Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 19 Agosto 2019

20a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Giudici 2,11-19; Salmo 105,34-37.39-40.43ab.44; Vangelo di Matteo 19,16-22

Salmo 105,34-37.39-40.43ab.44

Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

I nostri padri 34 non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,
35 ma si mescolarono con le genti
e impararono ad agire come loro.

36 Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.
37 Immolarono i loro figli
e le loro figlie ai falsi dèi.

39 Si contaminarono con le loro opere,
si prostituirono con le loro azioni.
40 L'ira del Signore si accese contro il suo popolo
ed egli ebbe in orrore la sua eredità.

43 Molte volte li aveva liberati,
eppure si ostinarono nei loro progetti
44 ma egli vide la loro angustia,
quando udì il loro grido.

Vangelo di Matteo 19,16-22

In quel tempo, 16 un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?» 17 Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». 18 Gli chiese: «Quali?»
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, 19 onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». 20 Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?» 21 Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!» 22 Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

Cervello

Quando in un ghiacciaio, nelle ore più calde del giorno, inizia a sciogliersi la superficie della neve, alcune impercettibili goccioline d’acqua cominciano a scendere verso la valle, correndo sulla superficie della neve ghiacciata. Seguendo con l’occhio il percorso di una di queste piccolissime gocce, si osserva che non segue una traiettoria perfettamente dritta, perché lungo il tragitto trova da subito piccoli ingombri, avvallamenti, pezzetti di ghiaccio, e dunque, per quello che le consente il suo peso e la sua portata d’acqua, la goccia aggira e supera gli ostacoli, disegnando una sua particolare linea di discesa. Dove la nostra piccola goccia non riesce a superare e ad aggirare i diversi ostacoli, si ferma. Se dallo stesso punto da cui è partita la prima gocciolina ne parte poco dopo un’altra, per questa seconda gocciolina sarà vantaggioso, lì dove è possibile, seguire la strada tracciata dalla prima fino a dove potrà, e così sarà per la terza, la quarta gocciolina e così via. Dopo un po’ di tempo, se il sole continuerà a scaldare il manto nevoso, le gocce d’acqua in discesa aumenteranno di numero e di portata, e creeranno un vero e proprio, piccolissimo canale sulla traccia della prima goccia, ampliandolo e rendendolo continuamente più profondo. Di goccia in goccia, si creerà un canale di qualche centimetro di larghezza e di profondità dove, con molta facilità, scorreranno ormai così tante gocce, da farlo diventare un piccolo rivolo d’acqua. L’indomani, quando nell’ora più calda del giorno il manto nevoso inizierà nuovamente a sciogliersi vicino alla zona dove ci sarà già il piccolo canale disegnato sulla neve, le gocce d’acqua si incanaleranno senza fatica in quella direzione, rendendo il canaletto sempre più largo e profondo. Con questo processo, goccia dopo goccia, si formano i torrenti che scavano i prati, le rocce, le montagne, si formano i fiumi che scavano le pianure. L’acqua è molto abile a scavarsi un letto dove scorrere: richiede pazienza e tempo scavare il letto di un torrente e di un fiume, ma, una volta scavati, questi canali sono strutture difficili da distruggere. Quanti anni ci sono voluti all’acqua per scavare i canyon, che sembrano delle vere e proprie vene del pianeta? Eppure, una volta scavati, chi ora li può riempire di nuovo di roccia e terra?
Il cervello dell’uomo è una struttura biofisica straordinariamente complessa e articolata e funziona un po’ come il ghiacciaio sotto il sole. Anche se alla nascita il cervello umano è già perfettamente completo e funzionante, sarebbe un grande errore ritenerlo una struttura fissa, chiusa, bloccata. Il cervello è dato all’uomo in dotazione già funzionante e completo, ma la sua evoluzione e il suo funzionamento sono determinati da come esso viene utilizzato e sfruttato. Il cervello crea connessioni elettrochimiche secondo le azioni che gli sono continuamente richieste. Imparare da piccoli una lingua che usa particolari inflessioni, intonazioni, modulazioni, frequenze sonore, richiede al cervello di costruire connessioni sinaptiche di un certo tipo, adatte a recepire, sintonizzarsi ed emettere tali inflessioni, intonazioni, modulazioni, frequenze sonore. Insistere su un certo tipo di orientamento mentale fatto di pensieri tristi, carichi di sfiducia e cinismo chiede al cervello di costruire connessioni elettrochimiche, canali di trasmissione di un certo tipo. Insistere su un certo tipo di orientamento mentale, fatto di pensieri felici, carichi di fede e gratitudine, chiede al cervello di costruire connessioni elettrochimiche, canali di trasmissione di un altro tipo. Così è per l’arciere, che affina la sua abilità ripetendo le azioni che gli permettono di tirare con l’arco: egli non costruisce le stesse connessioni