Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 17 Marzo 2020

3a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Danièle 3,25.34-43; Salmo 24,4-5b.6.7c-9; Vangelo di Matteo 18,21-35

Salmo 24,4-5b.6.7c-9

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

4 Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
5 Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

6 Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore che è da sempre.
7 Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

8 Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
9 guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Vangelo di Matteo 18,21-35

In quel tempo, 21 Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25 Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27 Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!” 29 Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30 Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. 31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» 34 Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Misura

Un essere umano consuma mediamente 555 litri di ossigeno al giorno. Questa è la misura di quanto serve all’uomo per soddisfare il primo dei bisogni fisiologici e rimanere in vita. È un dato fisiologico, è un dato creaturale che ci indica come funziona e come devono funzionare le cose se vogliamo che tutto funzioni.
Ora se un partito, una scienza, una cultura, una religione cercassero di convincere l’umanità che, secondo le loro opinioni e ricerche, convenzioni, interessi e dogmi, la misura quotidiana di ossigeno necessaria a un uomo adulto per sopravvivere è di 5 litri e non di 555, il nostro corpo, la nostra fisiologia smetterebbe di respirare i suoi quasi 555 litri di ossigeno quotidiano?     
Solo chi tutto conosce e tutto ha creato può dettare le misure di come tutto funziona, le altre sono opinioni inaudite, vuote, inefficaci, mortali.
Secondo Pietro la misura è sette, secondo Gesù la misura è settanta volte sette. Misure diverse dipendono da prospettive diverse, conoscenze diverse, obiettivi e interessi diversi.
Per come la pensa Pietro se un nostro fratello commette colpe contro di noi, sette sono le volte che dobbiamo perdonargli per vivere in pace, per vivere in Dio, per vivere nella luce.
Secondo Gesù, se un tuo fratello commette colpe contro di te, settanta volte sette è il numero di volte necessarie per misericordiare – termine usato da Gesù – il fratello se vuoi vivere in pace, se vuoi  vivere in Dio, se vuoi vivere, se non vuoi  morire.
Settanta volte sette – numero che segna l’infinito – significa che, se non respiri amore e perdono continuamente, muori, è un dato di funzionamento, è fisica, non metafisica, sono istruzioni per l’uso, non religione.
Secondo Pietro, per vivere nell’amore, basta respirare perdono sette volte, secondo Gesù, per vivere nell’amore e non morire nel corpo e nell’anima, il numero di volte in cui dobbiamo respirare la misericordia da offrire ai fratelli è infinito, come infinite sono le volte in cui il Padre misericordia e perdona noi.