Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 28 Dicembre 2019

Santi innocenti martiri

Parola del giorno
Prima Lettera di Giovanni 1,5-2,2; Salmo 123,2-5.7ab.8; Vangelo di Matteo 2,13-18

Salmo 123,2-5.7ab.8

Chi dona la sua vita risorge nel Signore.
Oppure: A te grida, Signore, il dolore innocente.

2 Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

4 Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
5 allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

7 Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.

8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Vangelo di Matteo 2,13-18

13 I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
14 Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
16 Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
17 Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: 18 «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».

A cosa porta

Erode non sa come affrontare la nascita del bambino Gesù, non capisce, non riesce a comprendere come tenere la situazione sotto controllo, è spaventato, incerto, si sente senza vie di fuga, non vuole rischiare sorprese, non sa proprio cosa fare. Allora sceglie una via, l’unica che conosce, l’unica via che sa praticare: si lascia portare dal furore dell’ira, si lascia guidare dalla guerra del cuore, dalla vendetta dell’anima. A cosa può mai portare la furia dell’ira, se non alla guerra e alla morte? Anche le più sante intenzioni e le motivazioni più giuste e doverose, se s’innervano nella furia dell’ira, diventano fanatismo violento e servono solo e unicamente a far crescere il buio della tenebra di Satana.
L’ira è il sentimento del cuore di Satana, la rabbia è il suo sangue, la vendetta il suo battito. A cosa porta il furore dell’ira? Non può portare che alla guerra, alla morte, alla distruzione, alle tenebre. Il furore dell’ira non è mai l’unica risposta possibile, è la risposta che incatena ogni cosa nella prigione della morte e della paura. Erode non conosce altra strada, non conosce altre vie e, anche se le conosce, ha scelto di non praticarle. La vera ignoranza, la vera stupidità dell’uomo ha origine esattamente in questo, nel pensare e nel credere che il furore dell’ira sia l’unica strada per affrontare le difficoltà e i problemi della vita. Credere che non esista altra via che il furore dell’ira è lo stesso di credere che Dio non esiste, che Dio non c’è.
I Magi, dopo l’incontro con Gesù bambino, hanno trovato un’altra strada per il ritorno al loro paese, perché c’è sempre un’altra strada per superare Erode e le difficoltà, c’è sempre un’altra via: la via della provvidenza, la via della gratitudine, la via dell’accettazione, la via dell’amore, la via di Dio.