Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 12 Febbraio 2020

5a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Primo libro dei Re 10,1-10; Salmo 36,5-6.30-31.39-40; Vangelo di Marco 7,14-23

Salmo 36,5-6.30-31.39-40

La bocca del giusto medita la sapienza.

5 Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
6
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.

30 La bocca del giusto medita la sapienza
e la sua lingua esprime il diritto;
31
la legge del suo Dio è nel suo cuore:
i suoi passi non vacilleranno.

39 La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
40
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

Vangelo di Marco 7,14-23

In quel tempo, Gesù, 14 chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15 Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». [16]
17
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18 E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19 perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?» Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20 E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. 21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22 adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23 Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Da dentro

Per quello che sta spiegando, Gesù ora chiede molta attenzione, chiede tutta l’attenzione dell’uomo.
Gesù afferma che ciò che è fuori dell’uomo non può nuocere all’uomo. Ciò che invece può nuocere all’uomo viene da dentro l’uomo stesso. Perché?
Tutto ciò che è fuori dell’uomo deriva e proviene, è creato e voluto dal cuore pensante di Dio, dal Logos creatore. Tutto ciò che è creato dal cuore di Dio nasce dall’unità, ha come scopo l’unità, vive e tende verso l’unità del tutto e dell’uno. Quello invece che è creato dai pensieri della mente umana, quello che dal logos, dal dialogo interiore dell’uomo viene prodotto come intenzioni e azioni e viene proiettato fuori, non è detto che nasca dall’unità e abbia come scopo ultimo l’unità del tutto e dell’uno.
La distinzione che pone Gesù davanti agli occhi di tutta l’umanità non è tra il mondo di fuori, il mondo esterno e il mondo di dentro, il mondo interiore: Gesù distingue due mondi che derivano da due modi di pensare. C’è il mondo creato, uscito dal di dentro di Dio, dal Logos divino, che è nato dall’unità ed è proteso all’unità e all’unione, e c’è il mondo che esce dal di dentro dell’uomo, dal logos umano, in grado di dare vita a intenzioni e realtà che non derivano dall’unità e non tendono all’unione. Ecco perché non dal dialogo interiore di Dio, ma solo dal dialogo interiore dell’uomo possono nascere le cose cattive. In particolare il termine greco qui usato per esprimere “cose cattive” non è l’usuale neutro plurale dell’aggettivo kakòs, “cattivo”, ma quello dell’aggettivo poneròs, “ciò che causa sofferenza, tormento”, aggettivo che descrive, appunto, una situazione di fatica, sforzo, pena, afflizione, cattive condizioni. Secondo Gesù le cose cattive non sono tali per prescrizione morale, ma perché realmente affaticano la vita, conducono a cattive condizioni interiori, a condizioni pericolose per la vita, a cose inutili, a situazioni faticose che portano danno e divisione. Questa distinzione tra il Logos divino e il logos umano è una fonte luminosissima di conoscenza che, se compresa e accettata, impedisce definitivamente all’uomo di pensare male di Dio, di considerare che Dio possa essere la causa e l’origine del male e della divisione, della fatica e del pericolo nella vita. Comprendere questa verità rende impossibile alla mente umana, che è alla ricerca dei motivi e delle cause della sua fatica, della morte, della sofferenza, della malattia, di mettere in carcere, come colpevole di tutto, l’innocente, Dio.
Non è fuori, ma nel mondo interiore, nel logos della propria mente che l’uomo deve cercare le cause della guerra, dei conflitti, dell’odio, della sofferenza, del dolore, della fatica del vivere, della tristezza, della desolazione e della paura. Allo stesso modo non è fuori, ma è nel proprio logos interiore che, con l’aiuto di Dio, si può cominciare a intessere pensieri di pace, di umiltà, di guarigione, di gratitudine e gioia secondo il mondo di Dio e le procedure evangeliche di Gesù.