Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 11 Giugno 2019

San Barnaba apostolo

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 11,21b-26; 13,1-3; Salmo 97,1-6; Vangelo di Matteo 10,7-13

Salmo 97,1-6

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

2 Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
3 Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
4 Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

5 Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
6 con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Per l'esecuzione del brano, utilizzare la stessa melodia di CANTATE AL SIGNORE

Vangelo di Matteo 10,7-13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: 7 «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8 Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9 Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10 né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. 11 In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
12
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13 Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Compiti

Gesù invia nel mondo dòdeka apòstoloi, dodici apostoli. Il termine apostolo è una traslitterazione dal greco, non una traduzione; letteralmente apòstolos è sostantivo deverbativo da apostèllo, “invio, mando”, perciò l’apostolo è l’inviato, il mandato. Gesù manda all’umanità dodici inviati e indica loro, anzi, ordina loro in che modo dovranno essere gli inviati di Gesù nel mondo. C’è un solo modo per essere gli inviati di Gesù nel mondo, un solo metodo, quello indicato da queste parole, che sono indicazioni-ordini. Letteralmente è scritto: andando poi annunciate dicenti: si è fatto prossimo il regno dei cieli. I malati guarite, i morti risuscitate, i lebbrosi purificate, i demoni cacciate; gratuitamente riceveste, gratuitamente date. Non procacciatevi oro, né argento, né rame nelle vostre cinture; non bisaccia per la strada, né due tuniche, né sandali, né bastone: infatti controbilanciato è l’operaio del/dal suo nutrimento. In queste parole ci sono i compiti e il metodo per gli inviati.
Compito. Annunciare il regno di Dio. Gli inviati hanno il compito di annunciare all’umanità che il regno di Dio, il nuovo modo di vivere secondo l’amore di Dio e le procedure evangeliche, è prossimo. Gli inviati hanno il compito di spiegare come sia possibile, per chi lo desidera e per chi è disposto a rinunciare al proprio modo di pensare, sostituire i propri pensieri e le proprie scelte legati all’ego, con le Beatitudini. Questo è l’annuncio che gli inviati di Gesù devono riferire all’umanità. Secondo Gesù, questo deve essere annunciato all’umanità, senza combattere eresie, uccidere nemici, inquisire infedeli, senza stabilire dogmi, creare morali, obbligare a leggi, imporre ordini, costringere a norme. Gesù desidera che, per potenza dello Spirito Paraclito, i suoi inviati siano i più grandi rivelatori di conoscenza e di sapienza dell’umanità.   
Compito. Guarire i malati. Insieme all’annuncio del messaggio evangelico, guarire i malati è il compito primario degli inviati di Gesù. Secondo la mentalità del mondo, questo dovrebbe essere il compito dei medici, secondo Gesù, questo è un compito imprescindibile per i suoi inviati. L’inviato che annuncia la prossimità del regno, e non è in grado di guarire i malati, non è inviato da Gesù, non ha in sé la potenza dello Spirito. L’inviato di Gesù ha insieme il compito di aprire l’uomo alla conoscenza di Dio e del vangelo, e di sanare l’uomo da tutte le sue infermità e malattie. E ha la potenza per farlo. Secondo Gesù, anche se la mansione dell’inviato è duplice, annunciare il regno e sanare l’uomo, in realtà si tratta di un unico, inseparabile e irrinunciabile compito degli inviati di Gesù. Gesù desidera che, per potenza dello Spirito Paraclito, i suoi inviati siano il più efficace sistema preventivo contro la malattia e il più potente balsamo dell’umanità contro ogni malattia.
Compito. Risuscitare i morti. Gli inviati di Gesù hanno il compito perfino di far risorgere i morti, un compito impossibile per l’uomo, l’uomo non ha mai avuto la facoltà, la capacità di poterlo fare, eppure Gesù non lascia dubbi, risuscitare i morti è un compito dei suoi inviati. Gesù sa che il Maligno mangia cenere, si alimenta della morte e della paura dell’uomo, divora la sua sofferenza e il suo dolore durante il morire. Per questo Gesù desidera con tutto il cuore, attraverso la potenza dello Spirito di cui ha riempito i suoi inviati e che li rende capaci di risorgere i morti, far conoscere all’umanità che la morte non esiste, non è il destino dell’uomo, non lo è mai stato e non lo sarà mai. Attraverso questa specialissima facoltà, donata ai suoi inviati, Gesù desidera far conoscere all’umanità il volto di Dio, il Dio della vita e dell’amore. Gesù desidera che, per potenza dello Spirito Paraclito, i suoi inviati siano la rugiada di nuova vita per l’umanità. 
