Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 19 Novembre 2019

33a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Secondo libro dei Maccabèi 6,18-31; Salmo 3,2-7; Vangelo di Luca 19,1-10

Salmo 33,2-7

Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce.
Oppure: Il Signore è con noi nell’ora della prova.

2 Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
3
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

4 Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
5
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

6 Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
7
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

Vangelo di Luca 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1 entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
5
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!»
8
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Giudicare

È la prima forma di male che l’uomo ha compiuto. È il male che è all’origine di tutto il male. È il male che è il denominatore comune di tutto il male che l’uomo può immaginare, pensare, progettare, compiere. Nemmeno la più piccola azione malvagia, violenta, distruttiva potrebbe esistere senza questa forma originaria del male. È l’ultima forma di male che l’uomo compirà. È il male più potente che l’uomo possa compiere. Nessun male colpisce l’uomo in modo così totale, integrale, completo, globale, minuzioso. È il male che in assoluto possiede il coefficiente di espansione globale e capillare più elevato. Nessun male che l’uomo può pensare e compiere si moltiplica così velocemente e trasversalmente in tutte le dimensioni e attività dell’uomo. È il male che è all’origine di tutta la violenza che l’uomo compie, perché è l’essenza stessa della violenza. È il male che è all’origine di tutta l’ingiustizia che l’uomo compie, perché è l’essenza stessa dell’ingiustizia. È il male che è all’origine di tutta l’invidia e la gelosia che l’uomo può vivere, perché è l’essenza stessa dell’invidia e della gelosia. È il male che è all’origine di tutta la sete di possesso e di dominio che l’uomo può provare, e di tutto il male che la sete di possesso e di dominio può provocare all’umanità, perché è l’essenza stessa della sete di possesso e di dominio. È il vero male che ha il potere di sconnettere l’uomo da Dio, da se stesso, dall’umanità, dalla natura. È il vero male che snatura l’uomo da dentro, che lo decompone e lo destruttura. È il vero male che ha la potenza di corrodere gli affetti, disintegrare le relazioni, massacrare i rapporti umani, avvelenare l’amore. È il male che è all’origine di tutte le forme di aggressività, opposizione, conflitto, ostilità, scontro, guerra, distruzione. Ogni ferita emotiva subita e causata ha origine da questo male, ogni depressione psichica ed emotiva ha origine da questo male, ogni forma di demenza ha origine da questo male. È il male che preme il grilletto di ogni colpo d’arma da fuoco. È il male di cui è composto l’amalgama del materiale di cui è fatto ogni proiettile. È la miscela esplosiva di cui è carico ogni ordigno, bomba, missile. È il male che ha la forza di bloccare l’energia e distruggere le informazioni elettrochimiche di cui l’uomo è fatto.
Ma qual è questo male primordiale e globale, che tutto avvelena e uccide? Giudicare. Giudicare è il male che è all’origine di tutti i mali. Nel gan Eden, “giardino dell’Eden”, è iniziato con l’uomo e la donna. Essi, ingannati dall’iniziatore del giudizio e del giudicare, Satana, hanno giudicato Dio, e, all’istante, hanno giudicato se stessi e immediatamente sono esplosi nel giudizio tra di loro. Giudicare è diventato il modo consueto di pensare di Caino e l’energia letale che l’ha spinto a bagnare la terra del primo sangue umano, sparso per violenza. Il diluvio ha sommerso un’umanità impestata dal giudicare, così impestata che era diventata un’umanità ignorante, senza alcuno spiraglio di sapienza, precipitata sull’orlo dell’autodistruzione. Di giudizi, anzi di un modo globalizzato e omologato di giudicare, erano fatti i mattoni usati per costruire la gigantesca torre innalzata dall’uomo nella piana di Babel. La trinità di morte di Satana è giudicare Dio, giudicare se stessi, giudicare gli altri. Giudicare Dio conduce inevitabilmente alla necrosi cerebrale e di tutto il sistema neurologico, porta alla pazzia in tutte le sue multiformi espressioni. Giudicare Dio fa gustare all’uomo la paura sotto forma dello stato emozionale del panico e dell’ansia. Giudicare se stessi conduce inevitabilmente alle malattie, dove si assiste alla degenerazione del sistema immunitario. Giudicare se stessi fa gustare all’uomo la paura sotto forma dello stato emozionale dei sensi di colpa e dell’insicurezza. Giudicare gli altri conduce inevitabilmente alle malattie dove sono presenti disarmonie a livello endocrino-ghiandolare. Giudicare gli altri fa gustare all’uomo la paura sotto forma dello stato emozionale della rabbia e della sete di vendetta.
