Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 16 Giugno 2019

Santissima Trinità – Anno C

Parola del giorno
Proverbi 8,22-31; Salmo 8,4-9; Lettera ai Romani 5,1-5; Vangelo di Giovanni 16,12-15

O Signore nostro Dio

Salmo 8,4-9

O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
5
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

6 Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
7
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

8 Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
9
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Vangelo di Giovanni 16,12-15

 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 12 «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
13
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
14
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Veni Paraclite

Epìclesi, dal greco epìclesis, formato da epì kalèin, “sopra chiamare”, è l’azione di invocare con il cuore e nel gesto delle mani stese, di invocare, di chiamare sopra le realtà o le persone la potenza di Dio, in particolare la potenza del suo Spirito, il Santo Paraclito. È il gesto del consacrare. In senso stretto è il momento in cui durante l’Eucaristia, con il gesto e le parole, il celebrante consacra il pane e il vino, perché diventino il corpo e il sangue di Gesù. L’epiclesi, chiamare sopra il Paraclito, è l’azione suprema della chiesa, la chiesa che, per mandato e missione, ha il compito di chiamare e invocare il Paraclito sopra la vita degli uomini, e di insegnare agli uomini a fare altrettanto sopra le vicende, i momenti, le persone, le azioni, i cuori e le menti, perché nulla della vita sia senza il respiro, le ali, la pace, l’armonia dello Spirito.
Il segno di croce è forse la forma di epìclesi più semplice e quotidiana che i credenti possano compiere sempre e ovunque. Il segno di croce si inizia recitando nel nome del Padre, sfiorando con la punta delle dita la fronte, il punto più alto della persona, che simbolicamente rappresenta il principio generante, la volontà creatrice e onnipotente, Dio Padre. Si continua dicendo del Figlio, mentre si tocca il centro del petto, dove abita il cuore, sede dei sentimenti, il centro della persona umana, fatta di carne e spirito, persona umana in cui si è incarnato Gesù, il Figlio Gesù che salva l’uomo da dentro, dal cuore. Si termina recitando e dello Spirito Santo, sfiorando con la punta delle dita l’angolo esterno delle spalle, da sinistra a destra, indicando così in un gesto semplicissimo la natura stessa dello Spirito, che soffia e vive in ogni direzione, come il vento che nessuno sa da dove viene e dove va. Si esegue così su tutta la persona un segno, il segno di croce, che prima ancora di essere un segno della croce è il segno della persona umana che si mette in comunicazione con Dio. In verità è la croce che ripete la forma della persona umana, e non viceversa. Nel segno di croce si invoca e si proclama il nome dell’unico Dio, nella trinità delle persone Padre, Figlio e Spirito Santo, come Gesù ce lo ha fatto conoscere.
Ora, il nome di Dio Padre creatore e onnipotente, in modi diversi e con nomi diversi, è comunque entrato nei secoli e nei millenni nel cuore dei popoli, non sempre magari come reale e determinante riferimento spirituale di fede, ma è comunque presente nell’inconscio collettivo, nella vita della gente, nella quotidianità, nella terminologia, nelle preghiere come nelle bestemmie. Il nome di Dio è drammaticamente invocato prima delle guerre da una parte e dall’altra della barricata, e lo possiamo trovare beffardamente stampato anche sulla carta del denaro. In qualche modo anche per il nome di Gesù è così. Migliaia di anni di profezie messianiche, presenti in ogni testo religioso della terra, un’attesa mai spenta di tutta la storia umana di un messia liberatore. Duemila anni di storia della chiesa incentrati sulla Parola e sulla figura di Gesù Cristo hanno certo creato attorno a Gesù tanto interesse quanto conflitto, rispetto quanto disprezzo, amore e persecuzione. Il nome di Gesù è entrato nelle invocazioni comuni, nei