Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 19 Dicembre 2019

Feria di Avvento

Parola del giorno
Giudici 13,2-7.24-25a; Salmo 70,3-4a.5-6a.16-17; Vangelo di Luca 1,5-25

Salmo 70,3-4a.5-6a.16-17

Canterò senza fine la tua gloria, Signore.

3 Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
4 Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

5 Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
6 Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

16 Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
17 Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Vangelo di Luca 1,5-25

5 Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6 Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7 Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
8 Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9 gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
10
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11 Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12 Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. 13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14 Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15 perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16 e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17 Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». 18 Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». 19 L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. 20 Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
21
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22 Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
23
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24 Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25 «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

Disegno

Facciamo parte di un immenso e straordinario disegno di Dio che, secondo la sua volontà, è tutto e in ogni istante proteso al totale benessere e alla felicità degli uomini ed è, al tempo stesso, sempre e completamente aperto e rispettoso della libertà della loro risposta. Essere nel disegno di Dio ed essere nella volontà di Dio non è la stessa cosa.
Gabriele, l’arcangelo che afferma di sé: Io sono Gabriele che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio, è parte del disegno di Dio e fa parte della volontà del Padre. La risposta dubbiosa e quasi irrispettosa di Zaccaria è parte del disegno di Dio, che prevede il rispetto assoluto di ogni libera risposta dell’uomo, ma non è parte della volontà di Dio che mai e poi mai potrebbe desiderare per l’uomo una risposta così incerta e dubbiosa a un annuncio divino così incredibile e per la salvezza di tutto il cosmo. Il diventare sordomuto di Zaccaria non è una vendetta di Dio, non è una punizione, è una disarmonia che segnala nell’uomo la dicotomia, la divisione tra il disegno divino e la volontà divina. Zaccaria, nel tipo di risposta, fa certamente parte del disegno divino, che prevede la libera risposta dell’uomo, ma non fa parte della volontà di Dio. L’armonia e la pace nell’uomo accadono quando l’uomo riesce con amore a far parte del disegno di Dio e a farlo secondo la volontà di Dio.
Gestire in modo armonioso e giusto le risorse della terra, per il benessere di tutti gli uomini, è volontà di Dio, ma entra a far parte del disegno divino, per l’incredibile libertà donata all’uomo, anche la risposta disarmonica e scorretta dell’uomo che inquina l’aria e l’acqua.
Gesù, il Figlio amatissimo, ucciso e massacrato nella croce, entra a far parte del disegno del Padre, ma non della sua volontà. Allo stesso modo, la malattia dell’uomo entra a far parte del disegno del Padre ma mai e poi mai è frutto della sua amorosa volontà. Così è anche per la morte. La morte fa parte dell’immenso disegno divino, della libera risposta dell’uomo, ma mai, assolutamente mai, fa parte della volontà, del volere e del desiderio divino. La Parola di Dio su questo è chiarissima e inequivocabile. In Sapienza 1,12-15 è scritto: Non ricercate con ansia la morte nell’inganno (con l’errore) della vostra vita, e non attraete la distruzione nelle opere delle vostre mani. Perché Dio non ha creato la morte e non si compiace per la rovina dei viventi. Perché egli ha creato tutte le cose verso l’essere; e le origini del mondo furono sane-salve e non vi era in esse alcun veleno di distruzione, né vi era regno di inferno sopra la terra. La giustizia infatti è immortale (traduzione letterale dal testo greco). E ancora il libro della Sapienza (2,24) dice: Per invidia del Diavolo la morte è entrata nel mondo (traduzione letterale dal testo greco).