Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 26 Luglio 2019

16a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Èsodo 20,1-17; Salmo 18,8-11; Vangelo di Matteo 13,18-23

Signore tu hai parole di vita eterna

Salmo 18,8-11

Signore, tu hai parole di vita eterna.

8 La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

9 I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

10 Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

11 Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Vangelo di Matteo 13,18-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, 21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Terreno

Gesù individua e descrive quattro possibili tipi di terreno dove il seme della sua Parola, la Parola del regno, può cadere. Gesù rivela non solo che sono fondamentalmente quattro le tipologie di umanità, i tipi di cuore-terreno in cui il seme della Parola del regno può cadere, ma descrive anche come ogni tipo di cuore-terreno risponde alla seminagione della Parola del regno. Il primo tipo di terreno è il cuore-strada: in questo terreno il seme del regno, a causa del sistema di inganni, falsità, convenzioni, pregiudizi, convinzioni umani, che il Maligno ha organizzato per tenere generazioni intere nell’ignoranza e nella stupidità, non è capito intellettualmente, non viene compreso spiritualmente e viene portato via. Il secondo tipo di terreno è il cuore-pietra. In questo terreno il seme del regno è accolto con felice sorpresa, con gioia ed entusiasmo, ma non riesce a trovare terreno adatto per mettere radici perché, al sopraggiungere di tribolazioni, umiliazioni, rinunce, persecuzioni a causa della Parola, questo cuore-pietra si scandalizza della Parola stessa, rinnega la Parola e il seme non riesce a germogliare, e subito soccombe. Il terzo tipo di terreno è il cuore-spine: in questo terreno il seme del regno è ascoltato ma non riesce ad attecchire, perché è un cuore pienamente preso e occupato da preoccupazioni del mondo, attaccamento alle ricchezze, vanità, ambizione, avidità, e il seme non ha spazio per radicarsi, viene soffocato, non riesce a germogliare e non porta frutto. Il quarto tipo di terreno è il cuore-terreno buono: in questo terreno il seme del regno è ascoltato con gratitudine e compreso in profondità. In questo terreno buono il seme del regno risveglia la consapevolezza e apre alla conoscenza. In questo cuore-terreno buono il seme trova spazio, condizioni, tempo per germogliare e portare frutto. Gesù rivela all’umanità che quattro sono i modi di reagire alla seminagione del seme della Parola del regno di Dio e rivela che di questi quattro uno solo è adatto per far germogliare il seme, perché porti frutto. Non solo. Gesù rivela anche che perfino il terreno buono, i cuori buoni che accolgono il seme con amore e gratitudine e permettono al seme di germinare e fruttificare portano frutto in quantità e percentuale diversa rispetto alla potenza del seme. Il testo dice: dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta per uno. Ma allora perché? Perché, nonostante questi siano i tipi di terreni umani che possono ricevere il seme del regno di Dio, nonostante queste siano le percentuali di accoglienza del seme e di germinazione del seme e dei possibili frutti, Dio continua a seminare? Perché? Perché solo Dio sa che, di seme in seme, anche i semi non accolti, rigettati, calpestati, rifiutati, rinnegati, soffocati non torneranno nella mano di colui che li ha seminati, senza aver compiuto ciò per cui sono stati mandati. In Isaia 55,10-11 è scritto infatti: Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.