Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 13 Giugno 2019

10a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Seconda lettera ai Corìnzi 3,15 - 4,1.3-6; Salmo 84,9ab.10-14; Vangelo di Matteo 5,20-26

Salmo 84,9ab.10-14

Ecco il nostro Dio, egli viene a salvarci.

9 Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
10 Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

11 Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12 Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

13 Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
14 giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Vangelo di Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «20 Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
23
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. 25 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26 In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!»

Cuore

L’uomo dispone di un solo cuore. Un solo cuore che funziona come una pompa che permette di rifornire gli organi del corpo umano del sangue ossigenato, a loro indispensabile per vivere. Il cuore è un muscolo e ha bisogno di essere rifornito di energia continuamente, in modo permanente, perché, contrariamente agli altri muscoli, non si ferma mai. Un solo cuore per vivere, un cuore che non si ferma mai. Il cuore fisico è simbolo perfetto del cuore spirituale, del muscolo spirituale che in ogni uomo decide istante per istante se battere per amore o per rabbia. L’uomo è fornito di un solo cuore, un solo cuore spirituale per pompare amore o rabbia nella dimensione psichica e in quella fisica. Questo cuore spirituale non si ferma mai, e mai, mai, mai può pompare a vuoto e nemmeno energia mista. Se questo cuore spirituale, che è il cuore dell’uomo, la sede delle sue decisioni profonde, dove accade il dialogo interiore più intimo, decisivo e decisionale, dove avvengono i decisivi sì e no alla vita, sta pompando anche solo una quantità piccolissima di rabbia verso qualcuno, questo cuore non può pompare amore. Quando un uomo prova rabbia nel proprio cuore per un evento, per un suo simile, per se stesso, è un uomo separato dentro, e, nemmeno se ritiene e dimostra di essere una persona mite e amorevole, può assolutamente vivere unità, amore, intimità, fiducia, pace con nessun altro, e quello che quell’uomo crede di vivere come unità, amore, intimità, fiducia, pace in realtà non è altro che esercizio del possesso, del controllo e del dominio. Anche gli aguzzini più efferati, dopo una giornata trascorsa in un campo di concentramento a torturare i propri simili, bambini compresi, tornati alle loro case possono esprimere affetto, amore, senso di protezione per le loro famiglie, ma certamente questo non si può definire affetto, amore, senso di protezione. L’uomo possiede un solo cuore e, finché il suo cuore prova rabbia per qualcuno, non può provare amore per nessun altro. L’uomo ha un solo cuore per decidere di essere nell’amore ed essere unito alla vita, un solo cuore per decidere di essere nella rabbia ed essere in separazione con la vita. È una dura legge, ma così funziona.
Con lo stesso cuore un uomo non può amare e odiare contemporaneamente. Quando una persona vive in conflitto con un’altra persona, avvelena il proprio cuore che non sarà più in grado di amare nessun altro finché non avrà sostituito, attraverso il perdono, quella rabbia con l’amore. Un uomo, finché odia un suo collega di lavoro, non può in alcun modo pensare di vivere amore con i suoi figli, sua moglie, i suoi amici. Impossibile, assolutamente impossibile. Essere in conflitto, provare rabbia e rancore verso qualcuno significa essere divisi dentro, separati e, finché si è separati dentro, è impossibile poter amare ed essere uniti a qualcuno. Chi vive in conflitto con qualcuno, vivrà in guerra con tutti, oltre che con se stesso. Non si può vivere la rabbia dentro, essere separati dentro, e, al tempo stesso, essere capaci di unità e amore verso qualcuno. Chi prova anche un solo filo di rabbia verso il prossimo è separato dal prossimo, separato da se stesso, separato da Dio, separato dalla vita, e non può in alcun modo provare amore per se stesso, per gli altri, per Dio e per la vita. Quando un uomo è separato dentro di sé a causa della rabbia e del rancore che prova per una persona, non può vivere unità, amore, fiducia con nessun altro, nemmeno con la vita e la natura. Rabbia, rancore, ira impediscono letteralmente al cuore dell’uomo di sperimentare, vivere, provare la gioia, la fragranza, l’energia, la pace dell’amore.
