Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 26 Marzo 2020

4a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Èsodo 32,7-14; Salmo 105,19-23; Vangelo di Giovanni 5,31-47

Salmo 105,19-23

Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

19 Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
20
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

21 Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
22
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

23 Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

Vangelo di Giovanni 5,31-47

In quel tempo Gesù disse ai Giudei: 31 «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. 32 C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
33 Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34 Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. 35 Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
36 Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37 E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38 e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
39 Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere vita.
41 Io non ricevo gloria dagli uomini. 42 Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. 44 E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
45 Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. 46 Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?»

Ma vi conosco

Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Letteralmente il testo dice: ma vi conosco, l’amore di Dio non trattenete – verbo greco ècho – in voi stessi. Gesù conosce il cuore dell’uomo, lo conosce da dentro e si rivolge a quei cuori che sanno trattenere dentro di loro di tutto fuorché l’amore di Dio.
Il cuore umano può trattenere dentro di sé di tutto, ogni forma di delusione, prigionia, attaccamento, tradimento, presunzione, avidità, ferita, fallimento, paura, competizione, rancore, disprezzo, giudizio, vanagloria, orgoglio, vendetta, e questo è un mal trattenere, nel senso che è un trattenere il male, un trattenere dentro malamente ciò che è male. Questa è la malattia più terribile del cuore umano, origine stessa di ogni altra disarmonia e sofferenza. Gesù conosce questi cuori e questo processo di necrosi e morte e si offre come antidoto e liberazione, ma sa anche che questi cuori, per orgoglio e arrogante protervia, si lasceranno avvelenare e marcire senza chiedere cura e guarigione, dice infatti: Ma voi non volete venire a me per avere vita. Andare verso Gesù significa smettere, smettere con tutta la forza che abbiamo dentro e con tutta la forza che Dio ci dona, di trattenere il male dentro, il male che abbiamo fatto, il male che abbiamo ricevuto. Andare a Gesù e credere in lui è smettere, con determinazione assoluta e grande disciplina, di possedere in noi pensieri e dialoghi interiori protesi a trattenere qualsiasi male in qualsiasi sua forma. Per far entrare Gesù nel nostro cuore, è necessaria una pulizia del nostro orientamento mentale, abitualmente concentrato a trattenere dentro ciò che ci è già stato portato via dagli eventi della vita, senza ringraziare e benedire per tutto quello che rimane. Solo se noi puliamo così il nostro dialogo interiore, Gesù può iniziare a ridonare nuova vita, vita nuova e vera gioia ai suoi figli.
Tu ci conosci da dentro, Signore, e sai che non sempre ce la facciamo a non trattenere il male dentro di noi, non sempre siamo grati per tutto ciò che abbiamo e ci doni continuamente, ma sai anche che venire a te, rimanere in te e avere in noi il tuo amore è il nostro desiderio più grande.