Immaginate di trovarvi improvvisamente davanti a una buca profonda qualche metro scavata dai bracconieri e, in fondo alla buca, una tigre agonizzante, perforata in più parti dai pali appuntiti, piantati come lance nel terreno, immobilizzata e fortemente denutrita. Voi vorreste aiutarla, curare le sue ferite e darle un po’ di cibo, ma come fare? La tigre è lì, in fondo a quella buca, impaurita, arrabbiata, comunque pericolosa per se stessa e per gli altri.
Così Dio Padre ha incontrato l’umanità sua figlia, dopo che Eva aveva strappato il frutto dall’albero del giardino dell’Eden. L’ha trovata caduta e prigioniera nella fossa scavata apposta dal bracconiere Satana, terrorizzata nell’anima, ferita e sanguinante nel cuore, immobilizzata nel corpo, paralizzata nella mente, ignorante, sottomessa e dimentica della sua natura e della sua origine divina, arrogante, ambiziosa, sospettosa, possessiva, sempre arrabbiata e pericolosa per sé e per gli altri.
Come fare per riportarla all’armonia dell’amore e della vita, come fare?
Bisognava avvicinarsi all’umanità lentamente, era necessario guadagnare la sua fiducia, senza forzarla, senza spaventarla ulteriormente. Era necessario curare le sue ferite senza che tentasse di scappare, era indispensabile aiutarla a risalire le pareti scoscese della buca, ma senza sostituirsi a lei, senza ferire la sua dignità e il suo amor proprio.
Dio Padre ha dovuto procedere con estrema lentezza lungo tutta la storia umana per ricondurre lo spirito e il cuore dell’uomo alla luce della conoscenza del suo volto e del suo amore infinito. Un processo lentissimo, scandito dai passi minimi della legge, della legge primordiale, legge della sopravvivenza, i dieci comandamenti, perché l’uomo non rimanesse prigioniero nelle maglie dell’autodistruzione. Un processo di manifestazione della divinità, scandito nei passi incerti dell’umanità; un processo di conoscenza dell’amore divino, scandito nei passi dell’infedeltà umana; un processo di evoluzione, di consapevolezza verso l’eternità, nei passi inermi del tempo. L’amore Dio ha dovuto farsi conoscere inizialmente come legge, perché la legge diventasse l’Amore. L’Eternità ha dovuto farsi tempo e storia, per iniziare il tempo e la storia all’eternità. L’Onnipotenza ha dovuto farsi bambino, uomo, debolezza, perché il bambino, l’uomo, la debolezza tornassero tra le braccia amorevoli dell’onnipotenza del Padre.
Missione di Gesù è dare compimento, portare a compimento questo processo delicato e infinitamente paziente di Dio Padre. Ogni bimbo che nasce sulla faccia della terra è per Gesù un uomo, un figlio di Dio, imprigionato e ferito nella buca, da riportare lentamente, ma inesorabilmente, all’amore di Dio. Gesù ci avvicina delicatamente, non forza il nostro amore, attende con infinita pazienza e grazia. Nella sua vita e nelle procedure evangeliche che ci ha lasciato, Gesù compie il processo di conoscenza, di liberazione, di salvezza, di guarigione, di beatitudine dell’uomo.
Non sono immaginabili la pace, la tenerezza amorosa, la nostalgia divina, la gioia piena nel cuore di Gesù che, dopo tempi e rivolte incalcolabili, infedeltà, lentezze, sofferenze e dolori senza numero dell’uomo, ha potuto dire: io ora vengo a compiere, a completare il processo della vostra liberazione. Io vi aiuto a uscire per sempre dalla buca del Bracconiere, del Nemico, per riportarvi alla bellezza della vita e dell’amore.