Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 20 Maggio 2019

5a settimana di Pasqua

Parola del giorno

Atti degli Apostoli 14,5-18; Salmo 113B,1-4.15-16; Vangelo di Giovanni 14,21-26

Salmo 113,1-4.15-16

Non a noi, Signore, ma al tuo nome da’ gloria.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da’ gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
2 Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?»

3 Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
4 I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.

15 Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
16 I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo.

Vangelo di Giovanni 14,21-26

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 21 «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22 Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?» 23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24 Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26 Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Paràkletos

Quando si ha fame è preferibile mangiare un risotto o ingurgitare la ricetta del risotto? In una stanza buia è preferibile fare luce con una candela o con la fotografia di una candela?
In una fredda serata d’inverno è preferibile scaldarsi vicino al focolare acceso o vicino al disegno di un focolare?
L’uomo ha dimenticato che senza lo Spirito, tralasciando lo Spirito e la dimensione spirituale, tutto, ma proprio tutto della realtà della vita diventa icona vuota, simulacro falso, immagine inconsistente, ricordo nullo della realtà e tutto perde la sua vitale efficacia e bellezza, il suo significato essenziale. La grande paura, il grande stato di terrore, ignoranza, pigrizia e non senso, il malessere, la confusione dell’uomo nascono dalla dimenticanza, da questa terribile dimenticanza. L’uomo tende a dimenticare questa realtà: senza la dimensione dello Spirito tutto è nulla, a nulla serve e nulla rimane. Per questo Gesù afferma che lo Spirito santo vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto, perché è il compito del Santo Spirito risvegliare i cuori, trasformare l’oscura dimenticanza in luminosa consapevolezza.
È proprio questo il compito del Santo Spirito: suggerire giorno e notte nel cuore dell’uomo e della storia le procedure di Gesù, chiamandolo e richiamandolo disperatamente senza cessare mai. Scrive l’apostolo in Galati 4,6: Dio inviò lo Spirito di suo Figlio nei nostri cuori gridante: Abbà, Padre.
Il ricordare del Santo Spirito non significa riportare alla mente un fatto dimenticato, atto che immancabilmente ci allontana dal presente; è invece, secondo le Scritture, rivivere quel fatto alla luce di un nuovo significato, che già c’era ma che avevamo malinteso. Solo per azione dello Spirito Santo avvengono le illuminazioni, e ogni illuminazione-ispirazione è solo il ricordare nello Spirito tutto ciò che Gesù ha già soffiato dentro ognuno di noi. In questo senso noi non siamo mai, mai soli dentro di noi, mai un istante. Il Santo Spirito è dentro di noi e ispira e fa ricordare e rivivere, risvegliare e guarire. Il ricordare della mente sta al ricordare del Santo Spirito, come la fotografia di un ciliegio sta al fatto di esservi arrampicati sopra tra i rami con le mani e la bocca piene di ciliegie. In questo senso il nome che Gesù ci ha regalato per invocare lo Spirito non è solo sorprendentemente nuovo, ma magnificamente anticipatore: Paraclito.
Il termine greco Paràkletos deriva dal verbo parakalèo – composto a sua volta dalla particella intensiva parà, “presso” e dal verbo kalèo, “chiamo, invito” – col significato di “invoco, prego, consolo, ammonisco, difendo, consolo, conforto”. Paràkletos è colui che soccorre in tribunale, è l’intercessore, il difensore, il patrocinatore, l’avvocato, il garante, l’aiutante, nello stesso tempo è “l’invitante presso sé” per consolare. Paraclito è quindi Colui che consola e difende. Lo Spirito Santo Paraclito è il Consolatore e il Difensore sempre e contemporaneamente. Il termine Paràkletos, consolatore-difensore, nasce in ambiente forense. Nei tribunali ebraici c’era un personaggio ai giorni nostri sconosciuto: quando veniva pronunciata una sentenza, accadeva a volte che un uomo dalla buona reputazione venisse silenziosamente a porsi a fianco dell’accusato: era chiamato appunto paràclito, consolatore-difensore. La sua silenziosa testimonianza confondeva gli accusatori.
Niente e nessuno confonde e zittisce l’Accusatore (Apocalisse 12,10), il diavolo, come la presenza graziosa e il vento gagliardo dello Spirito che sempre e immancabilmente consola e difende i figli di Dio.