musical, nei film, nelle biblioteche di tutto il mondo con pubblicazioni numerose, seconde solo al nome di Dio. E lo Spirito? Lo Spirito Santo? Lo Spirito Santo è ancora un nome e una presenza quasi sconosciuti. Se si potesse dire con un gioco di parole, una presenza perfino più invisibile dell’invisibile presenza di Dio. Perfino nella teologia cattolica, nelle preghiere, nella cultura spirituale del popolo di Dio lo Spirito Santo non ha ancora uno spazio di riflessione e di conoscenza proporzionato. I motivi che determinano questa lentezza storica e spirituale dell’apertura dell’uomo allo Spirito Santo saranno moltissimi e di certo non tutti comprensibili per ora e per noi. Gesù ci fa conoscere un nuovo volto del Padre, di Colui che si era rivelato ad Abramo e al popolo migliaia di anni prima. Gesù ci fa conoscere se stesso, Figlio di Dio fatto carne, una cosa sola con il Padre, la Via, la Verità, la Vita, una novità preannunciata in tutta la bibbia, ma troppo nuova per essere accettata dall’uomo, la croce ne è un segno inequivocabile. Gesù ci fa conoscere anche il volto dello Spirito, che lui chiama il Paraclito, parola dal duplice simultaneo e sincrono significato di consolatore e difensore. Ci fa conoscere il volto dello Spirito, un volto in cui l’umanità probabilmente ancora troppo giovane e inesperta fatica a riconoscersi e ritrovarsi.
Ma che posto e che tipo di presenza ha il Santo Paraclito nei vangeli, nella vita di Gesù? Non possiamo che dare uno sguardo ai vangeli. È lui che opera in Maria la nascita di Gesù: [Maria] si trovò che aveva concepito da Spirito Santo (Matteo 1,18); E rispondendo l’angelo le disse: Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà (Luca 1,35). È il nome che l’angelo offre a Giuseppe come garanzia assoluta della provenienza divina dell’evento dell’incarnazione: In sogno un angelo del Signore appare a lui dicendo: Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere Maria, tua sposa; infatti il generato in lei da Spirito Santo è (Matteo 1,20). È la dimensione in cui Gesù respira, cresce, cammina e vive: Il fanciullo cresceva e si fortificava nello Spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele (Luca 1,35). È la potenza e la presenza in cui Gesù immerge gli uomini in Dio: Ma chi viene dopo di me è più forte di me, di lui non sono degno di portare i sandali. Egli vi immergerà in Spirito Santo e fuoco (Matteo 3,11); E Giovanni rese testimonianza dicendo: Ho visto lo Spirito discendere come colomba dal cielo e posarsi su di lui. E io non l’avevo conosciuto, ma chi mi ha inviato a immergere in acqua, quello mi disse: Colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, questi è colui che immerge in Spirito Santo (Giovanni 1,32-33).
È Lui che segna, indica e conferma al mondo l’autorevolezza divina di Gesù. Battezzato poi Gesù, subito salì dall’acqua. Ed ecco si aprirono a lui i cieli e vide lo Spirito di Dio scendente come colomba e veniente su di lui (Matteo 3,16; Marco 1,10; Luca 3,21-22). Tutto il viaggiare terreno di Gesù è stato condotto letteralmente dallo Spirito. Ogni passo e scelta, atteggiamento e parola sono compiuti in totale armonia con la potenza e la fantasia dello Spirito. Allora Gesù fu portato dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo (Matteo 4,1; Marco 1,12; Luca 4,1). È colui che Gesù definisce ora fuoco, ora acqua, ora il vento che tutto pervade. È la libera, inafferrabile, potenza e fantasia di Dio senza la quale è impossibile ogni rinascita e risveglio. Non c’è nuovo inizio nella mente e nel cuore, nelle mani e nei piedi, nelle scelte e nelle azioni se non nello Spirito: Se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio. […] Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Colui che è generato dalla carne è carne e colui che è nato dallo Spirito è spirito. […] Il vento soffia dove vuole e la sua voce ascolti ma tu non sai di dove viene e dove va. Così è chiunque è nato dallo Spirito (Giovanni 3,3.5-6.8). È Lui che è la sede di ogni sapienza, intelligenza e conoscenza che suggerisce parola potente e invincibile