Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 30 Aprile 2020

3a settimana di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 8,26-40; Salmo 65,8-9.16-17.20; Vangelo di Giovanni 6,44-51

Salmo 65,8-9.16-17.20

Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

8 Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
9
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

16 Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
17
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

20 Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Vangelo di Giovanni 6,44-51

In quel tempo disse Gesù alla folla: 44 «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
48
Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Tutto

L’ebraico e l’aramaico del tempo di Gesù non hanno la parola “corpo”, ma usano, con lo stesso significato, la parola “carne”. L’ebraico basàr, “carne” – che si trova anche nell’accadico e nell’ugaritico con i significati di “copertura del corpo, pelle” –, significa anche “l’intero essere umano”. Carne-basàr non è dunque solo la sostanza materiale dell’essere umano, ma il suo modo di esistere.
La mia carne è la realtà Gesù, il suo totale essere che diventa cibo, alimento, pane che si mangia. In pratica Gesù ci dice che alimentarsi della sua carne è alimentarsi di tutto il suo essere nella sua pienezza di Dio e Uomo, alimentarsi di tutto il suo modo di essere e di fare, di agire e muoversi, di parlare e scegliere per avere la vita piena.
Gesù va mangiato tutto, assunto tutto, bevuto tutto, incarnato tutto, ascoltato tutto, seguito tutto in tutto il suo essere. Alimentarsi di lui nel pane dell’Eucaristia e, nello stesso tempo, non alimentarsi di lui, del suo modo di vivere il perdono ai fratelli, è non-mangiare Gesù, è rinunciare alla vita. Alimentarsi di lui nei segni sacri dei sacramenti e, nello stesso tempo, non alimentarsi di lui, del suo modo di gestire e condividere i beni e le risorse della terra, è non-mangiare Gesù, è rinunciare alla vita. Alimentarsi di Lui con la sua Parola, e insieme non alimentarsi di lui, del suo modo di spiegare il suo messaggio e farlo arrivare al cuore della gente, è non-mangiare Gesù, è rinunciare alla vita. Mangiare tutto Gesù non significa essere perfetti, ma almeno aver compreso, decisamente, che nessuna scienza, cultura, politica, economia, nessuna piega, fessura e scelta della vita, può avere luce e felicità, vero progresso e forza se non si alimenta da lui e sempre solo da lui.