Quando Satana ha escogitato il sistema dell’energia della rabbia da opporre all’energia dell’amore dentro il cuore dell’uomo, ha escogitato un meccanismo veramente terribile ed estremamente efficace per distruggere l’uomo da dentro, se l’uomo non se ne avvede. Qualsiasi sia l’entità del danno che il nemico può aver provocato alla tua vita, per cui tu provi rabbia e rancore, non sarà mai devastante e letale come il danno che tu stesso puoi procurare a te e alla tua vita, se decidi di lasciare che il tuo cuore pompi rabbia e rancore. La rabbia e il rancore che provi in nome del danno che il nemico ti ha inferto è l’alimento stesso di ogni disarmonia e malattia, e si espanderà nella tua psiche e nel tuo corpo, invadendo e avvelenando tutto come la lava di un vulcano infernale.
Nessun uomo che provi rabbia per qualcuno può sperimentare la felicità dell’unità, dell’unione, dell’amore. Il paradosso più violento e folle in tutto questo meccanismo è che la stragrande maggioranza della rabbia che il cuore dell’uomo pompa nella propria vita e attorno a sé è spesso in nome dell’amore, del bene, dell’unità, della giustizia, della pace, dell’uguaglianza. Questa è anche una delle cause principali che minano e distruggono da dentro i rapporti d’amore e le relazioni di coppia. Due persone che si amano profondamente possono, anche senza accorgersene, avvelenare e distruggere il loro rapporto molto più efficacemente, facendo pompare nel loro cuore rabbia e rancore per persone e realtà al di fuori della loro relazione, che non per problematiche e diversità inerenti al mondo del loro rapporto.
L’uomo non può unirsi a Dio, a se stesso, ai propri sogni e desideri, alla propria intelligenza e capacità, fino a quando rimane separato in se stesso dalla rabbia che prova per i propri simili. È persino inutile, vano, impossibile lodare, pregare, onorare Dio finché il cuore sta pompando rabbia e rancore per i fratelli. Fino a quando l’uomo lascerà deliberatamente pompare rabbia, fastidio, ira, rancore, sete di vendetta al proprio cuore, non potrà nemmeno credere in Dio, non potrà sentire Dio, non potrà capire e comprendere la sua Parola, non potrà sentire la sua voce nel cuore. Chi è unito a Dio, e desidera rimanere unito a Dio, non può porsi in separazione e conflitto con gli altri, e, se lo fa, perde immediatamente la propria unità con Dio.
Come potrebbe Dio parlare ai cuori che pompano rabbia e ira? E anche se Dio nella sua potenza potesse farlo, potrebbe un cuore frastornato, stordito dalla rabbia ascoltare la voce pacificante di Dio? Gli uomini cattivi usano la rabbia, l’ira e la violenza contro il prossimo come strumento di supremazia e dominio, secondo la legge del più forte. Gli uomini buoni giustificano e motivano spesso la loro rabbia, ira e violenza contro il prossimo come una necessaria risposta al male, all’ingiustizia, un modo legittimo di parificare un torto, pareggiare un danno. Ma sia gli uomini cattivi che gli uomini buoni, quando provano rabbia, sono separati in se stessi, separati da Dio, separati dalla vita, separati dal prossimo. Ogni volta che il cuore dell’uomo pompa rabbia, esso pompa separazione nello spirito, distorsione nelle facoltà percettive, veleno nella psiche e nell’intelligenza, energia tossica in tutto il corpo. Ogni volta che il cuore dell’uomo pompa rabbia, questa rabbia si espande in divisione, dissociazione, disassamento in tutto ciò che quell’uomo tocca e vive. La rabbia per il prossimo conduce al conflitto con il prossimo, ma soprattutto alla guerra contro se stessi e ogni guerra porta con sé, sempre e immancabilmente, morte e distruzione.