Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 10 Dicembre 2019

2a settimana di Avvento

Parola del giorno
Isaìa 40,1-11; Salmo 95,1-3.10a.10c-13; Matteo 18,12-14

Salmo 95,1-3.10.10-13

Ecco, il nostro Dio viene con potenza.

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
10
Dite tra le genti: «Il Signore regna!»
Egli giudica i popoli con rettitudine.

11 Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
12
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Esultino 13 davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Vangelo di Matteo 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 12 «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? 13 In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. 14 Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

La smarrita

Ma chi è la smarrita?
Che cos’ha di così importante che il suo smarrimento fa scatenare tanta tensione di ricerca e il suo ritrovamento provoca tanta gioia?
Perché davanti alla smarrita le novantanove che rimangono non provocano la stessa passione e attenzione agli occhi del pastore?
In qualsiasi caso le novantanove assicurate nel recinto non procurano gioia, eccitazione e rallegramenti come la smarrita ritrovata.
La smarrita è ciascuno di noi, uno qualsiasi di questi piccoli quando perde la strada, quando perde la luce dentro, quando perde il gusto del sale dell’intelligenza dello spirito.
La smarrita siamo noi, siamo tutti noi quando perdiamo la via dell’amore. La smarrita siamo noi quando perdiamo la pace dentro e inforchiamo la via della paura, del giudizio, del rancore.
Ma perché il cuore del Pastore Eterno è così preso da quell’acuto e irrefrenabile senso di ricerca per la smarrita? Per amore, per amore infinito, per compassione e infinita misericordia certo. Ma non è tutto. E come si spiega tutta la gioia e l’eccitazione del Pastore Eterno, descritta nel vangelo, per il ritrovamento di uno solo, di uno solo dei suoi piccoli?
Nella visione del tutto e dell’uno, nella visione assoluta del cuore divino, il pericolo per la smarrita in verità non sta nel fatto che si è persa, ma che si è isolata, si è separata.
Solo Dio sa nel suo cuore quanto e come il diavolo separatore stia lottando contro i figli di Dio. Il diavolo da sempre e senza pause, in ogni modo, tempo e forma, con ogni mezzo e strategia cerca una e una sola cosa soltanto: che ci separiamo da Dio, dall’unità, dall’amore.
Per il cuore di Dio il vero problema della smarrita non è che si è smarrita, non è che si è perduta, non è che ha peccato o sbagliato, il vero problema è che la smarrita rischia di separarsi dal tutto e dall’uno. Non il peccato in sé è il problema, ma il peccato in quanto capace di portare separazione è il problema. Quando il Pastore Eterno ritrova uno solo di questi suoi piccoli, la gioia celeste si scatena in grida e canti di gioia altissimi perché non sono le novantanove che fanno unità, ma le novantanove più la smarrita sono il tutto e l’uno dell’amore di Dio.