I farisei e gli scribi, quando ascoltano Gesù, fanno il pieno di mormorazione. Gesù, attraverso la sua Parola, cerca di ispirare i suoi discepoli ad aprire il cuore e l’intelligenza alla scoperta del vero tesoro della vita, perché possano vivere l’esistenza facendo il pieno di gioia. I farisei e gli scribi, quando osservano le opere di Gesù, fanno il pieno di maldicenza. Gesù, attraverso le sue opere, cerca di illuminare l’umanità, perché possa vivere la vita facendo il pieno di allegria e festa. I farisei e gli scribi, quando osservano le guarigioni di Gesù, fanno il pieno di malanimo. Gesù, attraverso le guarigioni che compie, cerca di aiutare l’umanità a riprendere fiducia nella vita, perché viva la vita facendo il pieno di felicità e contentezza.
Farisei e scribi, uomini di religione, che si ritengono i rappresentanti di Dio in terra, incontrano, ascoltano, guardano Gesù, il Figlio di Dio, e fanno il pieno di rabbia, odio, rancore e avversione. Gesù rivela ai suoi discepoli parabole che svelano come, secondo il cuore e i desideri di Dio, il senso della vita è la festa, il cuore della vita è l’allegrezza, il senso dell’essere umano è la felicità, perché il cuore dell’uomo è fatto di gioia, costituito di gioia, destinato alla gioia. Nessuno ama la gioia come Dio, perché Dio è gioia. Il Padre, il Figlio, lo Spirito Paraclito è Gioia. La gioia è la sostanza di Dio, il cielo di Dio è fatto di gioia, la città celeste è fatta di gioia, gli angeli e tutti gli esseri del cielo sono fatti di gioia, sostanza con cui Dio ha creato tutto ciò che ha creato. Farisei e scribi, uomini di religione, che si ritengono i rappresentanti di Dio in terra, in nome di Dio e di una felicità eterna nella dimensione del cielo, impongono agli uomini sulla terra doveri, pesi, obblighi, imposizioni, comandi, schiavitù. Gesù annuncia all’umanità che l’uomo può vivere la gioia sulla terra chiedendo perdono a Dio per tornare a lui con tutto il cuore e vivendo il perdono, la misericordia, la compassione nei confronti dei fratelli. Farisei e scribi sventagliano davanti agli occhi dei popoli la felicità come una speranza certa, in nome della quale possono chiedere all’umanità ogni sorta di sacrificio, rinuncia, immolazione, privazione. È in nome di una felicità futura, che gli uomini del potere religioso e politico accecano l’intelligenza e la coscienza dei popoli, per persuaderli ad adattarsi con rassegnazione alla miseria, alla penuria, alla guerra, alla distruzione, alla separazione. È in nome della felicità che Gesù rivela a tutti i figli di Dio che le vie per essere felici, ogni istante, nel presente, sono le vie del perdono e della misericordia. È in nome della felicità, che Gesù rivela a tutti i figli di Dio che il Padre del cielo ama e desidera così tanto la gioia per ciascuno dei suoi figli, che, quando un figlio si incammina umilmente ma con coraggio sulla strada del ritorno in se stesso, sulla strada del ritorno all’amore, sulla strada del ritorno alla casa del Padre, il Padre vede il figlio quando ancora è lontano, e, pieno di compassione, gli corre incontro, gli si getta al collo per baciarlo.
Dio è il Dio della gioia.