Nell’istante in cui l’uomo pensa un giudizio blocca tutte le sue energie vitali e innesca un’implosione della dimensione spirituale-intellettiva, un’esplosione della dimensione psico-emozionale, una degenerazione della parte fisico-somatica. Nell’istante in cui l’uomo pensa un giudizio blocca l’amore, qualsiasi tipo di energia di amore, e si sconnette dalla vita. Nell’istante in cui l’uomo pensa un giudizio, spiritualmente entra nello stato della separazione, psichicamente entra nello stato della sospensione, fisicamente entra nello stato della tensione. Quando si giudica, il cervello non funziona più fisiologicamente, le capacità intellettuali si annebbiano fino a spegnersi, e la creatività svanisce. Giudicare è il sistema più veloce e infallibile per diventare stupidi, stolti, idioti. Chi giudica, non solo compie il male supremo di mettersi al posto di Dio, ma è omicida, perché chi giudica uccide sempre quello che giudica, che sia Dio, se stesso o gli altri. Quando l’uomo giudica, uccide, uccide sempre, e non figurativamente, uccide realmente, anche se non lo sa e non riesce a capire come. Non sono gli agenti inquinanti a inquinare l’aria e l’acqua, ma sono i giudizi dei pensieri umani che, vibrando in un certo modo, fanno fare scelte, realizzano comportamenti e si concretizzano in azioni che producono l’inquinamento chimico che poi l’uomo respira nell’aria e beve nell’acqua. Non sono le guerre che si scatenano nei campi di battaglia che distruggono parti di umanità, ma sono i giudizi dei pensieri degli uomini, che vibrando in un certo modo fanno fare scelte, realizzano comportamenti e si concretizzano in azioni che gettano gli uomini nei campi di battaglia, a distruggersi e a massacrarsi a vicenda. Gesù stesso, quando è venuto a visitare il pianeta terra, non è stato ucciso dai chiodi della croce e dalle torture, ma dal giudizio dell’umanità che poi si è concretizzato nei chiodi e nelle torture dei suoi aguzzini. Quando l’uomo vuole chiedere perdono a Dio dei propri peccati di giudizio, non deve chiedere a Dio perdono per i propri pensieri di giudizio, ma perché, attraverso i proprio pensieri di giudizio, ha seminato morte a piene mani.
Giudicare è sempre idolatria e omicidio insieme. Quando una mente umana genera un pensiero di giudizio, in realtà da quel momento essa inizia a vibrare della stessa vibrazione che quel giudizio si è imposto di giudicare. Chi giudica un fratello di essere invidioso, inizia a vibrare nel suo cervello e nel suo cuore delle vibrazioni dell’invidia. Chi giudica un fratello di essere geloso, inizia a vibrare nel suo cervello e nel suo cuore delle vibrazioni della gelosia. Chi giudica un fratello di essere possessivo, assetato di dominio, prepotente, aggressivo inizia immediatamente nel suo cervello e nel suo cuore a vibrare delle vibrazioni del possesso, del dominio, della prepotenza, dell’aggressività. Giudicare è il modo più potente per vietarsi per sempre di guardare la vita, le persone, se stessi e Dio con gli occhi di Dio. Ogni volta che la mente di un uomo giudica Dio, se stesso, un fratello, è come se entrasse in intimità con Satana e da lui si facesse possedere completamente. Come dice Gesù: Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati (Luca 6,37), perché le vibrazioni del giudizio che l’uomo genera tanto facilmente e disinvoltamente in ogni istante della sua vita, lo accompagneranno per l’eternità. Astenersi da ogni tipo di giudizio, predisporsi sempre alla gratitudine e all’umiltà, chiedendo perdono a Dio di tutti i pensieri di giudizio senza stancarsi, è la via della vita e della gioia sulla terra ed è la via della vita e della gioia senza fine verso il cielo. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: È entrato in casa di un peccatore! Tutti mormoravano, tutti erano contagiati dal giudicare, tutti appestati di giudizio, tutti idolatri e omicidi. Questo è l’inferno da cui Gesù è venuto a salvare l’umanità: giudicare.