Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 25 Settembre 2019

25a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Esdra 9,5-9; Salmo: Tobia 13,2-5; Vangelo di Luca 9,1-6

Salmo: Tobia 13,2-5

Benedetto Dio che vive in eterno.

2 Benedetto Dio che vive in eterno,
benedetto il suo regno;
egli castiga e ha compassione.

Fa scendere agli inferi, nelle profondità della terra,
e fa risalire dalla grande perdizione:
nessuno sfugge alla sua mano.

3 Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle nazioni,
perché in mezzo ad esse egli vi ha disperso
4 e qui vi ha fatto vedere la sua grandezza.

Date gloria a lui davanti a ogni vivente,
poiché è lui il nostro Signore, il nostro Dio,
lui il nostro Padre, Dio per tutti i secoli.

5 Vi castiga per le vostre iniquità,
ma avrà compassione di tutti voi
e vi radunerà da tutte le nazioni,
fra le quali siete stati dispersi.

Vangelo di Luca 9,1-6

In quel tempo, Gesù 1 convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. 2 E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
3
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. 4 In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. 5 Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
6
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Essenza

Può un uomo camminare con il proprio cavallo sulle spalle per risparmiare il cavallo? No, ne rimarrebbe schiacciato ai primi passi.
Può un uomo mettersi in cammino per attraversare foreste e fiumi, montagne e pianure, tenendosi legato a una corda assicurata a una colonna della casa da cui è partito per non perdersi? No, è impossibile.
Che cosa accadrebbe a un’imbarcazione progettata per raccogliere al suo interno tutta l’acqua con cui viene a contatto nel frangere le onde? Non affonderebbe in pochi minuti?
Che cosa accadrebbe alla vela dell’imbarcazione se dovesse raccogliere tutto il vento dell’oceano, e non solo quello con cui viene a contatto con la superficie della sua estensione? Non si lacererebbe in pochi istanti?
Può un uomo mangiare in una sola cena trecento chili di riso e bere duecento litri d’acqua per non preoccuparsi più di cibo e acqua per un pezzo? No, non lo può fare.
Per risparmiare, per sentirsi al sicuro, per essere nell’abbondanza, per paura che gli venga a mancare, l’uomo, ingannato dall’ego, ha inventato il possesso e l’attaccamento, ma possesso e attaccamento non sono soluzioni, ma perversioni, perversioni malefiche, che intossicano lo spirito, sgretolano l’intelligenza, avvelenano le emozioni. 
Per risparmiare e metter via, l’uomo diventa avaro e improduttivo e viene schiacciato dal peso dei suoi averi che sono perfettamente inutili a garantirgli felicità e benessere. L’uomo ingannato dall’ego definisce questo atteggiamento parsimonia prudente.
Per sentirsi al sicuro, l’uomo, si lega a persone e cose, con attaccamenti che gli limitano drasticamente e violentemente movimento, decisioni, scelte, lo schiavizzano interiormente, gli tolgono tutta l’aria per respirare libertà e l’energia per vivere, torturandolo con possenti sferzate fatte di giganteschi ricatti e inguaribili sensi di colpa. L’uomo, ingannato dall’ego, definisce quest’atteggiamento amore, sentimento, passione, affetto, legame amoroso, senso di responsabilità.
Per essere nell’abbondanza, l’uomo diventa avido quanto superbo, rapace quanto crudele.
Per garantirsi abbondanza e ricchezza l’uomo diventa violento, insensibile, dominatore, prepotente, aggressivo, violento. L’uomo, ingannato dall’ego, definisce quest’atteggiamento come la libera espressione delle proprie capacità nel libero mercato, legge naturale del più forte, capacità imprenditoriale, giustizia divina, proprietà privata intoccabile, un servizio all’umanità.
Per paura che gli venga a mancare, l’uomo diventa possessivo, geloso, sospettoso, invidioso, invadente, insicuro, asfissiante, assetato di controllo, accentratore. L’uomo, ingannato dall’ego, definisce quest’atteggiamento come legittima pretesa di essere amato e ricambiato, come dedizione totale, amore assoluto, devozione inattaccabile, come inimitabile senso del dovere, sinonimo di onore e fierezza.
L’ego inventato dall’uomo, sotto la pressione e l’inganno di Satana, può ingannare l’uomo finché vuole, ma non può cambiare l’essenza divina dell’uomo, non può mutarne la natura. Per sua natura, secondo la propria essenza divina, l’uomo non è fatto per mettere via e ammucchiare, non è fatto per sentirsi sempre al sicuro, non è fatto per vivere nell’attaccamento, nella paura che gli venga a mancare, nel possesso.
Ogni attaccamento blocca l’energia dell’uomo, lo fa ammalare e lo uccide. Ogni possesso ne limita la libertà, ne degenera l’intelligenza e lo conduce alla violenza e all’omicidio.
Proponendo ai discepoli: non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche, Gesù sapeva bene che non stava proponendo ai suoi una nuova religione eticamente fondata sulla povertà ma l’unica strada per essere uomini liberi, svegli, amanti, sani, potenti, gioiosi, armoniosi, cioè la strada del distacco da ogni attaccamento e della liberazione da ogni possesso.

Signore, ti prego, liberami da ogni attaccamento
perché l’attaccamento mi attacca all’ego, mi stacca da te e decentra da me.
Signore, ti prego, scioglimi da ogni possesso,
perché il possesso mi fa pensare male di te e mi costringe a organizzarmi una vita lontano dalla tua provvidenza e bellezza.
Signore, ti prego, liberami da ogni attaccamento
perché l’attaccamento mi fa ammalare e deprimere fino a uccidermi.
Signore, ti prego, scioglimi da ogni possesso,
perché il possesso mi rende senza dubbio stupido e certamente violento.
Signore, ti prego, liberami da ogni attaccamento
perché l’attaccamento mi consuma energie e mi cancella la gioia.
Signore, ti prego, scioglimi da ogni possesso,
perché il possesso mi oscura lo spirito e mi regala solo tristezza.
Signore, ti prego, liberami da ogni attaccamento e da ogni possesso,
perché desidero servirti libero, sano, leggero, intelligente, amante, felice.