Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 24 Settembre 2019

25a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Esdra 6,7-8.12b.14-20; Salmo 121,1-5; Vangelo di Luca 8,19-21

Andremo con gioia alla casa del Signore

Salmo 121,1-2.4-5

Andremo con gioia alla casa del Signore.

1 Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!»
2
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

4 È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
5
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Vangelo di Luca 8,19-21

In quel tempo, 19 andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
20
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
21
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Legami

Pur rispettando infinitamente i percorsi affettivi e relazionali di tutti gli uomini e le donne della terra, i legami familiari generati dall’umanità attraverso il sangue e le relazioni affettive, Gesù non riconosce a questi legami nessuna utilità ed efficacia per creare tra le persone legami veramente sani, vantaggiosi, reali, energetici, generatori di unità e di unione. A costo di sembrare irritante per il perbenismo e le morali tradizionali, scortese nei confronti dei suoi familiari, Gesù non perde occasione per ribadire che i legami di parentela, i legami di sangue, i legami familiari non sono in nessun modo paragonabili con  la potenza, l’efficacia, il valore dei legami generati da coloro che condividono il vivere  l’intimità con Gesù, l’amore, la dedizione per la Parola di Gesù e il desiderio e l’impegno di mettere in pratica le procedure del vangelo. L’unico legame che Gesù riconosce e condivide, l’unico legame che considera reale, vero, efficace, profondo, unente è il legame che si genera quando le persone condividono nello spirito lo stesso amore e ardore per la Parola del vangelo e lo stesso desiderio di realizzarla e metterla in pratica, per la propria felicità e il benessere di tutti.
Perché Gesù non fa alcun affidamento sui legami di sangue, familiari, parentali? Perché più volte li pone come il primo e il più potente degli intralci in grado di impedire all’uomo di poter seguire e realizzare la sapienza del vangelo, come quando in Matteo 10,37 precisa in modo inequivocabile: chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me, perché? Semplicemente perché Gesù sa che i legami di sangue, i legami familiari e relazionali non hanno alcun potere, forza, possibilità, utilità per rendere felice l’uomo e garantire il benessere dell’umanità. Gli uomini e le donne della terra cercano relazioni e stabiliscono legami affettivi e di sangue per essere felici, per vivere nel benessere, ma in realtà questi legami, per loro intrinseca natura, non hanno alcuna possibilità e utilità per rendere l’uomo felice e procurargli una vita di benessere e di armonia. I legami affettivi, familiari, parentali, i legami di sangue non sono conduttori di felicità, maturazione, benessere, gioia, pace, armonia. Gesù spiega in dettaglio questa verità, praticamente sconosciuta all’umanità, quando in Matteo 24,38-39 afferma: Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti, così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo.
Le relazioni umane, i legami umani, gli affetti umani, i legami parentali e familiari, i legami di sangue non hanno in sé alcun potere di far crescere gli uomini e le donne nella consapevolezza della realtà, nella comprensione di Dio e del suo muoversi e agire nella storia. Sono completamente inefficaci per aiutare un uomo a crescere spiritualmente e intellettualmente, non sono di alcuna utilità per predisporlo alla sua evoluzione e illuminazione, non servono assolutamente a nulla per preparare l’umanità all’incontro con Dio e con Gesù suo Figlio e lo Spirito Paraclito.
Anzi, Gesù mette sullo stesso piano l’occupazione di vendere e comprare, cioè di provvedere al proprio sostentamento e benessere, con il prendere moglie e marito, cioè con lo stabilire legami affettivi e parentali, definendole occupazioni perfettamente inutili e inservibili per far crescere l’uomo nella consapevolezza, nella sapienza, nella conoscenza. Occupazioni così inutili e inservibili per la crescita intellettuale e spirituale dell’uomo, che – rivela Gesù – gli uomini e le donne di questa generazione, occupati a vendere e comprare, prendere moglie e marito, vivranno la sua seconda venuta, la sua venuta intermedia assolutamente in uno stato di totale inconsapevolezza, completamente impreparati, ignari, ignoranti, ciechi, sprovveduti, così come ai giorni di Noè, non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti.
Gesù non demonizza i legami affettivi umani, i legami familiari e di sangue, ma rivela con assoluta chiarezza che sono perfettamente inutili all’uomo per raggiungere il benessere integrale e per vivere felice. Chi affida la propria crescita intellettuale, la propria evoluzione spirituale, la maturazione della propria consapevolezza e comprensione, ai legami familiari e di sangue, è come se si affidasse a un palo di cemento da cui un giorno poter raccogliere fichi. Chi pretende di raggiungere la propria felicità e il proprio benessere, attraverso il fruire quotidiano dei legami familiari e di sangue, è come colui che pretende uva da un rovo. Chi cerca la gioia attraverso i legami familiari e di sangue è come chi cerca una sorgente d’acqua zampillante in un sasso che tiene in mano. Incaricare i propri legami familiari, parentali e di sangue di poter sprigionare e donare felicità e benessere è la scelta più sciocca, sconsiderata e inutile che l’uomo possa compiere. I legami affettivi umani, i legami familiari e parentali, i legami di sangue per loro intrinseca natura non possono fornire all’uomo nessuna forma di benessere reale e felicità. Questo è il motivo per cui Gesù insiste nel ricordare all’uomo che sono possibili legami, relazioni, intimità, unioni, che hanno il potere, la forza, l’energia di farlo maturare nella consapevolezza, di farlo crescere nella felicità e nel benessere, e sono i legami che si creano quando le persone, indipendentemente dai legami familiari e di sangue, iniziano a condividere, amare, comprendere la Parola di Gesù con il forte desiderio di realizzarla e metterla in pratica. Nessun legame affettivo, spirituale, intellettuale sarà mai più forte, ottimo conduttore di benessere e felicità, del legame che si genera tra coloro che nel loro cuore condividono l’amore per la meditazione della Parola di Gesù, per la contemplazione della persona di Gesù per realizzare la sapienza della sua Parola. Nessun legame affettivo, spirituale, intellettuale sarà mai più forte, ottimo conduttore di benessere e felicità, del legame che si genera tra coloro che nel loro cuore condividono il desiderio di ascoltare, comprendere, amare e mettere in pratica le procedure evangeliche per il bene e la felicità dell’umanità.