Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 26 Gennaio 2020

3a del Tempo Ordinario – Anno A

Parola del giorno
Isaìa 8,23b-9,3; Salmo 26,1.4.13-14; Prima Lettera ai Corìnzi 1,10-13.17; Vangelo di Matteo 4,12-23

Il Signore è mia luce

Salmo 26,1.7-9.13-14

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

1 Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

7 Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
8 Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!»
Il tuo volto, Signore, io cerco.

9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
14 Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Vangelo di Matteo 4,12-23

12 Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13 lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «15 Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
 sulla via del mare, oltre il Giordano,
 Galilea delle genti!
 16 Il popolo che abitava nelle tenebre 
vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte 
una luce è sorta».
17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». 18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
23 Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

L’azienda di famiglia

Giacomo (in ebraico, “colui che segue Dio”) e Giovanni (in ebraico, “Dio è grazia, benevolenza”), giovani dal carattere impetuoso – verranno definiti da Gesù “i figli del tuono” – vivevano con il padre Zebedeo e la madre Salomè a Betzaida, sulla riva del lago di Genezaret, detto anche mare di Galilea. Avevano una piccola industria di pesca. Data l’abbondanza dei pesci nel lago, l’azienda-impresa prosperava molto bene a tal punto che si poteva permettere, assieme ai servi, anche alcuni dipendenti-garzoni e barche di loro proprietà, con cui pescavano tramite reti dette “tramagli”, migliori e più costose di quelle usate dai pescatori poveri. L’azienda Zebedeo&figli, come riferisce Luca, era in “società” con la ditta di Pietro e Andrea. 
I figli di Zebedeo potevano disporre anche di molto tempo libero, infatti si sa che Giovanni l’evangelista andava al Giordano intere stagioni per ascoltare la predicazione dell’Immergitore Giovanni e per vivere con lui come suo discepolo.
Più tardi i due fratelli fanno altrettanto per seguire Gesù come pure la loro madre Salomè, lasciando solo il padre Zebedeo e i servi a gestire l’azienda di pesca.
La nuova “ditta” della chiesa non nasce perciò da zero, non nasce dal nulla, nasce da un’azienda di famiglia, azienda di pescatori, da una struttura semplice e funzionante, che simbolicamente compie già il lavoro che la chiesa dovrà svolgere per sempre: pescare, pescare uomini a Dio, per la sua rete d’amore, la migliore rete della vita, la migliore rete per l’eternità. Gesù ci ha lasciato la chiesa come l’azienda di famiglia dell’umanità con l’incarico spirituale più importante e determinante della storia: l’incarico di liberare gli uomini dall’ignoranza, dalla schiavitù dei poteri umani, e di ispirare l’amore, il perdono, la pace, per una vita senza fine.