Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 16 Dicembre 2019

3a settimana di Avvento

Parola del giorno
Numeri 24,2-7.15-17b; Salmo 24,4-5b.6.7c-9; Vangelo di Matteo 21,23-27

Fammi conoscere

Salmo 24,4-5b.6.7c-9

Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

4 Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
5 Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

6 Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore che è da sempre.
7 Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

8 Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
9 guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Vangelo di Matteo 21,23-27

In quel tempo, Gesù 23 entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?»
24
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. 25 Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?»
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?” 26 Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». 27 Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Quale autorità?

Versetto 23: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?»
Il termine greco exousìa, tanto usato nei vangeli e qui tradotto con “autorità”, è un termine che ha la doppia valenza semantica di parola e segno. Exousìa è un insegnamento che opera, una Parola che insieme muove e realizza. Exousìa indica in generale la facoltà, il permesso, la libertà, la possibilità, di conseguenza si può tradurre con “potere, potenza, signoria”, da cui anche “abbondanza di mezzi, splendore”.
I dottori della legge chiedono a Gesù da dove gli viene tale autorità, che non è certo quella di tipo tecnico-intellettivo derivata loro dallo studio della grammatica e dalla scrittura o più precisamente dalla ripetizione delle opinioni dei grandi maestri della Legge che li avevano preceduti.
Con quale autorità, Gesù, insegni cose mai sentite? Con quale autorità riveli verità e procedure nascoste ai dotti e ai sapienti della terra? Con quale autorità spieghi cose che illuminano la mente, scaldano il cuore, aprono prospettive infinite, cose di cui gli accademici non sanno niente? Con quale autorità, Gesù, con le tue parole ispiri, ispiri, ispiri? Ispiri al cambiamento invece che alla ripetizione, ispiri felicità invece di ricerca di successo, ispiri al distacco invece che al possesso, ispiri a lasciar andare invece che a trattenere? Ispiri alla provvidenza invece che alla sfortuna, ispiri pace invece che vendetta e giusta punizione? Con quale autorità ispiri all’amore invece che al dovere, ispiri a seguire i desideri di Dio nel cuore invece che a sottomettersi alle aspettative degli altri? Con quale autorità ispiri a non risolvere le nostre disarmonie personali e sociali in modo sintomatico, ma a trovare il rimedio cercando di capirne umilmente e sapientemente le cause? Con quale autorità fai questo, Gesù? Non è forse un tuo abuso di potere?
Con quale autorità dico ciò che dico?
Con la stessa autorità, con la stessa potenza e splendore con cui anche oggi ho detto al sole di levarsi dall’orizzonte e di procedere nel suo cammino, tirandosi dietro il vostro pianeta in giro per l’universo in mezzo a cento milioni di miliardi di stelle.

La stupidità, con la stessa protervia con cui non vede l’evidenza della realtà e non riconosce il linguaggio della razionalità, chiede a Dio il motivo del suo splendore e della sua potenza.