Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 10 Ottobre 2019

27a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Malachìa 3,13-20a; Salmo 1,1-4.6; Vangelo di Luca 11,5-13

Salmo 1,1-4.6

Beato l’uomo che confida nel Signore.

1 Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
2
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

3 È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

4 Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
6
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Vangelo di Luca 11,5-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 5 «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7 e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8 vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. 9 Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12 O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13 Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!»

Ripetere

I Picidi, noti più comunemente come Picchi, contano più di 200 specie di uccelli. I Picchi sono noti per la loro capacità di arrampicarsi sui tronchi degli alberi e di scavare buchi nel legno con il becco, che è diritto, appuntito e simile a uno scalpello. Battendo ripetutamente il becco sul tronco degli alberi, il picchio scava letteralmente nel legno il suo nido. Tra tutte le specie di picchi, il picchio rosso maggiore è quello che batte il becco più velocemente: dai sei ai dieci colpi al secondo. Un colpo dopo l’altro, il picchio scava il legno, si fa il nido nel tronco.
Goccia dopo goccia, onda dopo onda, dalla sorgente alla foce, l’acqua scava sul terreno, in mezzo a pietre, sassi, alberi, detriti il letto di un fiume. Un passo dopo l’altro, i viandanti e gli escursionisti segnano i sentieri sulle montagne. La ripetizione è parte integrante dei protocolli della natura. Gran parte di ciò che esiste nel creato è frutto di ripetizione, di milioni di anni di “gesti” naturali ripetuti, ripetuti. Anche la vita dell’uomo è profondamente legata alla ripetizione. Le proteine contenute in una cellula del corpo umano ruotano, pulsano, volano, scontrandosi tra loro, circa un miliardo di volte al secondo. I 5 litri di sangue, presenti mediamente nel corpo umano, ripetono il loro percorso, lungo i 160 chilometri di vasi sanguigni, passando attraverso i reni 400 volte al giorno. Ogni secondo, circa mezzo bicchiere, circa 100 millilitri, di sangue, vengono spalmati sugli alveoli. L’uomo compie circa 12 atti respiratori al minuto, circa 20.000 al giorno. Se si prendono 60 battiti al minuto, il cuore, batte 3.600 volte all’ora e 84.000 volte al giorno.
La vita dell’uomo è completamente segnata e ritmata dalle ripetizioni, si ripetono il cibarsi, e il procurarsi il cibo, il dissetarsi e il procurarsi l’acqua, il dormire e il procurarsi un giaciglio per quanto possibile sicuro, protetto, confortevole. La ripetizione incide, la ripetizione segna, la ripetizione apre strade, segna sentieri, genera spazi, crea legami e collegamenti. L’attività sportiva, dalla più gentile fino alle arti marziali, così come l’artigianato e il lavoro in genere, le capacità artistiche così come la scienza, navigare così come fare il pane, suonare uno strumento così come camminare hanno in comune la ripetizione del gesto. In tutte le attività dell’uomo, la ripetizione ha sempre avuto un’importanza capitale e decisiva. Perché un’attività umana sia fluida, armoniosa, raffinata, equilibrata, potente, efficace deve essere immersa necessariamente in una formidabile forma di ripetizione. La ripetizione annoia i dilettanti, infastidisce i mediocri, innervosisce gli indecisi, ma, per coloro che amano la bellezza e l’armonia, la ripetizione, oltre che accrescere il talento, sviluppa la pazienza, allena la tenacia, aumenta la conoscenza. La ripetizione intelligente e appassionata genera necessariamente in qualsiasi ambito della vita efficacia, elasticità, forza ed eleganza. A livello cerebrale la ripetizione è fondamentale perché solo la ripetizione permette l’incisione energetica, e l’incisione energetica efficace permette una connessione cerebrale intensa riguardo a quello che si pensa, si sceglie, si fa. Ripetere, ripetere, ripetere i pensieri, le scelte, le azioni, non per ripetere noiosamente, fanaticamente, per dovere, ma attraverso una ripetizione gioiosa, amante, appassionata, per incidere, incidere nel cervello, è un modo formidabile per creare collegamenti neuronali e vie sinaptiche formate dalle informazioni tratte dai modelli di decisione, di scelta, di riferimento desiderati.