ai discepoli. È lui che, con l’autorità assoluta della verità, è il Difensore dei figli di Dio contro il Nemico e ogni male. Quando poi vi consegneranno, non preoccupatevi di come o che cosa dire: in quell’ora sarà dato infatti a voi cosa dire. Infatti non siete voi i parlanti, ma lo Spirito di vostro Padre il parlante in voi (Matteo 10,19-20); Qualora poi vi portino davanti alle sinagoghe e ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come o cosa pronunciare in difesa o cosa dire. Infatti lo Spirito Santo insegnerà a voi in quell’ora le cose che è necessario dire (Luca 12,11). È lo Spirito che si avventa su Gesù per l’annuncio della Parola al mondo: Ecco il mio servo che ho scelto, il mio amato verso il quale si è compiaciuta la mia anima. Porrò il mio Spirito su di lui e annunzierà il diritto alle genti (Matteo 12,18); Gli fu presentato il libro del profeta Isaia e avendo svolto il rotolo trovò il luogo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è su di me, a causa di questo mi ha consacrato per portare il felice annuncio ai poveri, mi ha inviato ad annunciare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a mandare gli oppressi in libertà (Luca 4,17-18). È la potenza con la quale Gesù scaccia i demoni, vince il male, sconfigge malattie, e soprattutto è l’energia suprema che rende il regno di Dio vivo e attivo nell’attimo presente: Se poi nello Spirito di Dio scaccio i demoni, allora è arrivato a voi il regno di Dio (Matteo 12,28).
Gesù annuncia, incontra le persone, cammina, guarisce, parla, fa risorgere i morti nella potenza e nella grazia dello Spirito: E Gesù ritornò in Galilea nella potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione circostante (Luca 4,14). L’esultanza e il canto benedicente di Gesù è sempre nello Spirito. La passione, la gratitudine, la felicità del suo incedere e la mitezza con cui tutto affronta e vive è sempre nello Spirito: In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: Io rendo lode a te, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Luca 10,21).
È Colui del quale il nome non si può nemmeno sfiorare, pensare e nominare senza tutta la grazia e l’amore e la dolcezza a noi possibili. In tutto il vangelo Gesù non ha mai parole dure e terribilmente senza scampo e appello come per coloro che dovessero offendere il nome e la persona dello Spirito. Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà rimessa; e chiunque dica parola contro il Figlio dell’uomo, sarà rimesso a lui, chi però parli contro lo Spirito il Santo non gli sarà rimesso né in questo secolo, né nel veniente (Matteo 12,31-32; Marco 3,28-29; Luca 12,10). È l’acqua viva, la sorgente, il fiume senza fine da cui sgorga incessante ogni bene, dono e benessere per l’uomo. Gesù afferma addirittura che i discepoli non potevano in nessun modo avere e partecipare della potenza dello Spirito prima della sua morte e risurrezione. Gesù rispose e le disse: Se conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: dà a me da bere, tu avresti chiesto a lui e ti avrebbe dato acqua vivente. […] Rispose Gesù e le disse: Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; chiunque invece beve dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno: anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Gli dice a lui la donna: Signore dammi di quest’acqua (Giovanni 4,10.13-15). Se qualcuno ha sete venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo grembo. Questo egli disse dello Spirito che stavano per ricevere i credenti in lui. Infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato (Giovanni 7,37-39).
