Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 26 Settembre 2019

25a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Aggèo 1,1-8; Salmo 149,1-6a.9b; Vangelo di Luca 9,7-9

Salmo 149,1-6a.9b

Il Signore ama il suo popolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
2 Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

3 Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
4 Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

5 Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
6 Le lodi di Dio sulla loro bocca.
9 Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Vangelo di Luca 9,7-9

In quel tempo, 7 Il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8 altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
9
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?» E cercava di vederlo.

Antipa

Erode Antipa, figlio di Erode il Grande e di Maltace, la Samaritana, era fratello di Archelao. Prima di morire, Erode padre, che aveva designato in un precedente testamento Erode Antipa come suo successore al trono, cambiò il testamento a vantaggio di Archelao e concesse ad Antipa solamente la carica di tetrarca di Galilea e Perea. Erode Antipa, alla morte del padre nel 4 a.C. aveva diciassette anni, ma si dimostrò subito persona estremamente scaltra, abile e calcolatrice, riuscendo a regnare per ben quarantaquattro anni. Gesù, in Luca 12,32, riferendosi a lui, lo definisce “quella volpe”, animale che è considerato dagli ebrei il più astuto del creato.
Il testo evangelico conferma che, nel quindicesimo anno dell’impero di Tiberio, Erode Antipa era tetrarca della Galilea ed era sposato con Erodiade, già moglie di un suo fratellastro e madre di una fanciulla, unione, questa, considerata riprovevole dai Giudei e dal profeta Giovanni Immergitore. A Giovanni Immergitore questo pubblico rimprovero dell’adulterio di Antipa costò la dura prigionia e poi la decapitazione a Macheronte, fortezza militare sulla sponda orientale del mar Morto. Ed è proprio qualche tempo dopo la decapitazione di Giovanni che alle orecchie di Erode giunsero notizie di un nuovo profeta, un certo Gesù, famoso perché compiva prodigi, guarigioni, miracoli. Dunque Erode venne a sapere di Gesù quando Gesù era appena agli inizi della sua predicazione, ed era curioso, desiderava vederlo e incontrarlo. Curiosità che sarebbe stata soddisfatta pochi anni più tardi, quando i sommi sacerdoti del tempio avrebbero consegnato Gesù nelle mani di Ponzio Pilato per poterlo condannare a morte. Per sua abitudine, e per controllare le teste calde delle fazioni ribelli giudaiche, Erode Antipa presenziava regolarmente a Gerusalemme durante le grandi feste religiose giudaiche, e, proprio durante una di queste feste, incontrò Gesù nel periodo pasquale, perché, quando Ponzio Pilato venne a sapere che Gesù era galileo e quindi apparteneva alla giurisdizione di Erode Antipa, glielo aveva inviato per il giudizio. Gesù, davanti a Erode, però, non aprì bocca e non rispose alle sue domande; allora Erode rimandò Gesù da Pilato, rivestito di un manto sontuoso per farsi beffe di lui e della sua presunta regalità. In qualsiasi caso, dal punto di vista della giurisdizione, la responsabilità della condanna di Gesù fu di Erode Antipa, che fu costretto a decidere riguardo a essa, suo malgrado, così come avvenne per Giovanni Immergitore, subentrando in questo caso a Ponzio Pilato, dopo che questi, di Gesù, se ne era lavato le mani. Erode Antipa, dunque, decretò la morte di Giovanni Immergitore – lo afferma lui stesso quando, in questo brano del vangelo, ribadisce: Giovanni, l’ho fatto decapitare io – e legalmente decretò la condanna a morte anche di Gesù. Erode Antipa, per ordine del principe delle tenebre, ha avuto il potere di vita e di morte esattamente in quella giurisdizione, in quella terra e precisamente in quel periodo storico in cui sono stati presenti sulla terra Giovanni Immergitore, il più grande tra gli uomini nati sulla terra, e Gesù, il Figlio di Dio, per eliminarli al più presto. Erode Antipa regnò per 44 anni. Solo pochi anni più tardi dopo la crocifissione di Gesù, quando Agrippa fu nominato re da Caligola, Antipa si lasciò convincere dalla moglie Erodiade a recarsi a Roma per ricevere analoga investitura, ma, per un intrigo ordito da Erode Agrippa I, quando arrivò al cospetto dell’imperatore, dovette difendersi dall’accusa di alto tradimento. L’imperatore lo destituì, lo spogliò di tutte le sue cariche, ricchezze e priorità e lo mandò in esilio in Spagna insieme alla moglie, dove morì.
Tutto è avvenuto scrupolosamente, così come prevede il protocollo satanico, in cui Satana offre potere, ricchezze, fama, dominio agli uomini suoi servi, esattamente fino a che servono, per poi spogliarli di tutto, isolarli e distruggerli. Il popolo ebraico ha avuto 40 anni di tempo nel deserto per purificarsi, maturare e crescere nella consapevolezza di chi è Dio, prima di scegliere se affidarsi ai re della terra per essere schiavo sottomesso dei re della terra, o affidarsi al Re dei multiversi, per essere servo e amante del Re dei multiversi. Erode Antipa ha avuto 44 anni per compiere il suo mandato satanico, ma anche per purificarsi, maturare e crescere nella consapevolezza di chi è Dio, visto che durante il suo mandato politico ha incontrato niente meno che Giovanni e Gesù. Erode Antipa ha avuto la possibilità di salvare se stesso e, salvando Giovanni e Gesù, avrebbe potuto scegliere di lasciar vivere sulla terra il più a lungo possibile il più grande tra i nati di donna e il Figlio di Dio, con immenso beneficio per tutta l’umanità.
A tutti Dio offre una scelta, un tempo per la scelta, occasioni, e possibilità per una scelta. Il libero arbitrio, pur in mezzo alle pressioni e agli inganni satanici, è sempre libero arbitrio.