Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 31 Dicembre 2019

7° giorno fra l’ottava di Natale

Parola del giorno
Prima Lettera di Giovanni 2,18-21; Salmo 95,1-2.11-13; Vangelo di Giovanni 1,1-18

Salmo 95,1-2.11-13

Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Oppure: Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

11 Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
12
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

13 Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Vangelo di Giovanni 1, 1-18

1 In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2
Egli era, in principio, presso Dio:
3
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
4
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
6
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
9
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
11
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
12
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
16
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
17
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Nuovo nome

Giovanni annuncia Gesù al mondo con un nuovo nome. È un nome che nasce tutto dalla sua personalissima esperienza con Gesù, un’esperienza singolare e unica, un’esperienza di amore e di complicità, di unione e preferenza inspiegabili quanto potenti, tanto che il vangelo descrive Giovanni come il discepolo che Gesù amava. Non ci è dato di comprendere cosa può aver significato quell’amore speciale, preferenziale, indiscutibile di Gesù per Giovanni; ci è dato solo d’immaginare cosa possa significare anche solo per un istante la preferenza e la predilezione di Colui che è l’amore stesso, la bellezza innominabile, la compassione infinita. In quali oceani di eternità può condurre un solo istante della sua preferenza? Cosa avrà vissuto e provato Giovanni, cosa avrà compreso del cuore di Gesù, della sua gloria divina, della sua misericordia, della sua luce, della sua grazia, della sua libertà, del suo cuore intimo pulsante, del suo dialogo interiore? Non ci è dato di saperlo, ma quel nome benedetto e unico, nuovo e ancora sconosciuto, con cui Giovanni ci racconta e annuncia il suo Gesù, non può che essere una sintetica quanto meravigliosa traduzione di tutta la sua esperienza con Gesù: Logos. Per Giovanni, Gesù è il Logos di Dio fatto carne. Noi traduciamo Logos con Verbo, letteralmente, la Parola. Il Logos greco corrisponde al Davar ebraico, un termine che nel mondo biblico si è caricato di tutta la forza vitale e dinamica della potenza creatrice di Dio. Davar esprime al tempo stesso il movimento creativo di Dio e il suono, la vibrazione originaria, la Frequenza Madre da cui tutto ha vita e movimento.
In seno al termine Logos Giovanni raccoglie non solo la parola Davar, con tutta la potenza del suo consueto significato biblico, ma abbraccia anche il significato di qualcosa che nemmeno il termine ebraico Davar poteva esprimere. Logos, dalla radice leg-, ha il significato fondamentale di “raccogliere, riunire, dare un ordine intimo, rendere manifesto un dialogo interiore, unire”. Logos è raccogliere per unificare.
Logos è il dialogo interiore, in questo caso il dialogo interiore di Dio. Ma quale può mai essere il dialogo interiore di Dio se non l’amore? Giovanni fa di questo termine Logos il cuore stesso dell’inno sublime che segna l’inizio del suo vangelo e in questo termine rivela e annuncia tre meravigliose realtà.

Prima. Annuncia il Messia, il Cristo, l’Unigenito del Dio Padre, con un nome assolutamente nuovo e innovatore, il Dialogo interiore di Dio.

Seconda. Annuncia e manifesta anche la missione terrena del Messia, la sua divina intima identità, il compito datogli dal Padre di unificare e raccogliere nell’amore e nello Spirito Paraclito tutti gli esseri del creato.

Terza. Annuncia e rivela la sua straordinaria e unica esperienza umana e spirituale con Gesù, un’esperienza di amore e complicità, di predilezione e amorosa preferenza senza precedenti.