Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 14 Febbraio 2020

Santi Cirillo, monaco e Metodio, vescovo, patroni d’Europa

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 13,46-49; Salmo 116,1-2; Vangelo di Luca 10,1-9

Salmo 116,1-2

Andate in tutto il mondo a proclamare il Vangelo.

1 Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

2 Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Vangelo di Luca 10,1-9

In quel tempo, 1 il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
2
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3 Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
5
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
8
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9 guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Senza fine

“Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi: i due verbi usati dal testo greco sono epanapàuomai, “riposare, stare in quiete, dormire, fermarsi” e anakàmpto, “ritorno, volto indietro, mi volgo, piego indietro”.
È un compito senza fine. Portare pace è un compito senza fine. Portare l’energia della pace è un lavoro che non può smettere mai. Dovremmo sempre e solo chiederci se quello che pensiamo, facciamo e desideriamo ogni secondo porta pace, l’energia della pace o porta altre energie che non sono pace. Una legge dominante terribile e meravigliosa fa sì che chi porta pace può riposare nell’energia della pace che egli stesso ha suscitato, ma chi non porta pace, la perde prima di tutto in se stesso. Portare pace è portarsi pace. Che ci piaccia o no, abbiamo un solo cuore, e non può partecipare contemporaneamente a due energie opposte. Chi è in pace con la propria moglie e i propri figli ma non rinuncia a portare rancore verso il vicino di casa o il collega di lavoro, nel tempo vedrà frantumarsi anche la pace con i suoi cari.
L’uomo ha un solo cuore e ogni secondo può scegliere di cosa alimentarlo. Ogni volta che il nostro cuore compie un giudizio, una mormorazione, una calunnia, si carica d’ira e di collera. Questa sicuramente non è energia di pace, ed è illogico pensare che quella non pace, che parte dal nostro cuore, non procuri danni e morte prima di tutto a noi stessi. Così per ogni cuore, che umilmente cerca la pace e muove energia di pace, è certo che prima di tutto assicura salute e benessere a se stesso. Quando la pace non riposa nel cuore dell’uomo, il cuore dell’uomo non riesce più a riposare.