Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 19 Marzo 2020

San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria

Parola del giorno
Secondo Libro di Samuèle 7,4-5a.12-14a.16; Salmo 88,2-5.27.29; Lettera ai Romani 4,13.16-18.22; Vangelo di Matteo 1,16.18-21.24a

Salmo 88,2-5.27.29

Canterò per sempre l’amore del Signore.

2 Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
3
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

4 «Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
5
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

27 «Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
29
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

Vangelo di Matteo 1,16.18-21.24a

6 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
18
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
20
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
24
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Equilibri

Per Maria e per Giuseppe non è stato per nulla immediato, facile, scontato accettare Gesù. Non lo è stato per Erode, per Gerusalemme, per i magi, per i sacerdoti del tempio, per gli anziani dirigenti del popolo. La presenza di Gesù, la sua entità, la sua provenienza, la sua missione hanno comunque scombinato equilibri, smosso stabilità, sgretolato sicurezze, polverizzato certezze e abitudini, e tutto ciò ha mosso la paura, tanta paura. Questo succede sempre quando Dio entra nella vita dell’uomo, non perché Dio sia un guasta feste, ma perché sono guasti e necrotici i nostri equilibri e le nostre certezze che lui desidera cambiare. La risposta dell’angelo rassicura e calma Giuseppe, rivelandogli la provenienza divina di quel bambino, ma gli svela e svela a tutti noi anche un grande e profondo segreto da imparare, per accettare con amore, nella vita, quello che sembra assolutamente asimmetrico rispetto ai desideri e ai progetti, alle abitudini e alle convinzioni.
L’angelo insegna a Giuseppe a superare la paura nel cuore e nella mente e ad accettare quel presente inatteso, non per la promessa di facili soluzioni ai problemi e alle difficoltà, ma in nome di ciò che Gesù un giorno dovrà fare, in nome della sua missione per l’umanità, in nome di qualcosa che verrà.
L’angelo insegna a Giuseppe e all’umanità che, quando Dio entra nella vita dell’uomo per fare luce e seminare amore, tutto diventa confuso e insicuro, instabile, precario, fuori dai vecchi o agognati equilibri, non solo per un presente migliore, ma soprattutto per una missione da compiere, una missione che inizia qui sulla terra e proseguirà in eterno nel cielo. Dio non sconvolge mai il presente di un uomo solo per migliorarne il presente, ma anche e soprattutto per prepararlo, allenarlo, predisporlo a quello che lui ha pensato e desidera per quell’uomo per l’eternità. Molte e molte volte Gesù ci ricorda questa verità dimenticata e sconosciuta.
Matteo 25,23. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Dove per fedele nel poco s’intende la dimensione terrena, per autorità su molto s’intende la dimensione celeste. Gesù considera queste due dimensioni strettamente correlate e dinamiche tra loro, una conduce e predispone all’altra.
Giovanni 14,2-3. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.
Le cose che ci accadono nella vita, che ci sbilanciano completamente dai nostri equilibri e desideri miserabili e che spesso non riusciamo proprio a capire, ci accadono per prepararci un posto in cielo. Noi non sappiamo o dimentichiamo che ciascuno di noi, in cielo, per l’eternità, avrà compiti, mansioni, incarichi, responsabilità, missioni nella luce perfetta di Dio. La missione divina della nostra vita, lo scopo dell’atto creativo divino che siamo, non si esaurisce certamente nella manciata di stagioni terrestri, ci mancherebbe. Ecco perché Gesù può rivelarci a pieno titolo in Luca 13,30 una verità per noi ora inconcepibile: Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi. Molti uomini, completamente ignoranti o dimentichi del loro compito divino, che si estenderà per la vita immortale, vivono unicamente per essere i primi su questa terra nel realizzare i loro obiettivi, raggiungere i loro interessi, garantire i loro vantaggi. Questi uomini saranno ultimi nel cielo immortale perché non si sono affatto dedicati e preparati al loro compito divino. Dunque le due dimensioni sono strettamente collegate e dipendenti tra loro.
L’angelo insegna a Giuseppe che quando si impara ad amare almeno un po’ e a fidarsi di Dio, si è in grado di accettare ciò che ci accade in pace, pur senza sottomettersi, di provare comprensione, pur senza rassegnarsi, in nome del compito che Dio si prepara ad affidarci in cielo per l’eternità. Se si accetta ciò che ci accade nella vita, si è in grado di vivere lontani dalla paura, senza entrare in conflitto e provocare distruzione, e Dio provvederà sempre e sempre ci proteggerà.
Che cos’è un po’ di pazienza e tolleranza su questa terra, che mantiene la pace e la lode nel cuore per qualche stagione, per essere poi pronti a servire il nostro compito divino nella luce del cielo dei cieli di Dio, senza fine?