Nel vangelo di Giovanni il termine Giudei si riferisce ai dirigenti del popolo ebraico. Sono proprio costoro che cercano letteralmente di uccidere Gesù: il verbo greco usato è apoktèino – formato da apò, “via da, lontano”, e ktèino, “uccido” – con il significato di “uccido, condanno a morte, distruggo, elimino, finisco”.
I dirigenti del popolo cercano di eliminare, di finire, di condannare a morte, di uccidere Gesù, ma non per questioni religiose: non è mai una questione religiosa, ma la religione si è sempre dimostrata un ottimo mantello per coprire, sotto l’autorevolezza della santità della giustizia divina, ogni forma di sopruso e ingiustizia, secondo gli interessi dei potenti. Cercano di uccidere Gesù perché Gesù sta togliendo loro la preda, il popolo.
Gesù ispira il popolo a ritrovare una nuova coscienza, una nuova identità, sta risvegliando la gente a un nuovo e inaudito rapporto con Dio, sta scaldando i cuori con le procedure del perdono, della condivisione, sta illuminando le menti con la forza della conoscenza, guidando gli uomini alla vera intelligenza della scrittura e della sua Parola. Gesù sta trasformando le pecore, le prede, in uomini, in figli di Dio liberi e amanti. In questo modo i predatori rischiano di non avere più prede, di non avere più carne da macello, risorse umane per i loro interessi. I dirigenti del popolo cercano di eliminare violentemente Gesù perché Gesù ha la forza spirituale di trasformare le prede in uomini liberi e di strapparli dalle fauci dei predatori.
È stato così, e sarà sempre così. Gesù non possiede eserciti per difendersi, non su questa terra, ma la fede e l’amore di coloro che credono in lui. Quando la fede e l’amore dei credenti in Gesù, il Figlio di Dio, entreranno nel cuore della storia e delle scelte di ogni giorno, come una marea inarrestabile, allora saranno i dirigenti dei popoli, i predatori ad aver paura e a non saper più cosa fare, e finiranno per essere dimenticati come foglie secche al vento.