Come nessun albero nasce già gigantesco e possente, così nessun uomo nasce già capace e pieno di talento. Come nessun orso, lupo, cervo, delfino e aquila nasce già grande, così la grandezza, l’eccellenza dell’uomo non è innata, non è ereditaria, cresce con la pratica profonda e un grande amore. Considerare che l’eccellenza sia un prodigio è un affronto a Dio e alla natura oltre che alla neurologia. Il talento non è un dono genetico, il talento è meno determinato dai geni e molto più influenzato dalle scelte e dalle azioni dell’uomo. È la combinazione di pratica intensiva-ripetizione e forte motivazione-amore che produce la crescita cerebrale e neurologica di una persona. Il talento non si scopre, si costruisce. Il cervello si alimenta attraverso un meccanismo naturale di acquisizione di abilità, piccole azioni ripetute, piccoli pensieri ripetuti che hanno il potere di trasformare la vita. Chi si affida alla ripetizione è fondamentalmente umile e al tempo stesso non ama la mediocrità. Chi si affida alla ripetizione sa che l’ispirazione, l’intuizione da sola, senza lavoro duro e ripetizione, sono per i superficiali e i dilettanti. La pratica intensiva, intenzionale, è una potentissima forma di apprendimento attraverso la ripetizione attenta di azioni, cercando di mantenere vive le motivazioni. La ripetizione è la leva, lo strumento più potente che l’uomo possiede per migliorare le proprie abilità, perché utilizza un meccanismo, un protocollo, un sistema che l’uomo ha innato per sviluppare le connessioni tra i neuroni più velocemente e in modo più accurato e preciso.
Ecco perché Gesù racconta la parabola dell’amico che va dall’amico di notte a chiedergli tre pani, per spiegare all’umanità la potenza dell’insistenza, della ripetizione che incide la vita, segna la via, realizza tutti i desideri, apre le porte, fa trovare tesori. Sarebbe profondamente ridicolo e patetico ritenere che il significato di questa parabola sia spiegare all’uomo che Dio può essere convinto ad assecondare i desideri dell’uomo, a concedergli ciò che gli richiede, solo se lo chiede con insistenza, in modo ostinato, ossessivo. Forse che Dio Padre è un essere capriccioso, lunatico, cocciuto, che deve essere piegato nella sua ostinazione a concedere all’uomo ciò che l’uomo gli chiede, a forza di parole e richieste insopportabilmente insistenti? Assurdo. Con le parole di questa parabola Gesù non sta indicando all’uomo la via dell’ostinazione nei confronti di Dio, ma la via della ripetizione amante e motivata, che incide potentemente e indiscutibilmente la vita secondo la forza del desiderio e dei desideri. Infatti Gesù afferma: ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Gesù mostra la via della ripetizione amorosa, umile, convinta, tenace, perché lui sa che la ripetizione amante, combinata alla forte motivazione, permette l’incisione, incisione che fa sì che chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Ripetere, ripetere la richiesta, il desiderio non deve convincere Dio ma rendere capace l’uomo. Capace nel senso di capace nel talento e capiente nello spazio e nella disponibilità per ricevere quello che Dio da sempre desidera donare all’uomo, perché viva nella felicità piena e duratura. Dio non può donare all’uomo ciò che l’uomo non è capace, nel talento e nella capienza, di ricevere.

Come si ripete il vento nella corsa
per disegnare a suo piacere il profilo delle montagne,
così si ripete incessantemente il perdono di Dio nei confronti dell’uomo,
per ridisegnare nella grazia il profilo di ogni suo figlio amato. 
Come si ripete l’onda dell’oceano nel gioco di disegnare a suo piacere le coste,
così si ripete incessantemente la compassione di Dio nei confronti dell’uomo
per ridisegnare, nella bellezza, il profilo di ogni suo figlio amato. 
Come si ripete il battere d’ali degli uccelli per disegnare il cielo a loro piacere,
così si ripete incessantemente la misericordia di Dio nei confronti dell’uomo,
per ridisegnare nella gioia il profilo di ogni suo figlio amato.