Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 1 Settembre 2019

22a del Tempo Ordinario – Anno C

Parola del giorno
Siràcide 3,17-20.28-29; Salmo 67,4-5a.5c.6-7b.10-11; Lettera agli Ebrei 12,18-19.22-24a; Vangelo di Luca 14,1.7-14

Salmo 67,4-5.5.6-7.10-11

Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

4 I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
5
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
Signore è il suo nome.

6 Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
7
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

10 Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
11
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.

Vangelo di Luca 14,1.7-14

Avvenne che 1 un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
7
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!” Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10 Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!” Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11 Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
12
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13 Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Umiltà

Quando vivi per raggiungere i primi posti ovunque e con chiunque,
significa che ti senti perennemente l’ultimo davanti a te stesso e al mondo,
significa che dovrai implorare il permesso degli altri per tutta la vita per sentirti qualcuno;
e dovrai vivere sempre nella tensione e in lotta
per raggiungere un posto dove il nulla che ti senti possa essere riconosciuto,
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per aver ragione e importi sugli altri,
significa che ritieni la tua persona un torto alla vita,
ti consideri un imbarazzo per la ragione e per l’intelligenza,
significa che vivi per desostanziare la tua intelligenza,
per rinnegare il tuo io divino, per calpestare la tua essenza spirituale;
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per esaltarti, celebrarti e vantarti,
significa che ritieni la tua persona un vuoto incolmabile;
e dovrai rincorrere per tutta la vita, come uno schiavo, le aspettative e le attese altrui,
squilibrando e degenerando le energie psicofisiche della tua persona,
e  non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per metterti in luce,
significa che ti senti come il buio nell’oscurità più totale,
e che dovrai usare l’approvazione degli altri, sia come faro per illuminare la strada da percorrere, strada che non sarà mai la tua strada, ma sarà sempre la strada che gli altri vogliono farti fare, sia come generatore di energia per compiere scelte e azioni;
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per primeggiare e spiccare sugli altri,
significa che ti senti di essere una tale nullità,
da dover utilizzare il plauso e il riconoscimento degli altri
come cassa di risonanza per sentire vibrare il rumore del tuo nulla;
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per raggiungere le sedie del potere,
del dominio, del successo,
significa che vivi per ingigantire e adornare il tempio della tua ambizione,
il tempio dove giorno e notte sei lì, in ginocchio, a capo chino,
ad adorare il tuo ego che hai costruito a immagine e somiglianza degli altri;
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per importi, per evidenziarti, per emergere,
significa che ti senti talmente un fantasma in mezzo agli altri,
che hai bisogno dello sguardo degli altri per sentirti vivo, interessante, amabile,
significa che vivi per lo sguardo e nello sguardo degli altri;
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Quando vivi per raggiungere i primi posti per controllare gli altri,
per spadroneggiare con forza, arroganza, imposizione, violenza sugli altri,
significa che hai così tanta paura di te stesso da vergognarti di amare
e sai che, non sprigionando amore, non riuscirai mai ad avere amore dagli altri,
per questo cercherai per tutta la vita di spaventare gli altri, di generare paura in loro
per cibarti, se non del loro amore, almeno della loro paura;
e non conoscerai la gioia ma solo la vergogna di non essere mai stato te stesso.

Non conoscerai gioia fino a quando non smetterai di primeggiare,
perché cercare di raggiungere i primi posti, anche se per il mondo è il modo più morale,
ragionevole, onorevole, istituzionale, accettato, convenzionale, quotidiano
per realizzare la propria vita, in realtà è il modo più comune e capillare
per essere in conflitto con la vita, con se stessi e con Dio,
e chi è in conflitto non può conoscere la gioia
ma solo la vergogna di non essere mai stato se stesso.