Gesù consegna a Pietro e alla chiesa le chiavi del regno dei cieli, e per regno dei cieli non s’intende unicamente l’eterno paradiso della luce, ma anche quel modo, quel certo modo di vivere sulla terra che Dio desidera offrirci attraverso le conoscenze evangeliche e la potenza dello Spirito. Se Gesù consegna delle chiavi a Pietro e alla chiesa, significa che per accedere a quel certo modo di vivere in felicità e nel benessere che Dio desidera per l’uomo ci sono delle porte da aprire, porte che hanno bisogno di quelle chiavi per essere aperte. Queste chiavi sono nel vangelo, sono il vangelo stesso, sono le chiavi della conoscenza, sono le nuove e innovative procedure spirituali e mentali di Gesù che, una volta conosciute e apprese, hanno il potere di modificare completamente la visione mentale e spirituale della vita. Il compito di custodire queste chiavi e di trasmetterle al cuore dell’uomo nella storia, il compito di essere i portinai della trasparenza divina dello Spirito sulla terra è stato consegnato alla chiesa a servizio di tutta l’umanità.
Questa delega divina è un servizio preziosissimo e delicatissimo, la più gigantesca delle responsabilità, perché è in nome di Dio e per il nome del popolo di Dio.
Sono due le tentazioni più velenose che il maligno può sferrare per coloro che hanno questo servizio e questo compito divino di custodire e rivelare agli uomini le chiavi del regno della felicità, della salute, della pace. La prima tentazione è quella di trasformare il servizio di ispirare l’umanità in un potere isterico e fanatico, ed è espressa in Luca 11,46: Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! La seconda e più terribile tentazione è di mantenere il monopolio di queste conoscenze e di questa potenza ispiratrice, per tenere l’umanità soggiogata nell’ignoranza, rendendola facile preda della tirannia e della magia; questa tentazione è espressa in Matteo 23,13: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.
Nell’istante in cui questo servizio primario, sotto il peso di queste due tentazioni, si trasforma in motivo di prestigio, vanagloria, potere, arroganza, ricchezza, prepotenza, Pietro e la chiesa perdono il loro sapore e la loro luce e non servono a null’altro che a essere calpestati e rigettati dagli uomini.