Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 5 Febbraio 2020

4a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Secondo libro di Samuèle 24,2.9-17; Salmo 31,1-2.5-6.11; Vangelo di Marco 6,1-6

Salmo 31,1-2.5-6.11

Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.

1 Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
2
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

5 Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

6 Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia;
quando irromperanno grandi acque
non potranno raggiungerlo.

7 Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione:
11
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

Vangelo di Marco 6,1-6

In quel tempo, 1 Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2 Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3 Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?» Ed era per loro motivo di scandalo.
4
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5 E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6 E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Le figlie

La paura, quando si unisce all’energia dei circuiti mentali dell’uomo, si trasforma, a seconda delle esperienze della persona, dell’orientamento mentale, in depressione, disperazione, aggressività. Queste le tre figlie della paura. Depressione è quando la paura diventa una coperta per coprirsi dalla solitudine, dal fallimento, dalla delusione di se stessi per ciò che non si è voluto donare e per ciò che non si è riusciti a offrire per amore. Disperazione è quando la paura si trasforma in un tribunale per accusare la vita e gli altri per ciò che ci hanno tolto e portato via. Aggressività è quando la paura si trasforma in desiderio di dominio, in sete di vendetta, in orgoglio giudicante, in egoismo sfrenato, l’egoismo, che non è principalmente fare quello che si vuole, ma è far fare agli altri quello che vogliamo noi. Il depresso è presuntuoso perché pensa che la sua paura sia così unica, speciale, così diversa da tutte da essere perfino amabile. Il disperato è arrogante perché pensa che la sua paura sia la più invincibile del mondo, invincibile perfino da Dio. L’aggressivo è orgogliosamente violento perché ha trasformato la sua paura in un delirio di onnipotenza per dominare gli altri e sottometterli al suo malato volere. La paura, che sia sotto forma di depressione, di disperazione o di aggressività, si esprime con un linguaggio comune e ben riconoscibile: il disprezzo. La paura si esprime sempre con il disprezzo. La depressione si esprime con il disprezzo di sé, la disperazione con il disprezzo di Dio e della vita, l’aggressività con il disprezzo degli altri.
Ecco cosa incontra Gesù quando torna nella sua terra natale, tra quelli di casa sua. Trova disprezzo che è la lingua della paura ed è ovvio che in un clima del genere non poteva che trovare velenosa, fredda incredulità e sospetto. Ecco cosa deve per forza subire il profeta nella sua terra, tra i suoi. Ecco cosa provoca lo stato psichico della paura infusa da Satana e dai suoi demoni tra i circuiti della mente dell’uomo: la paura genera depressione, disperazione, aggressività, tre figlie che non conosceranno che il linguaggio del disprezzo e l’orientamento mentale e spirituale dell’incredulità. Non c’è verso, sarà così fino a quando sarà la paura a dirigere i pensieri e le scelte dell’uomo.
Gesù sapeva cosa avrebbe trovato a casa sua, tra i suoi, ma sapeva anche che la sua vera casa e la sua vera e unica famiglia è il popolo di Dio, tutti i figli di Dio che lo cercano e lo amano con cuore sincero. Gesù di certo, anche se è passato per casa, non si è fermato in quella casa, così come i profeti dell’umanità non potranno mai essere rinchiusi tra le mura di una patria, di una famiglia o delle convenzioni umane.