Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 2 Marzo 2020

1a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Levìtico 19,1-2.11-8; Salmo 18,8-10.15; Vangelo di Matteo 25,31-46

Salmo 18,8-10.15

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

8 La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

9 I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

10 Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

15 Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.

Vangelo di Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31 «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33 e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
34
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
37
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”
40
E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
41
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42 perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43 ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
44
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”
45
Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46 E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Rispondere ora

In qualsiasi caso, un giorno o un altro, risponderemo a Dio della nostra vita, è certo. Ma non nel modo in cui possiamo immaginare, non nel modo in cui ci siamo o ci hanno abituati a immaginare e a credere.
In realtà questa pagina del vangelo non riporta i termini di un giudizio, non presenta domande e ragionamenti a cui l’uomo deve rispondere, non nomina tribunali e giurie. Il testo non accenna in alcun modo all’appartenenza o meno a una religione, a delle ritualità, alla fedeltà a precetti o all’ortodossia di teologie come a delle discriminanti. In verità, per essere fedeli al testo, in queste righe in cui si narra l’incontro di Dio Gesù con l’umanità, non è chiesto all’uomo di rispondere della propria vita. A una lettura più corretta e attenta del testo appare chiaro che il Figlio dell’Uomo Gesù non chiede un rendiconto all’umanità, ma semplicemente separa l’immensa folla dell’umanità in due grandi ali. Un’ala di umanità è da lui invitata ad andare con lui e da lui è benedetta. L’altra ala di umanità è da lui cacciata via e da lui è maledetta. Questa è l’unica occasione in tutta la storia dell’universo in cui Gesù Dio compie un gesto di separazione e di allontanamento dell’umanità.
In queste righe non è scritto come si dovrà rispondere a Dio al termine della vita, non si tratta di un racconto profetico del giudizio ultimo di Dio sull’umanità: sarebbe banalmente incoerente con tutto il resto del vangelo, più vicino a costruzioni mentali umane che all’infinita larghezza di visuale e di ispirazione divina.
Dio non è una realtà religiosa, non è una realtà rituale, non è un insieme di precetti, non è una serie di doveri, non è una somma di sforzi, non è una giuria assisa, non è l’appartenere a una chiesa o a un’altra. Dio è amore, compassione, condivisione, gioia senza fine nell’unità. Dio è amore, è solo amore, sempre amore, tutto l’amore.
Queste meravigliose righe del vangelo non ci rivelano come risponderemo quell’ultimo giorno, assolutamente no. Ci rivelano potentissimamente e senza possibilità di errore come stiamo rispondendo all’amore, ora, esattamente in quest’istante. Ci danno la misura esatta e perfettamente percepibile di come stiamo rispondendo all’amore, alla condivisione, all’unità, nell’istante presente e non domani. Ci ispirano prospettive meravigliose, ci aprono consapevolezze sconosciute, oltre ogni ragionamento, su come stiamo rispondendo, in questo esatto filamento di tempo e di vita, all’amore e a Gesù Amore che, per le ingiustizie di questo mondo, s’incarna ancora nel numero degli incalcolabili che hanno fame, sete e bisogno di tutto. Queste parole del vangelo non ci rivelano come risponderemo a Dio della nostra vita l’ultimo giorno, ma ci rivelano come stiamo rispondendo all’amore, alla condivisione, all’unità ora, esattamente in questo secondo, in questo preciso istante.
Non sempre la convinzione di rispondere a Dio coincide automaticamente con il rispondere all’amore. In nome di Dio infatti si sono potute compiere anche troppe cose orribili e contro l’amore. Ma se rispondiamo con amore, con reale condivisione, rispondiamo certamente a Dio e da lui saremo benedetti e accolti per sempre nell’ala della sua luce.