Compito. Purificare i lebbrosi. Gesù consegna ai suoi inviati il compito di purificare, di guarire i lebbrosi, come un’espansione particolare del compito di guarire le malattie, la lebbra infatti è una malattia. Gesù indica la lebbra senz’altro come una malattia da guarire  ma, ordinando ai suoi inviati di purificare i lebbrosi, ne sottolinea anche il suo profondo valore simbolico. La lebbra è una malattia infettiva, contagiosa, a decorso cronico con esito generalmente mortale. Lepròs, “lebbroso”, radice lep di lèpro, “scorteccio”, significa letteralmente “squamoso, scortecciato, a scaglie, a lamine”. Questa malattia – che nella bibbia è il simbolo stesso del peccato, meglio, è identificata con il peccato – inizia con un puntino sulla pelle, poi, mandando in necrosi le singole parti – dita, mani, gomiti, gambe – le stacca dall’unità armoniosa corporea, e fa marcire l’intero corpo. La lebbra nella bibbia è incurabile, nessuno può toglierla, il lebbroso non può più avere contatti con nessuno perché contagioso, quindi viene isolato, allontanato da tutti, dai suoi affetti, dalla comunità, ma soprattutto dal tempio, smette di entrare in contatto-unione-comunione con il suo Dio – il tempio è il luogo dove poter incontrare Dio. Il lebbroso deve gridare: impuro, impuro! se incontra qualcuno per la via, per dare il tempo alla gente di scappare e di creargli il vuoto intorno. Il lebbroso è lebbroso-squamoso nell’anima, è sfigurato nell’anima. Ecco perché la parola lebbra è, nel vangelo, legata al verbo katharìzo, il verbo della purificazione: esso significa infatti “essere purificato”, anzi, più precisamente, “reso pulito, liberato, sciolto da, esente da”, indicando il ritorno alla purezza della sorgente. Gesù desidera che, per potenza dello Spirito Paraclito, i suoi inviati siano il più potente sistema di purificazione dal male, dal peccato dell’umanità. 
Compito. Cacciare i demoni. Gli inviati di Gesù non devono combattere il male, farebbero nascere altro male, devono invece seminare il bene, la conoscenza e l’amore, tuttavia hanno la facoltà e l’ordine di cacciare i demoni dalla terra. Secondo Gesù la terra non è e non deve essere il territorio di Satana e dei suoi malefici figli, ma è il territorio dell’uomo, dei figli di Dio. Cacciare i demoni è una facoltà che Gesù dà ai suoi inviati per mantenere pulita la terra e la vita dell’uomo dalla presenza degli angeli malvagi e per rendere sicura e serena l’esistenza dell’uomo. Gesù desidera che, per potenza dello Spirito Paraclito, i suoi inviati siano i più grandi protettori dell’umanità contro i figli di Satana.    
Metodo. Gratuitamente riceveste, gratuitamente date. Il compito di essere gli inviati di Gesù nel mondo deve essere vissuto nei confronti dell’umanità gratuitamente e non deve mai essere svolto attraverso il sistema dello scambio e del mercato. Il compito degli inviati di Gesù deve essere svolto gratuitamente senza attendere contropartite, compenso, ricompensa, contraccambio.  
Metodo. Non procacciatevi oro, né argento, né rame nelle vostre cinture; non bisaccia per la strada, né due tuniche, né sandali, né bastone: infatti controbilanciato è l’operaio del/dal suo nutrimento. Gli inviati di Gesù non dovranno mai svolgere i loro compiti per guadagnare ricchezza, proprietà, possedimenti, sicurezze umane, potere, prestigio, pena la perdita immediata di ogni facoltà e potenzialità dello Spirito. Gli inviati di Gesù non dovranno mai svolgere i loro compiti per sete di dominio, per avere la supremazia, con la forza dell’imposizione, esercitando una qualsiasi forma di sovranità. Gli inviati di Gesù, se saranno veri operai di Gesù, riceveranno il loro controbilanciamento e nulla loro mancherà nella lussureggiante provvidenza di Dio.
Metodo. Strada facendo. Il posto di lavoro dove gli inviati di Gesù si recano a lavorare ogni giorno è la strada, solo la strada, la strada di tutti, la strada camminata, la strada mai finita, mai fermata. Secondo Gesù non c’è altro luogo che la strada dove il suo inviato possa compiere il suo lavoro.
Metodo. In qualunque città o villaggio entriate, indagate se qualcuno in essa è degno; e lì rimanete fino a che usciate. Entrando poi nella casa salutate essa. L’unica casa, abitazione, tetto, residenza possibile per gli inviati di Gesù è la casa che, luogo per luogo, villaggio per villaggio, città per città gli uomini nobili di cuore e degni nell’animo potranno loro offrire. Secondo Gesù non è previsto, in alcun modo, nessun altro tipo di abitazione, dimora, struttura residenziale per i suoi inviati.
Precisazione. Strada facendo, dove i cuori sono disposti all’accoglienza del regno e nelle case di coloro che si rendono disponibili alla condivisione e all’accoglienza, gli inviati di Gesù hanno un compito che raccoglie tutti gli altri compiti, hanno un dono da offrire all’umanità che è la somma di tutti i beni e di tutti i doni: la pace. Gesù dice: e qualora la casa sia degna, vada la vostra pace su di essa, qualora invece non sia degna, la vostra pace presso di voi ritorni. Gesù parla della pace come di una vera e propria energia di vita e di luce che i suoi inviati possono letteralmente far scendere come un mantello di amore su chi la desidera e ne è degno, ma che immediatamente torna alla sorgente, se il cuore di colui che la riceve non ne è degno. Gesù desidera che, per potenza dello Spirito Paraclito, i suoi inviati siano i più grandi distributori di pace e di benessere dell’umanità.