È lo Spirito che dà la vita, è lui il sovrano della creazione e della materia, è lui a cui tutto obbedisce. Lo Spirito è la dimensione in cui è possibile adorare, incontrare e amare Dio. Senza lo Spirito ogni cammino e progresso in Dio diventa religione, se invece è fatto nello Spirito, è fede. A nulla può la carne, la mente, a nulla possono le forze umane senza lo Spirito. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità (Giovanni 4,23-24). Lo Spirito è il vivificante, la carne non giova nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e sono vita (Giovanni 6,63). È il nome che al pari del Padre e del Figlio è il nome di Dio. È il nome nel quale gli uomini potranno immergersi e rinascere per l’inizio di una vita nuova e meravigliosa. E Gesù parlò a loro dicendo: Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andando dunque fate discepole tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito (Matteo 28,18-19). Lui è l’essenza stessa di ogni bene, ricchezza, dono e bellezza che il Padre è pronto a donarci completamente solo che noi iniziamo a desiderarlo e a chiederlo. Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! (Luca 11,13).
Lui è il Consolatore e il Difensore che rimane sempre con i figli di Dio. È Lui che il mondo dell’arroganza umana e i regni del potere e della forza non possono nemmeno sfiorare nella conoscenza e nella percezione. È Lui che le accademie delle ideologie, delle sapienze e convinzioni umane non possono nemmeno per un istante, nemmeno per caso o per sbaglio percepire, avvicinare, conoscere e ricevere. Io pregherò il Padre e vi darà un altro Paraclito affinché sia con voi per sempre Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede né lo conosce, voi lo conoscete perché presso di voi dimora e in voi sarà (Giovanni 14,16-17). Lui è Colui che consola, insegna, ispira e fa memoria alla chiesa di quello che la mente non può in nessun modo capire e trattenere. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre invierà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Giovanni 14,26).
È Gesù che manda lo Spirito, e lo Spirito è la promessa del Padre, senza essere rivestiti della sua potenza è inutile e addirittura controproducente presentarsi al mondo per la missione di evangelizzazione e far conoscere il vangelo della gioia agli uomini. Senza lo Spirito Santo, senza la guida, la potenza, la fantasia dello Spirito Santo, la missione della chiesa di evangelizzare diventa ridicola e calpestata dagli uomini: Ed ecco io mando la promessa del Padre mio su di voi ma voi restate nella città finché non sarete investiti dall’alto di potenza (Luca 24,49).
È Gesù che dà lo Spirito, che lo dona ai suoi sempre, senza misura. Lo Spirito si muove in noi sempre in perfetta armonia ma sempre senza misura, senza misure, non rispetta nessuna delle regole e delle ovvietà umane, segue solo il volere e il desiderio del Padre. Non si ripete mai, mai scontato, mai solito. È assolutamente incalcolabile dai preconcetti umani, incompatibile con le convenzioni delle culture, inconciliabile con il potere, si muove e si propone sempre in modo inedito, imprevedibile, originale, totalmente senza calcoli, singolare, attuale, innovativo, innovatore. Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura (Giovanni 3,34).
È lo Spirito della Verità che rende testimonianza al fatto che Gesù e la sua Parola sono la Verità, la Verità di Dio. Lo Spirito svela e svelerà per sempre gli inganni della mente, le finzioni dell’ipocrisia, le insidie dell’ego, le mistificazioni delle ideologie, le trappole delle culture, le illusioni delle aspettative, le imposture delle religioni, gli imbrogli dei ricchi ingiusti, le macchinazioni dei potenti. Quando verrà il Consolatore che io vi invierò dal Padre, lo Spirito di verità che proviene dal Padre, egli testimonierà di me (Giovanni 15,26).
Lui è il Consolatore che senza ragionamenti, ma con la potenza della sua luce e della verità, convincerà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Mostrerà in modo evidente e inappellabile come l’ignoranza e le ingannevoli convinzioni umane hanno seminato distorsione e bugia, riguardo alla corretta percezione di ciò che è vitale e mortale. Questo è il peccato. Mostrerà in modo evidente e inappellabile anche il rapporto distorto dell’uomo nei confronti della realtà e di Dio, provocato dall’atteggiamento spirituale e mentale dell’idolatria. Questa è la giustizia. Per quanto riguarda il giudizio sarà reso evidente dalla luce dello Spirito il potere incommensurabile e indiscutibile della verità e della bellezza: Se non vado, non verrà a voi il Consolatore; se invece vado, invierò lui a voi. E quando sarà venuto, egli rimprovererà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio (Giovanni 16,7-8).
