Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 16 Febbraio 2020

6a del Tempo Ordinario – Anno A

Parola del giorno
Siràcide 15,16-21; Salmo 118,1-2.4-5.17-18.33-34; Prima lettera ai Corìnzi 2,6-10; Vangelo di Matteo 5,17-37

Salmo 118,1-2.4-5.17-18.33-34

Beato chi cammina nella legge del Signore.

1 Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
2
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

4 Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
5
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.

17 Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
18
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

33 Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
34
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Vangelo di Matteo 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17 «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18 In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. 20 Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
23
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. 25 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26 In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
27
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. 28 Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30 E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34 Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35 né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37 Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».

Dolcissimo Compimento

Immaginate di trovarvi improvvisamente davanti a una buca profonda qualche metro scavata dai bracconieri e, in fondo alla buca, una tigre agonizzante, perforata in più parti dai pali appuntiti, piantati come lance nel terreno, immobilizzata e fortemente denutrita. Voi vorreste aiutarla, curare le sue ferite e darle un po’ di cibo, ma come fare? La tigre è lì,  in fondo a quella buca, impaurita, arrabbiata, comunque pericolosa per se stessa e per gli altri.
Così Dio Padre ha incontrato l’umanità sua figlia, dopo che Eva aveva strappato il frutto dall’albero del giardino dell’Eden. L’ha trovata caduta e prigioniera nella fossa scavata apposta dal bracconiere Satana, terrorizzata nell’anima, ferita e sanguinante nel cuore, immobilizzata nel corpo, paralizzata nella mente, ignorante, sottomessa e dimentica della sua natura e della sua origine divina, arrogante, ambiziosa, sospettosa, possessiva, sempre arrabbiata e pericolosa per sé e per gli altri.
Come fare per riportarla all’armonia dell’amore e della vita, come fare?
Bisognava avvicinarsi all’umanità lentamente, era necessario guadagnare la sua fiducia, senza forzarla, senza spaventarla ulteriormente. Era necessario curare le sue ferite senza che tentasse di scappare, era indispensabile aiutarla a risalire le pareti scoscese della buca, ma senza sostituirsi a lei, senza ferire la sua dignità e il suo amor proprio. 
Dio Padre ha dovuto procedere con estrema lentezza lungo tutta la storia umana per ricondurre lo spirito e il cuore dell’uomo alla luce della conoscenza del suo volto e del suo amore infinito. Un processo lentissimo, scandito dai passi minimi della legge, della legge primordiale, legge della sopravvivenza, i dieci comandamenti, perché l’uomo non rimanesse prigioniero nelle maglie dell’autodistruzione. Un processo di manifestazione della divinità, scandito nei passi incerti dell’umanità; un processo di conoscenza dell’amore divino, scandito nei passi dell’infedeltà umana; un processo di evoluzione, di consapevolezza verso l’eternità, nei passi inermi del tempo. L’amore Dio ha dovuto farsi conoscere inizialmente come legge, perché la legge diventasse l’Amore. L’Eternità ha dovuto farsi tempo e storia, per iniziare il tempo e la storia all’eternità. L’Onnipotenza ha dovuto farsi bambino, uomo, debolezza, perché il bambino, l’uomo, la debolezza tornassero tra le braccia amorevoli dell’onnipotenza del Padre. 
Missione di Gesù è dare compimento, portare a compimento questo processo delicato e infinitamente paziente di Dio Padre. Ogni bimbo che nasce sulla faccia della terra è per Gesù un uomo, un figlio di Dio, imprigionato e ferito nella buca, da riportare lentamente, ma inesorabilmente, all’amore di Dio. Gesù ci avvicina delicatamente, non forza il nostro amore, attende con infinita pazienza e grazia. Nella sua vita e nelle procedure evangeliche che ci ha lasciato, Gesù compie il processo di conoscenza, di liberazione, di salvezza, di guarigione, di beatitudine dell’uomo.
Non sono immaginabili la pace, la tenerezza amorosa, la nostalgia divina, la gioia piena nel cuore di Gesù che, dopo tempi e rivolte incalcolabili, infedeltà, lentezze, sofferenze e dolori senza numero dell’uomo, ha potuto dire: io ora vengo a compiere, a completare il processo della vostra liberazione. Io vi aiuto a uscire per sempre dalla buca del Bracconiere, del Nemico, per riportarvi alla bellezza della vita e dell’amore.