Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 15 Febbraio 2020

5a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Primo libro dei Re 12,26-32; 13,33-34; Salmo 105,6-7b.19-22; Vangelo di Marco 8,1-10

Salmo 105,6-7.19-22

Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

6 Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
7
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.

19 Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
20
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

21 Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
22
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Vangelo di Marco 8,1-10

1 In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: 2 «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. 3 Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
4
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». 5 Domandò loro: «Quanti pani avete?» Dissero: «Sette».
6
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. 7 Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
8
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. 9 Erano circa quattromila. E li congedò.
10 Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

Diversamente consapevoli

Sono molti e diversi i nomi e le rappresentazioni con cui si descrive, lungo la storia, il processo di desertificazione sociale attraverso il quale pochi uomini possiedono e gestiscono le risorse di tutti e mantengono i molti nella miseria e nella depressione sociale. Che siano regni fondati sulla linea del sangue o impalcature religiose costruite sulla presunta volontà divina, che siano prepotenti imperi colonizzatori, dittature tiranniche o tolleranti governi liberali, democrazie illuminate, antiche e nuove repubbliche, il processo, che assicura e garantisce la sproporzione sociale tra il lusso sfrenato, il potere dei pochi e la miseria, la schiavitù dei molti, non cambia, non cambia mai. Questa sproporzione malefica non è frutto del destino indeformabile, di errori politici e sociali, della volontà di Dio, del fato, ma è una scelta, semplicemente una scelta, una scelta precisa e determinata. Rivoluzioni popolari, sconvolgimenti sociali, ribaltamenti ideologici e culturali, guerre su guerre, rivolte di piazza servono unicamente a cambiare e a intorpidire la percezione dei popoli riguardo alla propria miseria e alla propria schiavitù, ma mai, assolutamente mai a cambiare la scelta. Legami familiari, partiti, religioni, patrie e nazioni, bandiere, mode, classi e caste sociali, squadre sportive, blocchi economici non hanno altro scopo che tenere divisi i perdenti, tenerli gli uni contro gli altri, mantenerli deboli intellettualmente, fragili emotivamente, vincibili e controllabili spiritualmente.
Gesù ha compassione, ha infinita compassione del mondo di miseria e tristezza, di ristrettezza e necessità, di scarsità che ci siamo costruiti senza di lui e del modo di vivere che ci siamo dati, che abbiamo accettato ci venisse dato e imposto nella mancanza della sicurezza, della salute, del benessere, dell’armonia, della pace.
Gesù ha compassione per il deserto di solitudine e di inedia che l’uomo si è costruito, in cui ci hanno addestrati a vivere e in cui, a nostra volta, ci siamo poi abituati a sopravvivere. Deserto provocato dalla stupidità e dall’ignoranza dei molti che accettano come un fato intoccabile e una predestinazione divina che pochissimi furbi e potenti possiedano e gestiscano le risorse di tutti.
Gesù non moltiplica il pane solo per la fame di quella sera, ma indica al mondo e a tutti i cuori degli uomini che possiamo vivere diversamente, e per vivere diversamente è necessario essere diversamente consapevoli, diversamente ispirati.
Gesù non compie solo il miracolo del pane, non riempie solo ceste e pance, ma riempie i cuori e la mente di quella gente con la consapevolezza, con l’ispirazione spirituale che dove c’è Gesù, dove si vivono veramente Gesù e il vangelo, ci sono e ci saranno sempre abbondanza e benessere, pace e armonia, condivisione, rispetto della dignità umana e della natura.
La moltiplicazione dei pani ispira la vera unica rivoluzione contro ogni potere forte egemonico e ingiusto. Gesù ispira a diventare nel cuore e nella mente diversamente consapevoli della dignità altissima che ogni figlio di Dio condivide con Dio stesso. Se l’uomo si sente veramente figlio dell’unico Padre, ed è certo di poter ricevere da lui attraverso il proprio ingegno e la propria intelligenza ogni bene e benessere per la vita, non potrà mai in alcun modo consegnare la sua mente e la sua dignità nelle mani di un potente per un pezzo di pane, sotto il peso dell’ansia del necessario.
Gesù ricorda all’uomo che la scelta dei potenti di avere e possedere tutto è una scelta che non si vince nelle piazze con le rivoluzioni o nei campi di battaglia, ma diventando diversamente consapevoli. Consapevoli di essere non figli degli uomini e dei loro addestramenti e retaggi, ma figli di Dio, dell’unico Padre, figli della sua armonia e del suo divino splendido benessere. Se mantenere la propria libertà e dignità, seguendo il vangelo, può procurarci persecuzione e fame, derisione e solitudine, non sarà nient’altro che un onore e Dio stesso provvederà a noi direttamente.
Gesù ci ispira a non rinunciare mai a noi stessi e alla nostra dignità, a non farci mai mantenere dal potere nemmeno a causa della necessità del pane, perché, se non rinunciamo alla nostra divina dignità, Dio stesso provvederà a noi in ogni modo. Gli schiavi resteranno schiavi, i potenti resteranno potenti fino a che tutti non ci sentiremo realmente figli dell’unico Padre.
Nella via del vangelo, per seguire Gesù è possibile scegliere il distacco dei beni, la povertà, la totale fiducia nella provvidenza, ma non la miseria, l’inedia, la necessità continua. L’ansia del pane è frutto dell’inganno di Satana, non può mai né mai potrà essere una scelta, è piuttosto una schiavitù indotta e provocata.