Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 25 Novembre 2019

34a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Danièle 1,1-6.8-20; Salmo: Danièle 3,52a.52c-53a.54a.55a.56a; Vangelo di Luca 21,1-4

A Te la lode e la gloria

Daniele 3,52a.52c-53a.54a.55a.56a

A te la lode e la gloria nei secoli!

52 Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
benedetto il tuo nome glorioso e santo.

53 Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
54 benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

55 Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini.
56 Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Vangelo di Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, 1 alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
2
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, 3 e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. 4 Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Spiccioli

C’è un modo sicuro, comprovato, assolutamente funzionale per impedire alla propria essenza divina di svilupparsi, di evolversi, di riacquistare consapevolezza spirituale e intellettuale. C’è un modo infallibile, certo, assolutamente efficace per tradire il proprio io divino e rinnegare la propria identità, per non raggiungere alcuna realizzazione personale, per non far fruttificare i propri talenti e doni. Qual è questo modo? Pensare, scegliere, agire, vivere per non deludere gli altri. Questo è il modo sicuro per annullare se stessi.
Quando l’uomo sceglie quello che sceglie, compie quello che compie, vive quello vive, per non deludere gli altri, non può realizzare pienamente le proprie capacità e ricchezze e può offrire di se stesso solo il superfluo, può offrire gli spiccioli della propria bellezza, regalità e nobiltà. Perché vivere per non deludere gli altri è così desostanziante per l’uomo? Perché chi vive per non deludere gli altri, in realtà vive solo ed esclusivamente immerso nell’ambizione e nella competizione, per garantirsi plauso, approvazione, conferma, apprezzamento dagli altri. In pratica, chi vive per non deludere gli altri, vive per appagare se stesso nel modo più subdolo e viscido.
Quando l’uomo sceglie quello che sceglie, compie quello che compie, vive quello vive, per compiacere le attese della famiglia, accontentare gli altri nelle relazioni, soddisfare le aspettative degli altri nel lavoro, sostenere il modo di pensare degli altri, appoggiando culture e ideologie, soddisfare le pretese del mondo del mercato, appagare i desideri del sistema dell’addestramento, non può compiere la propria evoluzione, non può sviluppare la propria indole e il proprio fascino, e di se stesso può offrire alla vita solo il superfluo. Ma perché? Semplicemente perché quando una persona dà tutta se stessa per non deludere gli altri, significa che vive, percepisce, considera gli altri come delle divinità, e dunque è già caduta nell’abisso dell’idolatria, è entrata in uno stato di ipovibrazioni, determinato da informazioni ed energia di basso profilo.
Chi vive per non deludere gli altri, vive in uno stato ipovibrazionale, perché raccoglie dalla vita e da se stesso solo spiccioli di informazioni e spiccioli di energia, quindi di se stesso non può che donare spiccioli di vibrazioni. Quando l’uomo vive per non deludere gli altri, vive in uno stato vibrazionale connesso al dovere e non all’amore, al regolamento, non alla felicità. Quando l’uomo vive per non deludere gli altri, non cresce nel talento, non acquisisce metodo, non sa sviluppare idee innovative, non può essere realmente creativo, non può essere fattivamente produttivo. Quando l’uomo vive per non deludere gli altri, non può che offrire alla vita, a Dio e agli altri il superfluo di se stesso, gli spiccioli.
L’uomo che offre gli spiccioli non potrà mai trovare il tesoro.