Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 12 Aprile 2020

Pasqua nella Risurrezione del Signore

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 10,34a.37-43; Salmo 117,1-2.16-17.22-23; Lettera ai Colossési 3,1-4; Oppure: Prima Lettera ai Corìnzi 5,6-8; Vangelo di Giovanni 20,1-9

Questo è il giorno che ha fatto il Signore

Salmo 117,1-2.16-17.22-23

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

1 Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2 Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

16 La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
17 Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

22 La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
23 Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Vangelo di Giovanni 20,1-9

1 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
2
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!»
3
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5 Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
6
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7 e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
8
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Guardare, vedere e oltre

Versetto 1, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino… e vide.
Il verbo è blèpo, con il significato di “vedo, guardo, volgo lo sguardo”, etimologicamente questo verbo è legato allo spalancare gli occhi, il gettarli fuori dalle orbite, tanto che si può tradurre con “getto la vista su qualcosa”.
Versetto 6, giunse intanto anche Simon Pietro… e osservò.
Il verbo usato è theorèo, “sono spettatore, vedo, osservo, guardo, constato”, che indica il tipico processo della mente che osserva e associa ma non percepisce la realtà, non collega il particolare con il tutto.
Versetto 8, allora entrò anche l'altro discepolo… e vide.
Il verbo è òida – radice id da orào, “vedo” – che generalmente viene tradotto con “so, conosco, comprendo, capisco”, ma letteralmente significa “vedo, sperimento, percepisco, incontro, sento, considero, pongo attenzione”. Il verbo òida, verbo del sapere, del conoscere da di dentro una cosa per visione diretta. Òida è la capacità di vedere nell’istante in cui si è presenti, ed è traducibile con “sono consapevole, cosciente”.
Gli occhi di Maria di Màgdala quasi escono dalle orbite dallo stupore, dalla sorpresa, ma sono tutti sulla pietra, sulla pietra tolta dal sepolcro, non vanno oltre, non arrivano a Gesù risorto e vivo.
Gli occhi di Pietro non possiedono nemmeno lo stupore emotivo dello sguardo di Maria, sono occhi delusi, indagatori, occhi che osservano, che rimangono fissi su ciò che è morto e non può essere diversamente. Lo sguardo di Pietro è lo sguardo di colui che processa la realtà, non la capisce, non riesce a concepirla insieme a tutto il resto. Pietro ha ancora gli occhi sulla croce, sul sangue, sui chiodi. È lo sguardo di colui che ha l’anima e la mente su ciò che è stato tolto e non su ciò che è stato donato. Pietro nel sepolcro vuoto vede il corpo del Maestro depredato.
Gli occhi di Giovanni guardano e vedono, vedono e conoscono, riconoscono e credono, credono e amano. Lo sguardo di Giovanni nel sepolcro vuoto vede la morte, la morte depredata del suo trofeo più illustre, vede il vuoto indispensabile al Risorto. Lo sguardo di Giovanni non vede ciò che è tolto ma ciò che è dato, e può credere.
In quest’istante il cuore di Giovanni, e in lui di tutta la chiesa innamorata di Gesù, per la prima volta può comprendere e sperimentare cosa significhi credere veramente in Gesù. La fede non è credere in Gesù Risorto, questa fede è mentale, religiosa, associativa, e non entra nelle vene della vita, dei pensieri, delle emozioni e delle scelte, è una fede che un po’ alla volta perde di efficacia e muore. La fede vera e potentissimamente efficace non è credere in Gesù Risorto, ma credere sempre in Gesù Risorto, fidarsi di lui. Fidarsi di lui e della sua Parola sempre e comunque al di sopra di tutto e di tutti. Se credere in Gesù non corrisponde a fidarsi e affidarsi completamente e sempre a lui, questo credere non è fede.