cerebrali del pescatore, che affina la sua abilità ripetendo le azioni del pescare. Non solo. Il cervello riconosce perfino il motivo spirituale, psicoemotivo per cui si ripete un’azione, un movimento, un pensiero. Ripetere un’azione, un gesto, un modo di dire, per imposizione, chiede al cervello di costruire un tipo particolare di connessione neuronale. Ripetere un’azione, un gesto, un modo di dire, per libera scelta, chiede al cervello di costruire un tipo di connessione neuronale completamente diverso. Ripetere un’azione per affinarsi nell’abilità di assicurarsi il cibo, l’acqua, il fuoco, un riparo costruisce nel cervello connessioni sinaptiche, vie elettrochimiche completamente diverse da quelle che si costituiscono quando le medesime azioni vengono ripetute per avere successo in una competizione, per essere guardati dagli altri, per il riconoscimento degli altri. Un pensiero di possesso non costruisce le stesse connessioni cerebrali di un pensiero di amore. Un pensiero di avidità non costruirà mai le connessioni di un pensiero di gratuità. Ripetere un’azione pilotata dal desiderio di controllare una persona non costituirà mai le connessioni cerebrali di un’azione guidata dal desiderio di rispettare, stimare una persona. Una persona che chiede al proprio cervello di rimanere per anni su pensieri di gelosia non costruisce lo stesso tipo di connessioni neuronali che costruirebbe se chiedesse al cervello di rimanere su pensieri di fiducia e di amore. Ripetere un’azione aggressiva, rigida, scostante non costruirà mai le connessioni cerebrali del ripetere un’azione gentile, comprensiva, accogliente. Il cervello è dato in dotazione all’uomo funzionante e completo, ma come poi ogni individuo chieda al suo cervello di lavorare per costruirsi pian piano nelle innumerevoli connessioni sinaptiche, elettrochimiche, è dato alle scelte e alle intenzioni di ciascuno. Il cervello funziona un po’ come la superficie ghiacciata del nevaio, dove le gocce d’acqua che si formano per lo scioglimento della neve costruiscono pian piano dei veri e propri canali, delle vie di scorrimento e comunicazione per l’acqua stessa.
Gesù non risponde al tale, che gli chiede cosa fare di buono per avere la vita eterna, di vendere tutti i suoi averi e di donarli ai poveri, per una questione religiosa, morale, devozionale, ma perché lui, che è il Signore della vita, conosce perfettamente come funziona il cervello umano. Gesù non propone a quel tale di liberarsi dagli attaccamenti del denaro e delle proprietà, da ogni forma di possesso, per rispettare una forma di rettitudine morale, per essere eticamente accettabile come discepolo, ma perché Gesù sa, come nessun altro, che lasciare andare gli attaccamenti e il possesso è l’unica strada per essere felici, sani, intelligenti, capaci di evoluzione e di vero benessere qui sulla terra, e, un giorno, per essere capaci di raggiungere il regno dei cieli. Gesù sa che, se una persona usa il proprio cervello per rimanere su pensieri e azioni di avidità e possesso, costruisce connessioni cerebrali che gli impediscono, nel modo più assoluto, di essere felice, sana, connessa con la vita, capace di evoluzione e vero benessere. Gesù sa che, se una persona usa il proprio cervello per rimanere su pensieri e azioni di dominio, potere, supremazia sugli altri, costruisce connessioni cerebrali che le impediscono, nel modo più assoluto, di essere nella gioia, di provare pace, di essere connessa con l’umanità e il cosmo. Gesù propone a quel tale di vendere tutto e donarlo ai poveri, non perché Gesù ami la povertà e la miseria, e le consideri parte integrante di uno stato avanzato di evoluzione etica e spirituale. Gesù considera la povertà e la miseria realtà terribili, devastanti malattie sociali da curare, completamente in contraddizione con i desideri di Dio. Sono i famelici prepotenti del mondo, gli avidi potenti della terra, i feroci lupi rapaci delle corporazioni bancarie e commerciali che amano e desiderano per l’umanità indigenza, miseria, povertà, non certamente Dio. Gesù non offre indicazioni perché l’uomo viva misero e povero, ma perché, abbandonando ogni forma di attaccamento e possesso, viva felice e in armonia, sereno e in pace. Le procedure che Gesù offre all’umanità, attraverso il suo messaggio evangelico, sono assolutamente funzionali alla felicità integrale e completa dell’uomo. Gesù non ha donato al mondo il vangelo perché gli uomini potessero creare una nuova religione di riferimento, ma perché, seguendo il vangelo, l’uomo potesse purificare i propri pensieri e azioni, e dunque rinnovare completamente le proprie connessioni cerebrali per rinnovare interamente la propria vita.
Il nuovo popolo di Dio che lo Spirito Paraclito si sta preparando sarà intellettualmente un popolo nuovo, perché sarà neurologicamente un popolo nuovo, un popolo che costruirà, con la luce del vangelo e la potenza dello Spirito Paraclito, connessioni cerebrali funzionali alla felicità, alla pace, alla condivisione, alla gratuità.
Ascoltare e amare il vangelo cambia prima di tutto il modo di utilizzare il cervello.