Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 4 Gennaio 2020

Parola del giorno
Prima Lettera di Giovanni 3,7-10; Salmo 97,1.7-9; Vangelo di Giovanni 1,35-42

Salmo 97,1.7-9

Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Oppure: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

7 Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
8
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

9 Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Vangelo di Giovanni 1,35-42

In quel tempo, Giovanni 35 stava con due dei suoi discepoli 36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!» 37 E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
38
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?» Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?» 39 Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42 e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Agnello

In greco agnello si dice amnòs. Nei quattro vangeli questo termine compare due volte, e precisamente qui, nel primo capitolo di Giovanni, dove è usato esclusivamente per designare Gesù, Gesù servo di Dio, mite come agnello, agnello come vero agnello pasquale. Cosa strana è che questa immagine di Gesù-agnello non ha radici nel giudaismo. La lingua aramaica tuttavia – lingua parlata dai discepoli – può venirci in soccorso. La parola aramaica talya’ infatti ha il doppio significato di “agnello” e “servo”. Secondo le parole profetiche di Isaia, Gesù è il servo di Diotalya’ de’laha’ in aramaico – le stesse parole usate da Giovanni l’Immergitore per descrivere Gesù, parole traducibili dall’aramaico anche come agnello di Dio.
Questa umanità dovrà ripartire dalle rovine sconcertanti e incandescenti della sua arroganza e ignoranza, e dovrà ripartire umilmente, molto umilmente sulle ali della bianca colomba del Santo Spirito Paraclito e sulle orme dei passi di un agnello, l’Agnello di Dio, Gesù. La Colomba dello Spirito ci insegnerà a vivere volando nella grazia della gratitudine e della compassione, l’Agnello Gesù ci indicherà i passi dell’umiltà e della vera intelligenza, e sarà un viaggio meraviglioso. Viaggio che può cominciare oggi stesso.
Non opporre al mondo alcun combattimento per cambiare le cose ma impara a muoverti con le ali compassionevoli della Colomba e i passi umili e amorosi dell’Agnello.