Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 17 Ottobre 2019

28a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera ai Romani 3,21-30a; Salmo 129,1-6b; Vangelo di Luca 11,47-54

Salmo 129,1-6

Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.

1 Dal profondo a te grido, o Signore;
2
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

3 Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
4
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

5 Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
6
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Vangelo di Luca 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «47 Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49 Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50 perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52 Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». 53 Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54 tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Durissime

Gesù afferma: guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito.
Parole durissime per tutti coloro che, nella storia dell’uomo, hanno esercitato ed esercitano nei confronti dell’umanità la più terribile e la più devastante delle violenze e delle crudeltà: portare via dal cuore della gente e nascondere all’intelligenza dell’uomo la chiave della conoscenza. Costoro non entrano per niente nella dimora della conoscenza, e, con astuzia e perversa malizia, impediscono di entrare a coloro che vorrebbero entrarvi.
Portare via dal cuore della gente e nascondere all’intelligenza dell’uomo la chiave della conoscenza è il più terribile e distruttivo crimine contro l’umanità, perché, senza la chiave della conoscenza, l’uomo è costretto a vivere come un cieco pur avendo gli occhi, come un sordo pur avendo orecchi, senza amore pur avendo un cuore, senza genio pur avendo intelligenza, senza gioia pur essendo un figlio del Dio della gioia.
Portare via dal cuore della gente e nascondere all’intelligenza dell’uomo la chiave della conoscenza è il più ignobile e spregevole crimine contro l’umanità, perché, senza la chiave della conoscenza, l’uomo è costretto a vivere come uno schiavo pur essendo stato creato libero, come un sottomesso pur essendo un principe nell’essenza. È costretto a vivere in modo disarmonico pur vivendo in un cosmo immenso e meravigliosamente armonioso, ammalato e debole pur essendo un essere perfetto e progettato divinamente, senza gratitudine pur essendo fornito di capacità intellettuali, senza pace pur essendo un figlio del Dio della pace.
Portare via dal cuore della gente e nascondere all’intelligenza dell’uomo la chiave della conoscenza è il più sanguinario e feroce crimine contro l’umanità, perché, senza la chiave della conoscenza, l’uomo è costretto a vivere completamente sconnesso da se stesso, dai suoi fratelli, dalla vita e dal Creatore.
Portare via dal cuore della gente e nascondere all’intelligenza dell’uomo la chiave della conoscenza è l’azione più spietata e atroce che si possa compiere contro l’umanità, perché è all’origine di tutto il dolore, la sofferenza, la miseria, la paura, l’ingiustizia, la violenza in cui vive l’umanità, preda di ideologie sconsiderate, incatenata a convinzioni scientifiche, arbitrarie quanto dispotiche, appartenenti alla peggiore subcultura che un uomo possa partorire. 
Ma qual è la chiave della conoscenza di cui parla Gesù? La chiave della conoscenza di cui parla Gesù è la sapienza, l’intelligenza, sono le procedure del funzionamento della vita, rinchiuse nelle procedure del suo vangelo. La chiave della conoscenza è il vangelo stesso, inteso non solo come testo scritto, ma anche come sorgente energetica di straordinaria potenza, capace di sprigionare la conoscenza che può ispirare l’umanità e illuminarla verso qualcosa di assolutamente nuovo e innovativo.
Chi sono le persone che Gesù indica come responsabili di questo terribile crimine contro l’umanità? Gesù indica i dottori della legge come coloro che deliberatamente portano via la chiave della conoscenza all’umanità. I dottori della legge che hanno il compito di custodire le sacre scritture, di studiarle, interpretarle, spiegarle al popolo. Per il ruolo che rivestono, i dottori della legge ritengono di avere il monopolio della conoscenza rispetto a Dio e alla Parola di Dio, e, di fatto, impongono al popolo il pensiero unico della loro interpretazione della Parola, interpretazione che garantisce loro il potere e il dominio assoluto sul popolo, così che il popolo non può più avvicinarsi alla potenza e alla luce della Parola di Dio. In questo modo i dottori della legge si negano intenzionalmente la possibilità di entrare nella luce della conoscenza e, al tempo stesso, incatenando al palo dell’ignoranza e dell’inconsapevolezza l’umanità, le impediscono completamente di accedere ai piani dell’evoluzione spirituale e intellettuale, facendo in modo che non possa incamminarsi nelle più elementari vie che conducono al benessere per tutti, alla salute, alla gioia e alla felicità. Quando Gesù afferma: guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito, afferma che proprio gli uomini di religione, cui l’umanità si è affidata per avere conoscenza e sapienza, sono gli uomini che non solo non si sono lasciati immergere nemmeno un istante nella luce della conoscenza e della sapienza offerta loro da Dio, ma che hanno anche programmato, pianificato e operato senza sosta, con perversa astuzia e malvagia perfidia, per impedire all’uomo di godere anche del più piccolo spiraglio della conoscenza e della verità.
Nel vangelo apocrifo di Tommaso, il numero 102 dei lòghia di Gesù – discorsi, parole dette da Gesù – esprime in modo molto incisivo questo atteggiamento perverso dei rappresentanti della religione rispetto alla conoscenza e al loro compito di condividerla con l’umanità: Maledetti i farisei! Sono come un cane che dorme nella mangiatoia: il cane non mangia, e non fa mangiare il bestiame.