Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 5 Agosto 2019

18a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Numeri 11,4b-15; Salmo 80,12-17; Vangelo di Matteo 14,13-21

Salmo 80,12-17

Esultate in Dio, nostra forza.

12 Il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito:
13
l'ho abbandonato alla durezza del suo cuore.
Seguano pure i loro progetti!

14 Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
15
Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari volgerei la mia mano.

16 Quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre.
17
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».

Vangelo di Matteo 14,13-21

In quel tempo, 13 avendo udito della morte di Giovanni Battista, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15 Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16 Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17 Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!» 18 Ed egli disse: «Portatemeli qui».
19 E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
20 Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Gioia da mangiare

Gesù vede una grande folla che lo segue, e sente una grande compassione per quella gente. Perché? Perché Gesù è buono. Perché Gesù è Dio. Perché Gesù ama. Assolutamente sì, ma soprattutto perché Gesù è gioia, e, vedendo tutta quella gente che non è nella gioia, sente compassione infinita perché, se quella gente non è nella gioia, significa che non è in Dio. Dio è gioia. La sostanza di Dio è gioia. Dio gioia, potenza e forza creatrice, che tutto crea e sostiene, è nel volto del Padre. Dio gioia, grazia e verità, che tutto sana e salva, è nel volto del Figlio Gesù. Dio gioia, bellezza e dolcezza, che tutto ispira, rinnova, illumina, è nel volto del vento del Paraclito Spirito. Dio è gioia, chi è nella gioia è in Dio, chi è in Dio è nella gioia, impossibile altrimenti.
Perdere la gioia è stata la prima e assolutamente imprevista perdita di Lucifero quando si è messo in rivolta con Dio. Quando Lucifero si è messo in sfida con Dio, non ha perso i poteri e le capacità che Dio stesso gli aveva donato nella sua magnificenza, ma immediatamente ha iniziato a perdere la gioia e subito dopo ha perso la capacità di cantare la gloria di Dio. Perdere la gioia è il primo passo che apre la via al dolore, alla disintegrazione intellettuale, allo stordimento spirituale, allo sfinimento fisico, smettere di cantare la gioia e la gloria di Dio è già abisso. Non sono il dolore, la fatica, le difficoltà, la malattia, la morte a causare lo smarrimento della gioia, ma smarrire la gioia comporta inevitabilmente incamminarsi sulla via del dolore, della fatica, delle difficoltà, della malattia, della morte.

Non chi è schiavo perde la gioia,
ma chi perde la gioia diventa facilmente uno schiavo.
Non chi è oppresso perde la gioia,
ma chi perde la gioia implora l’oppressione da parte di qualcuno.
Non chi ha fame perde la gioia, ma chi perde la gioia proverà la fame.
Non chi è affaticato perde la gioia, ma chi perde la gioia resterà senza forze.
Non chi è disperato perde la gioia, ma chi perde la gioia perderà la fede.
Non chi è ammalato perde la gioia, ma chi perde la gioia cadrà nelle mani del medico.
Non chi è violento perde la gioia, ma chi perde la gioia si abituerà alla violenza.
Non chi è solo perde la gioia, ma chi perde la gioia conoscerà la solitudine.
Non chi è misero perde la gioia, ma chi perde la gioia si immiserisce.
Non chi è senza pace perde la gioia,
ma chi perde la gioia entra immediatamente in conflitto.

Gesù guarda le folle che lo seguono e sente immensa compassione per loro, perché sono senza cibo, e non mancano solo del cibo per lo stomaco, ma del cibo per lo spirito e per l’intelligenza, sono senza gioia. Gesù moltiplica pani e pesci, ma in realtà moltiplica gioia. Seminando i semi della sapienza della sua Parola, Gesù moltiplica gioia. Distribuendo la conoscenza del suo messaggio, Gesù moltiplica gioia. Moltiplicando la comprensione delle sue procedure, Gesù moltiplica gioia. Gesù moltiplica pani e pesci, ma in realtà moltiplica l’alimento principe, primario, fondamentale, indispensabile, prediletto, preferito dell’umanità, la gioia.
Gesù, negli ultimi giorni della sua presenza terrena, ci ha lasciato l’Eucaristia non solo come cibo per la crescita integrale dell’uomo, come segno reale della sua presenza, come alimento celeste per le fatiche terrestri, ma soprattutto per abituare l’umanità a cibarsi del pane del cielo che è la gioia. I figli di Dio per l’eternità mangeranno gioia, berranno gioia, canteranno gioia, respireranno gioia, saranno illuminati dalla gioia, abiteranno nella gioia.  L’Eucaristia, il pane e il vino consacrati per potenza del Paraclito Spirito, è il cibo della gioia, è la tavola della condivisione e della moltiplicazione della gioia. L’Eucaristia è gioia di Dio da mangiare. Chiunque nella storia cercherà di far sparire l’Eucaristia sarà nemico della gioia, ostile alla gioia, contrario alla gioia, rivale della gioia.
I figli del maligno, ai vertici del potere religioso e politico, per condurre nell’abisso l’umanità, per ingannare il maggior numero possibile di uomini, si maschereranno in modo che perfino i figli della luce più avveduti e prudenti cadranno nella loro rete, e si lasceranno persuadere del fatto che i loro proclami, snocciolati con calma e avvedutezza, accordati sulle note della giustizia, della pace, dell’unità, della fraternità, saranno la verità, saranno per il vero bene del mondo. Ma i figli della luce, i figli di Dio, hanno la possibilità intellettuale e spirituale di comprendere senza errore quali sono i figli delle tenebre. I figli del maligno possono sopportare senza particolari problemi di mostrarsi rispettosi della legge, moralmente irreprensibili, giuridicamente inappuntabili, eticamente inoppugnabili, ma non possono nel modo più assoluto mostrare gioia, gioia piena, gioia travolgente, mai. I figli del maligno possono sopportare senza particolari problemi di mostrarsi oranti, osservanti, devoti, pii, caritatevoli, pietosi, religiosamente impeccabili, ineccepibilmente staccati dalle cose del mondo, pienamente preoccupati della giustizia e del benessere del popolo, commossi per il destino degli ultimi, ma non possono nel modo più assoluto cantare la gioia, vivere la gioia, esprimere la gioia e la gloria di Dio. I figli del maligno si riconoscono per la loro totale assenza di gioia. Un figlio del maligno può recitare il credo e molte altre pie preghiere senza fare un piega, ma se gli si chiedesse di cantare il magnificat, il gloria, un salmo di gioia e di benedizione, lo si vedrebbe implodere da dentro e dimenarsi senza più controllo. I figli del maligno si riconoscono perché desiderano mostrarsi senza errori e sbagli, perfetti, integerrimi e senza peccato e altrettanto perfetti nella loro totale assenza di gioia.
Gesù è gioia da mangiare. Satana è il mangia-gioia. Per l’eternità i figli di Dio renderanno gloria a colui che è gioia. I figli di Dio, che desiderano tenere lontano Satana e i suoi figli dalla loro vita, devono imparare a cantare la gioia e la gloria di Dio incessantemente, incessantemente, incessantemente. Satana non può nulla contro i figli di Dio che si trovano a cantare la gioia e la gloria di Dio con tutto il cuore fino alle lacrime.