Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 15 Marzo 2020

3a di Quaresima – Anno A

Parola del giorno
Èsodo 17,3-7; Salmo 94,1-2.6.8-9; Lettera ai Romani 5,1-2.5-8; Vangelo di Giovanni 4,5-42

Ascoltate oggi la voce del Signore

Salmo 94,1-2.6-9

Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

1 Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

6 Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
7 È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
8 «Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
9 dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Vangelo di Giovanni 4,5-42

In quel tempo, Gesù 5 giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7 Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9 Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
10
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?»
13
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore - gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16 Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui».
17
Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18 Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
19
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21 Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25 Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26 Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
27
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?» 28 La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?» 30 Uscirono dalla città e andavano da lui.
31
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32 Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33 E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?» 34 Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35 Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36 Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37 In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38 Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
39
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40 E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41 Molti di più credettero per la sua parola 42 e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Pozzo

In Genesi non c’è citazione dello scavo da parte di Giacobbe del pozzo, parola che nella bibbia è generalmente espressa con il termine freàr. Qui, al versetto 6, pozzo è traduzione del termine greco peghè che letteralmente significa “sorgente, zampillante, scaturigine, acqua corrente, onda”.
Riguardo a questo pozzo-peghè Gesù sottolinea: Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete, e con queste parole definisce inutile, avulsa, superata, estranea, inadeguata, inservibile, vana, impotente ogni sorgente a cui l’uomo fa riferimento e dalla quale attinge da milioni di anni per ricevere energia psichica, intellettuale, spirituale, lungo la sua storia. Gesù rivela senza mezzi termini che, servendosi di altre fonti energetiche e procedure comportamentali, l’uomo e l’umanità non troveranno mai il vero benessere interiore e fisico, la vera armonia affettiva e relazionale, la reale evoluzione psichica e scientifica, sociale, umana. Le altre fonti, le altre sorgenti di riferimento, siano esse religioni, imperi, filosofie, culture, tecnica e scienza, non possiedono nemmeno lontanamente l’energia dedicata necessaria all’uomo. L’umanità, che si serve di queste sorgenti estranee, vedrà sparire ciclicamente, nella storia personale e collettiva, tutto ciò che costruisce con tanto sforzo, perché queste sorgenti non possiedono né le energie né le procedure corrette e armoniose per costruire qualcosa che, per la vita, abbia senso che rimanga.
Ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Gesù afferma che solo abbeverandosi alla fonte della sua sorgente, che è la sua persona, il suo amore, la sua Parola, l’umanità potrà costruire un’umanità lontana dalle tensioni, dalle disarmonie, dalla povertà, da ogni penuria di ciò che le serve per vivere. Gesù identifica la sua persona e la sua presenza storica come il superamento di tutto quello che il passato ci ha offerto come sistemi e strutture religiose e spirituali, anzi pone una distanza siderale e incontrovertibile tra il Padre suo e qualsiasi forma religiosa rivelata o meno.
Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna. Questa affermazione rivela che vivere Gesù nell’anima e nelle azioni, secondo le procedure del vangelo, oltre che energeticamente vantaggiosissimo è splendidamente contagioso.
Con Gesù il pozzo diventa sorgente e l’uomo, da recipiente, diventa canale di energia e di amore divini.