Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 10 Aprile 2020

Passione del Signore

Parola del giorno
Isaìa 52,13 - 53,12; Salmo 30,2.6.12-13.15-17.25; Lettera agli Ebrei 4,14-16; 5,7-9; Vangelo di Giovanni 18,1 - 19,42

Salmo 30,2.6.12-13.15-17.25

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

2 In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
6 Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

12 Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
13 Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.

15 Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
16 i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

17 Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
25 Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che confidate nel Signore.

Vangelo di Giovanni 18,1–19,42

In quel tempo, 1 Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2 Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3 Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. 4 Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?» 5 Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!» Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6 Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
7
Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?» Risposero: «Gesù, il Nazareno». 8 Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», 9 perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». 10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11 Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?»
12
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13 e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14 Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».
15
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16 Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. 17 E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?» Egli rispose: «Non lo sono». 18 Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
19 Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20 Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21 Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22 Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?» 23 Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» 24 Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.
25
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?» Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26 Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?» 27 Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
28
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29 Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». 30 Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». 31 Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!» Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32 Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.
33
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?» 34 Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?» 35 Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?» 36 Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?» Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38 Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. 39 Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?» 40 Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!» Barabba era un brigante.
19,1
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2 E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3 Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!» E gli davano schiaffi.
4
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5 Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!»
6
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!» Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7 Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
8
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9 Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?» Ma Gesù non gli diede risposta. 10 Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?» 11 Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
12
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». 13 Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14 Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!» 15 Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!» Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?» Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Essi presero Gesù 17 ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18 dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19 Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20 Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21 I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». 22 Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
23
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. 24 Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: “Si sono divisi tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”.

E i soldati fecero così.
25
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
28
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29 Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30 Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
31
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32 Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33 Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
35
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36 Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. 37 E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.
38
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39 Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40 Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 41 Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42 Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

È compiuto

Nella Peshitta – antica versione aramaica dei vangeli – “è compiuto” è espresso con m(e)shalàm. Gesù usa cioè il verbo shlòm, radice shlm, la stessa radice linguistica del nome Shiloh (Genesi 49,10) con cui lui stesso viene per la prima volta profetizzato nella bibbia; ed è anche la stessa radice linguistica dell’ebraico shalòm, che l’arcangelo Gabriele pronuncia, all’inizio di tutta la storia della salvezza, quando va a visitare Maria. È la stessa radice dell’ultima parola che Gesù ha pronunciato prima di andarsene da questo mondo. E, se non bastasse, Peshitta traduce sempre con il verbo shlòm anche l’ultimo atto di Gesù sulla croce, quel “consegnare” lo Spirito.
Cosa significa la radice shlm?
Le lingue semitiche, dall’accadico sillu/sillum all’ebraico sel, riportano al concetto di “rifugio, copertura, protezione, aver cura, adombrare per proteggere”. La radice ebraica shlh indica “essere tranquillo, felice, vivere in pace, prosperare”. Da qui moltissimi sono i nomi comuni, propri, gli aggettivi derivati con le stesse lettere radicali: l’aggettivo shalew, “tranquillo, felice, sicuro”, il sostantivo shelew, “tranquillità, spensieratezza, pace”, l’antica forma primitiva Shiloni, una città nella tribù di Efraim, nel regno di Israele, dove è stata protetta l’Arca dell’Alleanza per molto tempo. Ancora vi sono shalwah, “riposo, prosperità, sicurezza”, shelewa, “felicità, tranquillità”, shilluach, “presente, dono”, shalom, “pace, benessere”.
Shalom origina dall’incrocio di due radici accadiche, slm, con il significato di riconciliarsi, fare la pace, e shlm, con il senso di stare bene, essere in buone condizioni, essere intatto; essere/rendere favorevole, propizio; avere successo, prosperare; mantenere in buona salute, in buona condizione; guardare, proteggere, salvaguardare. Nella bibbia shalom compare centinaia di volte, incorporando sette significati principali: prosperità, successo; completezza; essere intatto; benessere, stato di buona salute; pace; socievolezza, gentilezza; liberazione, salvezza.
In bocca a Gesù, sull’altare della croce, è compiuto è come una cascata che raccoglie in sé la somma di tutti i beni e di ogni ricchezza di luce e di amore, che finalmente può riversarsi sull’umanità che desidera immergersi nella pace di Dio. Al tempo stesso è compiuto è il sigillo inviolabile di Gesù su tutte le cose che sono state, che sono e che saranno. Solo il Signore, non il servo, può dire tutto è compiuto, può dire ora è fatto, ora è tutto nuovo, è tutto in Dio.