. È il dubbio che conduce alla scelta della non fiducia, è il dubbio che, insinuandosi nei circuiti della mente spinge il cuore a dire sì alla non fiducia, al non abbandono, al non amore. Il turbamento è qui attribuito all’organo pensante della kardìa, il cuore della persona, dove l’uomo riflette, pensa, immagina, il centro della vita personale dell’individuo, il luogo dei sentimenti, della memoria, del dialogo interiore della meditazione, della decisione. È il luogo da cui escono le cose impure, e la più impura e oscura di tutte, l’origine di tanti guai, sofferenze e disarmonie è la paura, il turbamento. Turbamento e paura intesi non come stato passeggero emotivo ma come sconvolgimento totale della persona, sia nella sfera spirituale che in quella psichica ed emotivo-fisica.
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me è la procedura evangelica per vincere in qualsiasi occasione della vita il veleno del dubbio, dubbio sul valore, la regalità, la sacralità della propria vita, dubbio sulla nobiltà degli altri, dubbio sulla presenza sempre amorevole di Dio. Aver fede è vincere il dubbio che è la sorgente della paura. Aver fede, dunque, è vincere la paura, ogni paura, tutta la paura. Non avere dubbi non significa essere arrogantemente sicuri di tutto e certi di ogni cosa, ma essere umilmente e tenacemente sempre certi dell’amore di Dio. Aver fede non s’intende qui solo credere, credere che Dio c’è, ma significa fidarsi, fidarsi ciecamente di lui, affidarsi a lui sempre, abbandonarsi a lui sempre, mettere ogni cosa in lui sempre e comunque.
Fidarsi è un modo di dialogare interiormente ben preciso dove, alle conclusioni personali, ai giudizi e ai pregiudizi mentali, alle convenzioni, convinzioni e convenienze umane, si sostituisce un dialogo interiore di totale abbandono nelle mani di colui che tutto può e sa, vede e ama. Non è un atto di vigliaccheria o di irresponsabilità, non è fuga dalla realtà, non è chiedere il miracolo, è semplicemente e potentemente porre ogni realtà completamente nelle mani del Padre, del Figlio e del Signore Spirito, per amore e con gratitudine, per scaricare il cuore e la mente dal groviglio di pensieri e dall’agitazione delle emozioni. Sono la fiducia e l’abbandono che hanno il potere magnifico di pacificare immediatamente ogni movimento agitato del cuore e delle emozioni e di sciogliere la paura.
La paura fondamentalmente è un’emozione che deriva da una scelta, la scelta di non fidarsi dell’Amore e dello Spirito. Maria, la Grande Madre, è maestra di quest’arte di meditare e di dialogare con fiducia e abbandono totale in Dio. Con lei possiamo imparare questa meravigliosa esperienza e sapienza, possiamo dire no alla paura sempre e per sempre.