Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 7 Giugno 2019

7a settimana di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 25,13-21; Salmo 102,1-2.11-12.19-20b; Vangelo di Giovanni 21,15-19

Salmo 102,1-2.11-12.19-20b

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
2 Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

11 Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
12 quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

19 Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
20 Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.

Vangelo di Giovanni 21,15-19

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi 15 ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?» Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?» Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Tre volte

Perché Gesù fa la stessa domanda a Pietro per tre volte? Forse Gesù ha l’impressione che Pietro non capisca la domanda? Forse Pietro non risponde correttamente a Gesù? Perché Gesù deve insistere così tanto con Pietro? Perché?
Gesù non vuole che il suo primo pastore, il primo pastore della sua chiesa sia distratto o possa ammalarsi, con il tempo, del virus della distrazione. La distrazione è una malattia tremenda, perché toglie all’uomo la possibilità di vivere e di amare. Gesù chiede e richiede a Pietro per ben tre volte la stessa domanda, perché desidera che Pietro faccia la sua scelta senza distrazione alcuna.
Alla domanda di Gesù mi ami più di costoro, la prima risposta di Pietro è tanto meravigliosa, quanto quasi doverosa, perché nasce traboccante dal cuore pieno di gratitudine per tutto quello che Gesù ha donato a lui e ai suoi amici. Ma Pietro non può abbracciare il compito che Gesù gli affida per gratitudine nei confronti di Gesù, nemmeno per la più elevata, piena e nobile delle gratitudini. La seconda risposta di Pietro alla domanda di Gesù mi ami è una risposta dettata dal desiderio di ricambiare con amore l’infinito amore di Gesù e tutto il bene compiuto da Gesù per i suoi figli. Ma Pietro non può abbracciare il compito che Gesù gli affida per rispondere all’amore di Gesù, nemmeno per il più intenso, regale, potente dei desideri di corrispondere all’amore di Gesù. La terza risposta di Pietro alla domanda di Gesù mi ami non nasce più dalla gratitudine, dal desiderio di corrispondere alle attese di Gesù, ma è una risposta che nasce dal dolore, il dolore che nasce dalla consapevolezza, dalla consapevolezza che annulla ogni possibile distrazione. Alla terza domanda di Gesù, Pietro inizia a sentire la vastità del proprio compito, inizia a sentire nel suo cuore un frammento del peso della rovina del mondo e delle rovine in cui è sepolta l’umanità. Inizia a scorgere un lembo dell’abisso in cui sono caduti i figli di Dio, trascinati dal turbine del Maligno. Alla terza domanda di Gesù, Pietro entra nella consapevolezza del proprio compito, entra nella consapevolezza della portata del compito che dovrà abbracciare, e non per gratitudine nei riguardi di Gesù, non per corrispondere alle attese di Gesù, ma per amore di Gesù, nell’amore di Gesù, con l’amore di Gesù.
Pietro non dovrà mai distogliere l’attenzione dal proprio compito, mai, nemmeno per un secondo, perché in quel seguimi di Gesù non c’è solo il compito di Pietro e di tutti i discepoli di Gesù, ma anche tutta la salvezza e la risurrezione dell’umanità.