Pregare, lodare, cantare Dio è la realtà più potente in terra e in cielo. Chi prega con amore e forza e con un po’ di fedeltà potrà assistere, nel senso bello del termine, al finimondo nella propria vita, potrà sperimentare cose inaudite, potenze sconosciute, intelligenze non raggiungibili. Perché? Perché pregare, cantare adorando e adorare cantando è unirsi, unirsi a Dio. Anna, la bellissima nonna profetessa, prende in braccio Gesù e a lui si stringe nel modo più potente possibile per un uomo, lodando. Si mise anche lei a lodare Dio: il verbo è anthomologhèomai, generalmente tradotto con “rendo lode, ringrazio, confesso”. Formato dal prefisso antì, “a mia volta”, unito al verbo omologhèo, “sono d’accordo, riconosco”, anthomologhèomai significa letteralmente “sono d’accordo, mi accordo, mi unisco, faccio un patto, corrispondo”. Pregare, lodare, adorare è un’azione potentissima: permette al cuore umano di unirsi a Dio e alla sua divina energia e al tempo stesso di separarsi da tutte le alleanze umane che non hanno altro scopo satanico che dividere l’uomo da se stesso, dagli altri, dal creato, da Dio.
Pregare è unire, è unirsi. Pregare è l’opposizione più potente che esista a ogni forma di divisione e separazione.