È lo Spirito che agisce e si muove sempre e perfettamente in armoniosa obbedienza della legge dominante che gli uomini non conoscono e non vogliono accettare di conoscere e amare: alla verità i figli di Dio possono essere condotti, non forzati. Lo Spirito sa che alla verità si può solo condurre, non si può forzare. Per questo opera e agisce con potenza e dolcezza, grazia e amore innominabili. È Lui che darà continuità storica e spirituale alle parole di Gesù, non le convinzioni e i ragionamenti umani. Solo Lui può annunziare le cose che verranno e non l’avvicendarsi del vociare umano che a turno si autodetermina alla profezia. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà (Giovanni 16,13-15).
È Lui il Signore ispiratore dell’arte più sublime, il Sovrano dell’energia più potente che ci sia, della forma di amore più matura e pacificante, il perdono. Solo e unicamente guidati dallo Spirito gli uomini potranno imparare a usare, con efficacia per il loro totale benessere, l’arte e la forza sconvolgente del perdono. Perdono da chiedere a Dio continuamente per tutta la rabbia e il fastidio provati nella vita e per il non amore vissuto, perdono da offrire ai fratelli per tutte le ferite che gli altri ci hanno inferto. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi (Giovanni 20,22-23).
Da quello che il vangelo ci rivela, il Santo Paraclito non è una presenza periferica e occasionale, ma assolutamente centrale e continua nella vita di Gesù, dei suoi discepoli e della chiesa. Secondo il racconto evangelico nulla accade senza la potenza e la presenza dello Spirito. Lo Spirito è ovunque, ovunque manda, si avventa, sospinge, agisce, precede, guida, glorifica, discende, fortifica, fa crescere, rinnova, immerge, difende, rimane, conduce, fa nascere, fa rinascere dall’alto, soffia, rivela, si fa sentire e fa sentire, annuncia, scaccia il male, consola, è senza misura, è potenza di perdono, è libero. La Pentecoste stessa, meravigliosa effusione dello Spirito sugli apostoli, assolutamente fondamentale e indispensabile per la chiesa nascente, è uno, uno dei momenti dello Spirito che simbolicamente li raccoglie e dispiega tutti, ma è uno dei momenti dello Spirito, non l’unico momento dello Spirito come ci si può abituare a considerare. Lo Spirito è ovunque in totale abbondanza nella vita di Gesù e della chiesa. Se ci si potesse esprimere attraverso la povertà delle piccole parole umane, il Padre è il Tutto, il Figlio è il Sempre, il Paraclito è l’Ovunque. L’Ovunque Spirito Paraclito che la chiesa invoca nell’epìclesisepi-kalèin, “sopra-chiamare” – è l’anima stessa dell’anima della chiesa. La chiesa è epìclesis. La bellezza, la forza, la novità, la luce della chiesa risiedono nella sua anima stessa: il Paraclito.
Veni, Sancte Spiritu, veni, Paraclite.
Sull’acqua dell’immersione battesimale, perché divenga diluvio di morte al male e principio e scelta di vita nella luce di Dio.
Sull’olio profumato, perché i cresimati diventino una sola cosa con il Consacrato, il Messia.
Sul pane e sul vino, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo per la comunione dei suoi figli.
Sul capo dei debitori, perché siano rimessi i loro debiti, se hanno cuore e umiltà di rimetterli ai loro debitori.
Sulle disarmonie e i disagi umani, perché tutto si rinnovi e rivitalizzi nella pace e nella salute.
Sul capo dei pastori, perché siano servi per grazia, uomini del vangelo innamorati di Dio e della giustizia.
Sulla vita degli sposi, perché i due diventino una stessa carne; così non sono più due, ma una sola carne, una nuova entità che nell’amore fatto perdono possa vivere forte e felice.
L’invocazione latina – lingua universale della chiesa – Veni, Paraclite, “Vieni, Paraclito” in italiano, racchiude l’incommensurabile desiderio consapevole o meno dell’umanità di essere rinnovata da dentro con la forza e la luce dello Spirito.