Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 22 Maggio 2019

5a settimana di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 15,1-6; Salmo 121,1-4b.5-6; Vangelo di Giovanni 15,1-8

Andremo con gioia alla casa del Signore

Salmo 121,1-2.4-5

Andremo con gioia alla casa del Signore.

1 Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!»
2
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

4 È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
5
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Vangelo di Giovanni 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 1 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2 Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3 Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6 Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7 Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Frutto

Letteralmente è scritto: Ogni tralcio non portante frutto in [greco: en, “dentro”, indica stato in luogo] me toglie [greco: àiro] esso, e ogni portante frutto lo purifica affinché più frutto porti. Già voi puri siete per la Parola che ho cantato a voi.
I traduttori eliminano completamente questo gioco di parole: lo purifica […] voi puri siete, e insistono ancora a tradurre il verbo “purificare”, usato da Giovanni, con “potare”. Ma etimologicamente sono davvero due cose diverse. “Potare” è togliere da una pianta una parte di rami o di radici per favorirne la crescita, o per darle la forma desiderata.  “Purificare” è togliere da una pianta gli elementi nocivi e malsani, i parassiti dannosi, gli impedimenti disturbanti. Purificare è togliere le impurità per favorire la crescita del frutto ed è un’azione del Padre. Purificare è un’azione che solo il Padre può compiere, attraverso la potenza della Parola di Gesù. Purificare l’uomo è un’azione meravigliosa del Padre, non è mai un’azione che può compiere l’uomo. L’uomo si accanisce ogni giorno, ogni istante a togliere difetti ai suoi simili con il giudizio, l’accusa, la condanna. L’uomo che passa la vita a guardare il mondo e la vita con lo sguardo indagatore per colpire i difetti, le mancanze, le imperfezioni, gli sbagli, gli errori degli altri, con l’intento di purificare, è un uomo che si mette al posto di Dio, perché purificare è un’azione di Dio, non dell’uomo. L’uomo che guarda gli altri con lo sguardo inquisitore per colpire le deficienze dei suoi simili e infierire su di loro per purificarli, in nome della giustizia, della legge, della morale o di Dio, è il peggior nemico dell’umanità ed è uno schiavo di Satana, anche se non lo sa.
Purificare l’uomo perché porti più frutto nella vita, nell’amore, nella gioia, è azione di Dio Padre e solo di Dio Padre, che Dio Padre compie attraverso la potenza e la fantasia dello Spirito Paraclito e la Parola di suo Figlio Gesù. Purificare l’uomo, suo figlio, è azione di Dio Padre soltanto, perché solo Dio Padre lo desidera con amore vero, e sa come farlo rispettando la dignità, la libertà, l’onore, la bellezza dei suoi figli.
Secondo la Parola di Gesù, al tralcio, all’uomo, al figlio di Dio spetta di dare frutto, di fare frutto, di generare frutto. Non a caso è usato l’esempio della vigna, perché la vigna non ha altro scopo che il frutto che porta, in quanto con il legno della vigna non si può fare nulla, è un legno inservibile, è l’unico tra i legni della campagna con il quale non si può costruire nessun oggetto, nessun attrezzo. È legno buono soltanto per far passare la linfa vitale ai tralci e per produrre uva, buona uva, per dell’ottimo vino.
Gesù, con il sublime gioco di parole: lo purifica […] voi puri siete, rivela un ponte di luce stupendo verso la conoscenza di come solo Dio può purificare l’uomo. Ponte di luce che nessuno può attraversare nel momento in cui i traduttori, sostituendo il primo lo purifica con lo pota, cancellano di fatto il collegamento con il secondo voi siete già puri. Traducendo prima con “potare” e poi con “purificare” lo stesso verbo, di fatto si crea una disconnessione nelle azioni di Dio, che impedisce di comprendere che purificare l’uomo è azione del contadino, di Dio Padre, e di nessun altro. Questa disconnessione di significati trasforma il voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato, da un cammino divino di crescita e purificazione progressiva dei figli di Dio, in uno status di appartenenza a una morale, a una confessione religiosa. Non è l’appartenere alla comunità che segue e annuncia Gesù a rendere puri, ma è il lasciarsi purificare dal Padre, attraverso la Parola del vangelo, che fa appartenere alla comunità che segue e annuncia Gesù.
È aderire con tutto il cuore e l’intelligenza alla Parola e alle procedure che Gesù ha rivelato nel suo vangelo, che permette all’uomo di purificarsi e di portare frutto, frutto meraviglioso e abbondante. Ecco perché il Padre, nella sua incalcolabile gentilezza e delicatezza, aiuta continuamente i suoi figli a purificarsi gradualmente da ogni impedimento provocato dalle preoccupazioni, da ogni veleno emotivo, da ogni tossina ideologica, da ogni parassita mentale.
Gesù è la vera vite, i figli di Dio i tralci, Dio Padre l’agricoltore. C’è tutto. Semplice, potente, meraviglioso in eterno.