Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 5 Maggio 2019

3a di Pasqua – Anno C

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 5,27b-32.40b-41; Salmo 29,2.4-6.11-12a.13b; Apocalisse 5,11-14; Vangelo di Giovanni 21,1-19

Salmo 29,2-6.11-12a.13b

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

2 Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
3 Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito.
4 Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

5 Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
6 perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera è ospite il pianto
e al mattino la gioia.

11 Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
12 Hai mutato il mio lamento in danza,
13 Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Vangelo di Giovanni 21,1-19

In quel tempo, 1 Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4 Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?» Gli risposero: «No».
6 Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare.
8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.
12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore.
13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?» Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?» Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Per con

Si può intraprendere una mansione per amore della mansione? Sì. E per amore dei risultati che potrebbero derivare dall’eseguire quella mansione? Certo che sì. Si può eseguire un compito per amore del compito, per amore di se stessi, per amore degli altri? E per amore della vita, di una religione, di un’ideologia, del dovere, del paradiso, del merito, del potere, del successo, del prestigio, della reputazione, della popolarità? Sì, certamente. Si può intraprendere una scelta per amore dell’umanità, per amore del denaro, per amore di un uomo o di una donna, per amor di giustizia, per amor di libertà, di pace, di unità? Sì, senza dubbio.
Gesù, prima di affidare a Pietro il mandato di pascere le proprie pecore e i propri agnelli, gli chiede, attraverso tre domande distinte, mi ami più di costoro? Mi ami? Mi vuoi bene? Perché? Forse che Gesù pretende obbligatoriamente l’amore di Pietro prima di affidargli il proprio mandato? Forse che Gesù reclama, esige da Pietro un amore incondizionato prima di consegnare nelle sue mani la propria chiesa nascente? Può essere che Gesù ponga l’amore verso lui come condizione indispensabile per dare a Pietro l’incarico di essere il primo pastore della chiesa? Può Gesù esigere amore? Si può pretendere, reclamare amore da chicchessia? No, impossibile. Ma allora cosa chiede Gesù a Pietro? Gesù non pretende, né reclama, né esige amore da Pietro, bensì vuole indicargli la via, la via della vita, vuole indicargli la verità, la fonte suprema di ogni conoscenza. Gesù desidera che Pietro prenda il suo incarico nei riguardi del popolo di Dio non per amore, ma con l’amore. Sembra una distinzione sottile tanto da essere inconsistente e accademica. Ma quando si fanno le cose per amore, l’amore rimane un’idea vaga, un ologramma indefinito, un concetto astratto, una suggestione passeggera, un sentimento che passa. L’amore non può essere il motivo per cui si fanno le cose, è piuttosto l’energia, il modo, l’unico modo, quel certo modo, quel modo certo con cui fare le cose. Per amore della giustizia, della libertà, dell’uguaglianza un uomo può uccidere e può far saltare in aria se stesso, imbottito di esplosivo, per trascinare con sé il maggior numero di nemici, ma non può fare queste cose con amore, con l’amore. Per amore di Dio si sono combattute guerre orrende, si sono massacrati popoli, saccheggiate nazioni, inquisite, torturate, bruciate vive milioni di persone, ma queste cose non si possono fare con l’amore nel cuore, impossibile. Per amore di un uomo o di una donna si possono compiere forzature, si può diventare gelosi, invidiosi, possessivi, violenti, ma tutto questo è impossibile farlo se il cuore è con l’amore e se l’amore è nel cuore. Per amor di patria, per amor di riscatto, per amore della sicurezza nazionale si può andare in guerra, entrare in conflitto, combattere, uccidere, decimare, sottomettere, ma non si può fare nulla di tutto questo se il cuore è con l’amore e se l’amore è nel cuore. Si può uccidere per amore, ma non si può uccidere con il cuore nell’amore e se l’amore è nel cuore. Si può obbligare, pretendere, costringere, forzare, imporre per amore, ma non si può assolutamente obbligare, pretendere, costringere, forzare, imporre se il cuore è con l’amore e se l’amore è nel cuore.
L’amore non è la meta ma è l’energia per viaggiare verso l’alto, ed è il modo di viaggiare verso l’alto. L’amore non è il fine, la ragione per cui vivere e fare le cose, ma è la sorgente stessa della vita, la sorgente stessa dell’energia, ed è anche il metodo, la procedura che permette di compiere ciò che l’uomo sceglie e decide di compiere in asse con la vita, centrato in Dio. Gesù chiede a Pietro se sente dentro il suo cuore, nelle profondità del suo spirito e della sua intelligenza, che dovrà eseguire il mandato ricevuto non per amore ma con il cuore nell’amore e l’amore nel cuore. Gesù chiede a Pietro se gli è chiaro, più della luce del sole – ecco perché lo chiede per ben tre volte –, che dovrà seguire Gesù e servire il popolo di Dio con l’amore, con amore, con l’amore stesso di Gesù, perché, unicamente con quella forza e con quell’energia, potrà compiere ciò che gli è stato chiesto di fare. Amatevi come io vi ho amato ripete più volte Gesù ai suoi amici e discepoli, perché non per amore si può arrivare a Dio, ma con l’amore. Ma se l’amore non è il fine della vita, qual è il fine, il senso di tutto? La gioia, la gioia infinita, piena e traboccante per sempre. La gioia di Dio. Dio è gioia.