Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 5 Settembre 2019

22a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera ai Colossési 1,9-14; Salmo 97,2-6; Vangelo di Luca 5,1-11

Salmo 97,2-6

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza.

2 Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
3
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
4
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

5 Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
6
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Vangelo di Luca 5,1-11

In quel tempo, 1 mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
8
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
11
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Getterò

Gesù desidera che le barche di Pietro e compagni si riempiano di pesce pescato fino quasi ad affondare. È evidente che, per Pietro e compagni, Gesù desidera traboccante abbondanza, larghezza di benessere, piena prosperità. Gesù desidera che il cuore di Pietro e compagni conosca la pienezza di gioia, assapori lo stato di grazia della felicità, viva nella pace della serenità e dell’armonia.
Se le barche di Pietro e compagni, traboccanti di pescato fino quasi ad affondare, sono immagine, simbolo della misura di quanto e come Gesù desidera felicità, pienezza di benessere e prosperità per l’umanità, la misura del desiderio di Gesù è veramente senza misura. Gesù desidera così tanto che l’umanità sia felice e viva nella gioia, che invita Pietro e compagni perfino a lasciare tutto, a cambiare completamente vita per seguirlo e diventare pescatori, pescatori di uomini.
Gesù invita Pietro e compagni a diventare, per potenza dello Spirito, uomini capaci di guidare altri uomini, altri fratelli su tutta la terra, alla conoscenza e alla sapienza delle procedure del vangelo, di quelle procedure che, se amate, seguite e realizzate, assicurano all’umanità una vita sana, bella, piena di gioia, felicità e benessere. Pietro e compagni non sono stati scelti da Gesù per fondare una nuova religione, ma per guidare l’umanità alla gioia, a una gioia meravigliosa, piena, traboccante, radiosa. Una gioia che, Gesù dichiara, si può raggiungere e vivere solo e unicamente seguendo la sua Parola e le sue procedure e non le parole e le procedure degli uomini. Seguendo le parole, le ideologie, le religioni, le filosofie, le convinzioni, le politiche, gli addestramenti degli uomini, l’uomo non ha mai fatto un solo passo verso la felicità e il benessere, mai.
Quando Pietro e compagni non guidano l’umanità alla gioia, alla gioia da vivere già su questa terra, non sono più i discepoli di Gesù, ma stanno servendo consapevolmente o meno qualcun altro. Seguendo le parole, le ideologie, le religioni, le filosofie, le convinzioni, le politiche, gli addestramenti degli uomini, l’uomo ha solo tanto, tanto, tanto faticato inutilmente, senza alcun risultato. Quella frustrante fatica senza risultato che Pietro ribatte come dato di fatto ineluttabile alla proposta di Gesù, quando gli propone: prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca. Quella scoraggiante, demoralizzante fatica senza risultato che Pietro, con fede viscerale e grandiosa umiltà, trasforma nel più meraviglioso, entusiasmante, eccitante, elettrizzante, emozionante, esaltante, appassionante inno di vita, di amore, di fede, di gratitudine che mai abbia attraversato la gola e le labbra di uomo davanti al suo Dio: ma sulla tua parola getterò le reti.