Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 7 Luglio 2019

14a del Tempo Ordinario – Anno C

Parola del giorno
Isaìa 66,10-14c; Salmo 65,1-3a.4-7a.16.20; Lettera ai Gàlati 6,14-18; Vangelo di Luca 10,1-12.17-20

Alleluia acclamate Dio

Salmo 65,1-3a.4-7a.16.20

Alleluia, Alleluia, Alleluia.

1 Acclamate Dio, voi tutti della terra,
2 cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
3 Dite a Dio: «Sconvolgenti sono le tue opere!»

4 «A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
5 Venite e vedete le opere di Dio,
sconvolgente nel suo agire sugli uomini.

6 Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
7 Con la sua forza domina in eterno.

16 Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
20 Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Vangelo di Luca 10,1-12.17-20

In quel tempo, 1 il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
2
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3 Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
5
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
8
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9 guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10 Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11 “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12 Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
17
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Messe

C’è la messe. C’è il Signore della messe, cui appartiene la messe. Poi ci sono gli operai della messe. Gli operai della messe sono mandati nella messe come agnelli in mezzo ai lupi, ed è esplicitamente chiesto loro di non portare la borsa col denaro, né la sacca con la roba, nemmeno i sandali, e di non cercare appoggi, legami sociali, collegamenti politici con la messe. Gli operai della messe possono portare alla messe qualcosa che nessuno è mai riuscito a portarle e a donarle: la pace. La pace non come un proclama, una dichiarazione, un’argomentazione, ma la pace come energia, come energia divina di benessere e felicità, salute e armonia, che gli operai possono far scendere sugli uomini quando ne sono degni e possono far tornare su se stessi quando gli uomini non ne sono degni. Gli operai della messe sono mandati nella messe per annunciare il vangelo, guarire i malati, cacciare i demòni e hanno come dotazione, da parte del Signore della messe, il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico. Gesù afferma che nulla e nessuno potrà danneggiare gli operai della messe, gli operai del Signore.
Ma come mai da molto tempo gli operai della messe non sono più in grado di guarire i malati, cacciare i demòni, annunciare il vangelo e donare l’energia della pace all’umanità? Cos’è successo? Forse che Gesù si è rimangiato la parola? Forse che Gesù ha tolto agli operai della messe il suo potere? Forse che è stato Gesù a togliere ai suoi operai la forza per guarire gli ammalati, la potenza per cacciare i demòni, l’intelligenza e la passione per annunciare con efficacia il vangelo? No. Gesù non si rimangia la parola. Gesù non ritira mai i doni che ha concesso ai suoi figli. Ma allora cos’è successo? È successo che con il tempo gli operai della messe si sono dimenticati di essere operai della messe, al servizio della messe, e hanno iniziato a fare da padroni della messe e a comportarsi come i signori della messe. Succede semplicemente che gli operai della messe, quando diventano i padroni della messe, non sono più gli operai di Gesù, non sono più a servizio dell’uomo e, in quanto tali, non hanno più diritto di avere ciò che Gesù dona ai suoi operai, agli operai della messe. Quando gli operai della messe scelgono di usare il loro mandato divino per diventare i padroni e i signori della messe, compiono un’azione infernale, un’azione terribile che fa scrivere i loro nomi all’inferno e non in cielo, perché da una parte tradiscono la messe, il popolo di Dio, e dall’altra si mettono al posto di Dio, in un assurdo delirio di onnipotenza e disprezzo di Dio. Gli operai della messe che si mettono a usare il loro mandato divino per spadroneggiare sull’umanità, per signoreggiare sull’uomo, per poi dominare sui popoli, diventano esseri crudeli, malvagi operai del Maligno, anche se ricoperti di pizzo, imporporati in abiti sontuosi, circondati di oggetti preziosi, e non vedranno mai i loro nomi scritti in cielo ma sul mantello di Satana. Ecco perché Gesù ricorda ai suoi operai: Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.